Ad un tratto si ritrovarono davanti una grande porta dove vi era una scritta illuminata dalle fiamme che diceva: "Non osate entrare perché non c'é campo e manca la connessione ad internet!" Ormai decisi di affrontare il viaggio, Dante e Virgilio decisero di entrare. Oltrepassata la soglia della porta davanti a loro si stagliava un fiume di lava. L'aria era cupa, le pareti erano così compatte che nessun suono poteva né entrare né uscire, e la poca luce che vi entrava veniva subito avvolta dalle tenebre. Agli occhi di Dante, il fiume di lava sembrava non finisse mai, all'improvviso si sentì uno stridio assordante e orribile; qui Dante vide per la prima volta la figura di Camaleonte il traghettatore Bifronte, che oltre la doppia faccia (da un lato Fantozzi e dall'altra Hitler), ha doppia personalità: debole con i forti e forte con i deboli. Camaleonte-Bifronte é colui che trasporta le anime dei dannati aldilà del fiume di lava. Questo era un demone gigantesco con sei paia di ali. Camaleonte-Bifronte accorgendosi di Dante nel mondo dei morti, voleva gettarlo nel fiume di lava. Ma bastò che Virgilio gli dicesse: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare"; sentendo queste parole, il demone, trasportò i due poeti all'inizio del primo cerchio al cospetto di Mara Maionchi, la giudice dei morti.
STAI LEGGENDO
L'Inferno di Dante Alighieri raccontato ai giorni nostri
AdventureCosa succederebbe se Dante vivesse ai giorni nostri? Ecco a voi il risultato...