×Chapter 2×

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Erano rimaste sedute sull'erba per mezz'ora a parlare, fino a quando Gwen diede una pacca sulle spalle di Amy "Ragazze, io devo correre o rischio di fare tardi" lei e Meg si diedero il loro saluto personale e salutò le altre due, poi attaccò a correre. Dopo vari spintoni e aver rischiato di sbattere contro il bidello, riuscì ad uscire da scuola. Aveva sott'occhio il parcheggio, ma d'improvviso sbattè contro qualcuno facendolo volare per terra assieme a lei.

Si alzarono in fretta e lui incominciò a sbraitare "Bellezza attenta a dove vai" Gwen stava per scusarsi, ma nel sentire quel nomignolo si irrigidì "Bellezza?" I due si scrutarono a vicenda "Preferisci bambola?" Richie sfoderò un sorriso ammiccante nei confronti della ragazza "Preferirei che mettessi un tappo a quella fogna, Tozier." Raccolse gli occhiali del ragazzo da terra e glieli spinse sul petto per poi lasciarlo imbambolato lì.

"Che c'è Rich? Ti sei fatto mettere la museruola da una ragazza?" Bill gli diede una pacca sul braccio "Stai zitto, tartaglia" lo spinse via e si mise gli occhiali arriciando il naso, Eddie e Stan si guardarono rimanendo sorpresi dal fatto che Richie non aveva saputo controbattere ad una frase così semplice.

Intanto Gwen era arrivata davanti l'auto del padre, aprì la portiera dell'auto ma vide un ragazzo cadere come un sacco di patate per terra insieme ai suoi amici, Henry Bowers e i suoi scagnozzi avevano colpito e se ne stavano andando vittoriosi ancora una volta. Guardando meglio notò che erano Bill Denbrough e i suoi amici, sarebbe voluta andare lì per vedere se era tutto apposto, ma salì lo stesso in macchina.

I teppisti erano diretti in cerca di qualcun'altro da torturare, in lontananza videro un ragazzo e accellerarono. Era Mike Halnon, uno dei pochi ragazzi neri della città. Studiava a casa, aiutava suo nonno nella sua fattoria e non aveva mai dato fastidio a nessuno, era gentile con tutti e questo non andava confuso con l'essere debole. Stava per fare una consegna in macelleria mentre ripensava alla sgridata del nonno, e tutto solo perchè non era riuscito a sparare un chiodo in testa ad una povera pecora.

Scese dalla bicicletta fermandosi sul vicolo nel retro, stava per aprire la porta ma questa iniziò a sbattere da sola, era chiusa, ma lentamente iniziò a sbattere più forte facendo uscire delle urla e mani bruciate che gli imploravano aiuto.

Indietreggiò, sentiva la gola serrata e un senso di colpa che gli partiva dritto dallo stomaco. Ricordava benissimo la stessa scena, ma lui aveva solo 5 anni, era troppo piccolo per capire cosa fosse successo, secondo gli altri, ma lui lo sapeva benissimo. Perse i suoi genitori in quel dannato incendio e non si perdonò mai per non aver fatto nulla, ma stava iniziando a capire che un bambino non avrebbe potuto fare nulla.

Quando quest'ultimo pensiero gli venne in mente, le urla cessarono ma la porta si spalancò. In lontananza vide una figura che continuava a dimenarsi per liberarsi da una catena stretta al collo, belava, ma dopo sole due volte si fermò, come in una pausa. Guardò più a fondo e vide bene la figura, era un clown, quelli del circo del 1800, con gli occhi che brillavano di un giallo tenue ma inquetante.

Era così terrorizzato da non sentire il rombo del motore dell'auto imponente e, a tratti pacchiana, di Belch Huggins. Si girò lanciandosi sul lato del vicolo in mezzo a dei cartoni, guardò i ragazzi "Non ti voglio nella mia città!" Henry si puntò sul "mia" e gli lancio addosso un mozzicone di sigaretta e scatarrando come una vera principessa.

Mike era ancora scosso e riguardando la porta vide comparire il proprietario della macelleria che lo guardava preoccupato "Mike? Va tutto bene?" Il ragazzo agrottò le sopracciglia continuando a rimuginare su quello che era appena successo.

Nel mentre, in tutto quel casino, Beverly aveva incontrato un ragazzo, ricordava di averlo visto in uno dei suoi corsi ma non sapeva quale "Andiamo... abbiamo in comune il corso di scienze sociali" Benjamin Hanscom sorrise facendo sporgere ancora di più le sue guance paffute, che fecero sorridere naturalmente la ragazza "Dai ti firmo l'annuario" afferò questo dal suo zaino e aprì la prima pagina.

