×Chapter 5×

52 2 4
                                        

Erano rimaste a piedi, Meg ed Amy si erano già accomodate al pensiero che i ragazzi le avessero accompagnate ancora una volta. Quel pomeriggio, Meg era andata sulla bici di Eddie, andava forte nonostante sembrasse cadere a pezzi, era per questo motivo che si era aggrappata a lui, ma senza esagerare, non voleva fargli credere che avesse paura, anche se forse ne aveva più lui di lei.

Amy inve e non aveva problemi a far credere a Stan di avere paura, era incollata a lui, e anche se il povero ragazzo sentiva risalire la colazione per la forte presa, non voleva che lei si spostasse di un solo millimetro.

Ripercorrevano quel momento mentre lo raccontavano alle altre due, erano dirette a casa di Gwen, in realtà Beverly le abbandonò, era costretta a tornare a casa e le ragazze non domandarono il perchè, come risposta a qualsiasi domanda bastava il suo sguardo perso e spento mentre parlava.

"Ok, voglio avvisarvi, mia madre ha fatto il turno di notte ieri e potrebbe essere un tantino nervosa" le due annuirono ed entrarono in casa, la prima cosa che videro fu una scarpa volare contro il muro "MAMMA!" la Signora Fisher sbucò da dietro la porta della cucina "Oh! Ciao amore... tranquilla avevo solo visto un ragno sul muro" Gwen si girò verso le amiche "Menomale che non si sfoga a lavoro..." Meg rise essendo abituata ai piccoli sbalzi d'umore della donna, ma Amy fece più fatica ad abituarsi.

Si presentò alla madre dell'amica, Sandra, con un po' di titubanza, gli adulti le facevano sempre quell'effetto che le provocava un'immensa timidezza, nonostante lei non fosse assolutamente timida. Per fortuna non conobbe il padre, sennò non avrebbe detto una sola parola, quando salirono in camera continuò a guardarsi intorno, era una bella casa, nè troppo grande nè troppo piccola.

Le tre ragazze si sistemarono in camera di Gwen, pensando a cosa stesse facendo Bev in quel momento. La rossa era, anche lei, appena arrivata a casa, sperava suo padre stesse ancora dormendo ma quando si affacciò sul salotto, non lo vide.

Si girò per scappare in bagno e nascondere gli assorbenti, però si ritrovò d'improvviso l'uomo davanti "Bevvie, non saluti?" Le accarezzò i capelli "Stanno bene così, mi piacciono... - abbassò lo sguardo verso la busta - cos'hai lì" gliela prese dalle mani mentre lei distoglieva lo sguardo. Lui guardò all'interno e poi spostò gli occhi sulla figlia che sperava non dicesse nulla.

"Da quando compri queste cose?" Bev non rispose "Sei sempre la mia piccolina, Bevvie?" Lei annuì "Si..." il padre le avvicinò la testa, la ragazza sperava con tutta se stessa che le avrebbe dato un bacio, ma l'uomo fece proprio ciò che la terrorizzava: le annusò i capelli e poi la spinse leggermente di lato facendola andare via nel bagno, in silenzio.

Beverly non voleva piangere, ma non poteva sopportare ancora per molto quella pesantezza che viveva nel suo stomaco tutto il giorno, o almeno per il tempo che si trovava in quella casa. Era seduta nella vasca da bagno, ma si alzò, andò verso il lavandino e si guardò allo specchio, non sapeva come si trovava delle forbici in mano, era semplicemente andata in camera e le aveva prese senza una ragione.

Ma infondo la ragione la sapeva, e così aprì l'aqua del rubinetto, iniziò a tagliare via delle ciocche rosse, le lacrime scendevano "Guarda cosa hai fatto..." continuava a tagliare sempre più veloce "Guarda... guarda cosa... cosa hai fatto." Di colpo si fermò, si portò una mano alla testa passando le dita tra i capelli ormai corti, posò le forbici e si allontanò.

Nell'arco di quel tempo anche Stan aveva cose orribili in testa. Ripensava anche lui ad una scena che aveva vissuto quello stesso pomeriggio, ma continuava a ripetersi che sarà stato lo stress o l'agitazione che aveva per colpa del Bar Mitzvah...

Lui non si sentiva maturo, aveva 16 anni, quasi 17, ma non aveva fatto ancora nulla da chiamarsi "maturo". Non aveva preso la patente, non ci aveva nemmeno ancora provato perchè non si sentiva pronto, non si sentiva pronto per nulla e sapeva il perchè... Amy.

Era lei il motivo per cui non aveva fatto niente di maturo, si ripeteva che quando sarebbe riuscito a parlarle a tutti gli effetti, allora, e solo allora si sarebbe ritenuto almeno la metà di un uomo. Si era ripromesso che fino a quando non le avrebbe parlato, non avrebbe fatto niente delle cose nuove che facevano i ragazzi della sua età, come appunto guidare.

Il ragazzo però non sapeva che anche Amy pensava a lui, proprio in quel momento, e si chiedeva cosa stesse facendo, mentre le due amiche cercavano una cassetta per vedere un film "Amy?" Megan le schioccò le dita davanti agli occhi "Gli occhiali ti bloccano il flusso del sangue?" scherzò mentre rovistava nella libreria di Gwen.

"Mi sono distratta, avete trovato qualcosa?" La padrona di casa gliene mostrò una "Soltanto Breakfast Club" in quel momento si alzò un urlo unico lanciato da Amy e Meg "Io opto per questo." "Anche io." Gwen le guardò e poi si convinse "Lo guardo solo per John Bender..." si avviarono in salotto e misero su la cassetta, il padre di Gwen protestò per qualche secondo, poi se ne fece una ragione e andò a leggersi il giornale.

A metà film, Gwen si girò verso le amiche "Allora, io vado in bagno, voi convincete mia madre per domani mattina" la ragazza si alzò e le due aspettarono che la Signora Fisher andasse da loro a portare da mangiare, quasi le aveva costrette ad accettare qualcosa ma loro più che altro non volevo darle altro da fare, però non c'era stato verso.

La donna arrivò e Megan partì all'attacco "Signora Fisher?" Lei guardò la ragazza "Avrei una cosa da chiederle... domani mattina Gwen potrebbe venire a fare un giro con noi?" Sandra Fisher la guardò con un po' di titubanza, la mattina dopo non sarebbe dovuta andare a lavoro, e le sarebbe piaciuto passare del tempo con la figlia, ma in fondo era giovane, così acconsentì a lasciarla andare.


Another Loser Club // IT //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora