Sunstone (YanSeph) By Glued Skin

La scatola di carta

Lo sapevo.

Sapevo che raccontare di me e Joseph a Sofia, non in privato, era una cattiva idea. Ora sta singhiozzando e mi sta urlando le peggiori cose davanti a, più o meno, trecento studenti di architettura, neanche l'avessi lasciata dopo dieci anni di relazione. Per questo non le ho raccontato tutto, tutto. Voglio farlo, è la mia migliore amica e non voglio più tenerle nascosto niente, solo che onestamente ne ho vergogna. Non è quel tipo di vergogna, non sono pentito, ieri è stata la notte più bella della mia vita, è pudore. Lo stesso pudore che mi ha fatto soffrire in silenzio da quando ho scoperto di provare qualcosa per lui, che mi ha fatto piangere da solo in camera quando in accademia non mi calcolava di striscio e disperare in un bagno delle donne quando l'ho visto avvinghiato a Michela. Avvinghiato poi, erano seduti allo stesso tavolo, sulla stessa panca e si guardavano negli occhi, magari ci ho visto altro io. In fondo, il tempo trascorso tra quando li ho riconosciuti a quando me la sono data a gambe sarà stato mezzo secondo. Però, gli occhi con cui guardava lei, non erano gli stessi occhi con cui ha guardato me ieri notte o stamattina. Anche nel buio, li sentivo su di me che mi osservavano come se fossi il sole dopo un mese di pioggia. Il suo sole. Mi guardo l'anello come ho fatto stamattina e senza neanche accorgermene sorrido. Il nostro legame è stato immediato. È stato lui il primo a rivolgermi la parola. Lo ricordo perfettamente. Frequentavo la New Dance Accademe già da un po', quando un giorno, in ritardo, è entrato dalla porta. Si aggiunse agli altri in fondo e iniziò a seguire la lezione, come se non fosse la prima volta che ci vedesse. Quel giorno, la sua naturalezza, che allora confusi con spavalderia, mi colpì da subito. Durante la lezione vidi allo specchio che continuava a guardare me se non ricordava i passi. Decisi di aiutarlo suggerendoglieli quando il coreografo non guardava e la mia disponibilità lo sorprese da regalarmi un sorriso. La prima volta che lo vidi sorridere. Nella pausa venne da me per ringraziarmi e mi chiese il nome, da quel momento in poi, non ci siamo più separati. Lui cercava me, io lui, in praticamente ogni cosa. Sono stato io a notare per primo che c'era un qualcosa in più, però questo non significa niente. Devo trovarlo, subito. Non c'è la faccio più. Devo vederlo, ma qui fuori sembrano esserci tutti tranne lui.

- Bastardo, perché me lo dici solo ora? E io che ho passato tutto questo tempo a preoccuparmi per te. – Sofia si asciuga le lacrime con le mani, mentre io cerco in tracolla qualche fazzoletto senza successo.

- Dai Sofy e che volevo dirtelo di persona. – niente. Devo farmene una scorta. L'entrata della facoltà di architettura è diversa dalla nostra. Noi abbiamo uno spiazzale che da sul giardino del campus, dove possiamo sostare a fare qualche chiacchiera senza finire tutti ammassati, mentre qui no. Ci sono solo delle scale e un piccolo marciapiede che da poi sul parcheggio.

- E che sono così felice per te. – tira su con naso e non posso fare altro che abbracciarla. Non solo devo essere felice di avere Joseph, ma anche di avere lei come amica. Sapevo che stava piangendo per quello, la conosco da quando era piccola e oramai riesco ad anticipare tutte le sue reazioni. Qualcuno alle nostre spalle fraintende e urla un "BRAVIII" e mi viene da ridere. L'ho detto che sembravamo una coppia in un litigio bestiale. Ride anche lei, ma resta ancora abbracciata a me.

- Quando lo vedi, digli che deve stare attento. –

- A cosa? –

- A me, ovviamente. – scioglie l'abbraccio e si appoggia al muro bianco e blu del edificio. Siamo entrambi sul marciapiede, non tanto vicini all'entrata, ma abbastanza vicini per poter tenere d'occhio la situazione. – E anche quella Michela è sotto il mio radar. Già mi stava qui. – si tocca il collo, la dove gli uomini hanno il pomo d'Adamo.

- Credo che Tanisha abbia ragione e che mi sia creato un film in testa da solo. – le parlo ma non la guardo. Lo sto cercando tra la folla, perché è già l'una e mezza e nel pomeriggio non aveva lezioni. Possibile che sia già andato via?