Parte 1: Quattro mura

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Finalmente posso dirlo ad alta voce, domani è il mio ultimo giorno in questo claustrofobico posto. Queste quattro mura mi tolgono il fiato, ma non come farebbe un tramonto in riva al mare, un arcobaleno che si intravede tra la pioggia oppure un cielo stellato che si ammira dal letto di un prato fiorito, ma piuttosto come quando la persona che più ami sta male o peggio ancora quando sei tu a far soffrire qualcuno.

Mi rendo conto che da questa descrizione nella mente di ognuno di noi possa apparire l'immagine dell'inferno con Lucifero che ci indica l'entrata, però questo stabilimento, oltre queste soffocanti pareti è stato per me un rifugio, da quando i miei genitori hanno abbandonato sia me che mia sorella maggiore, quando il mio volto è stato rigato dalle lacrime e soprattutto quando avevo perso qualunque tipo di contatto con quelli che al tempo reputavo amici, questo luogo ha fatto sì che io potessi creare nuove amicizie che fino ad oggi considero come dei familiari.

Adesso però basta perdere tempo, è decisamente arrivata l'ora di scostare questa coperta che mi tiene al caldo, sollevarmi lentamente da questo ormai vecchio e scricchiolante letto e dare un senso a questa giornata. Non posso farci nulla per me la mattinata deve iniziare con una sostanziosa colazione, quindi mi dirigo verso la cucina per godermi la mia meritata tazza di latte con tanto cacao e ovviamente con gli immancabili cereali al cioccolato della mia marca preferita.

Oggi è proprio una di quelle mattine dove tutto procede secondo i piani, perciò sulla tabella di marcia alla colazione segue una calda e rilassante doccia che mi rimetta al mondo. Mi vesto di tutta fretta, indosso la mia maglia a mezze maniche rigorosamente nera, con una piccola fiammella stampata all'altezza del cuore, infilo i miei jeans bianchi con qualche strappo quà e là e mi allaccio le vans nere e bianche che porto ai piedi, e per finire do una sistemata al mio ciuffo castano che ormai è cresciuto così tanto che ricade sulla fronte, dal cassetto estraggo la mia acqua profumata al muschio bianco, Dio quanto mi fa sentire così leggero e fresco questo profumo, "ok adesso sono veramente pronto per affrontare questa giornata", dico tra me e me.

Apro la porta e trovo lei, che con il suo tacco dodici nero borchiato sbarra il mio cammino, per non parlare poi delle sue gambe chilometriche da far invidia a chiunque, coperte da una calza velata nera e un fisico scolpito che ha deciso di definire con un tubino blu cobalto, per non parlare della folta chioma blu oceano, con quelle onde realizzate con il suo arricciacapelli ormai troppo consumato per poter donare un senso a quell'acconciatura.

:<< Ciao sorellina, finalmente sei arrivata>>. Dico guardando i suoi occhi verdi smeraldo.

:<<Sapevo che ti avrei trovato in bagno e per la cronaca Marco, non fare il furbo con me, lo sai che sono io la sorella maggiore, che tra le altre cose è qui per farti uscire da questo squallido posto>>.

:<<Dai Eva su non te la prendere ma effettivamente di statura sono più alto io... perciò non cercare di fare appello ai tuoi 20 anni, in fondo abbiamo solo due anni di differenza>>. Affermo scompigliandole i capelli.

:<<Forza grande puffo, andiamo a mangiare sushi che ieri sono andata in ospedale per la visita sulla toxoplasmosi e sono risultata negativa, poi domani è il tuo ultimo giorno qui, non sei felice?>>.

:<< Certo che lo sono, ma a dire il vero la mia felicità è data dal fatto che domani compi vent'anni, perciò ecco qui un piccolo pensiero per la mia sorellina preferita>>. Dico entusiasta.

:<< Sono la tua sorellina preferita solo perché sono l'unica sorella che hai, sei un vero stronzo, non sei cambiato da quando ci siamo visti l'ultima volta>>. Disse scartando quella piccola scatola.

:<< Eva lo sai che non sono tipo da smancerie smielate, ma quella piccola scatola contiene un oggetto dal grande significato>>. Dico, facendole notare l'importanza del mio regalo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 07, 2021 ⏰

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