Cercò subito le firme dei suoi amici, ma notò due pagine completamente vuote... Ben era nuovo in città ed evidentemente non si era ancora fatto degli amici, così Bev pensò bene di essere la sua prima e ufficiale amica. Firmò e restituì l'annuario al ragazzo che la stava scrutando interessato "In gamba Ben di scienze sociali" sfoggiò un sorriso che fece letteralmente sciogliere il ragazzo, quando la vide andare via tentò di urlarle qualcosa ma si accorse che ormai era impossibile farsi sentire.

Meg e Amy rimasero insieme, nessuna delle due aveva fretta di tornarsene a casa. Meg riuscì a capire molto bene Amy, era una ragazza studiosa, ma da quanto le aveva detto si impegnava solo per avere un futuro sicuro fuori da quella cittadina di merda, cioè Derry. Fuori da questo era molto razionale e ferma, e si poteva notare subito come il sarcasmo, o ironia, la accompagnasse ovunque, e poi anche lei sapeva come farsi rispettare.

"Vieni, voglio portarti in un posto" Meg la fece alzare dal prato e si incamminarono verso i Barren, un luogo pieno di verde e anche di ruscelli e laghetti, contornato da una deliziosa discarica che al posto dei laghi aveva delle acqua putride dritte dritte dai cessi di tutta Derry, e forse anche oltre.

Andarono a piedi, e si fermarono in mezzo alla boscaglia dove c'era una specie di capannetta "L'abbiamo costruita io e mio fratello da piccoli, è messa maluccio però" maluccio era dire davvero poco. Il legno era completamente distrutto dall'umidità e dalla pioggia, e dentro sembrava di essere in una di quelle case vittoriane abbandonate, se non infestate, in Inghilterra.

Le due non sapevano che presto avrebbero avuto compagnia, infatti il gruppetto di ragazzi stava pedalando verso i Barren per compiere un gesto di coraggio. Eddie raggiunse Bill che era in testa "Quindi tuo padre ti ha beccato ancora una volta" l'amico annuì girandosi e stando attento a non sbilanciarsi "È per questo che stiamo andando..." guardò Eddie e misurò bene le parole, se gli avesse detto che andavano alla discarica sarebbe iniziata una questione di stato, così non continuò la frase.

Passarono davanti alla biblioteca dove, da poco, si trovava Ben, che svolgeva le sue solite ricerche sulla cittadina in cui si era trasferito pochi mesi prima. Era seduto solo ad un tavolo pieno di libri e giornali che parlavano della vecchia Derry.

Prese un libro con delle foto dei vari avvenimenti importanti, incominciò a sfogliarlo, e notò un ragazzino forse poco più piccolo di lui, era il giorno di Pasqua probabilmente a giudicare dalle uova, che erano nei cesti di tutti quei bambini sorridenti, raggruppati apposta per la foto.

Nella pagina dopo c'era un articolo di giornale, non si leggeva bene ma, a giudicare dal fumo che primeggiava nella foto, aveva intuito parlasse di un incendio. Lasciò correre per quel momento e continuò a sfogliare sempre più veloce...

La foto di un albero spoglio si ripeteva ingrandendosi sempre di più, in ogni pagina, fino ad arrivare tra i rami, in cui era incastrata la testa del ragazzino che aveva notato prima. Chiuse di scatto il libro, ma sentì un tintinnio dietro la schiena, e girandosi vide un palloncino rosso vagare fino alle scale che scendavano nell'archivio.

Scese anche lui, ma una volta giù il palloncino era scomparso, continuava  a guardare tra gli scaffali ma, mentre stava per tornare indietro, sentì un rumore di qualcosa che si spiaccicava a terra, poi ammontò un odore di marcio e sulle scale notò degli scarponcini da militare.

Questi iniziarono a camminare verso di lui a passo svelto, svelando man mano il corpo di un bambino, Ben aspettava di vedere la su faccia ma presto si rese conto che era impossibile, dato che aveva lasciato la testa su quell'albero.

Iniziò a correre mentre quel corpo tentava di acciuffarlo, già le luci scarseggiavano e quelle poche che erano lì, iniziarono a spegnersi. Arrivò in un vicolo ceco pieno di libri, si girò e non vide niente fino a quando una testa bianca ed enorme, con una chioma dello stesso colore di quel palloncino, sbucò dal buio facendo urlare Ben che aveva la tremarella anche alle orecchie.

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