Capitolo 1 - Qualcosa di strano

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Irlanda. Contea di Clare. Sei e mezza. Driiin driiin. La sveglia suona.
«Alex devi andare a scuola, alzati!»

«Si mamma, un attimo»

«No, ora o farai tardi»

«Dai dai, ci sono»

«Alex vuoi che ti accompagni io a scuola?»

«No, vado da solo. È il primo giorno di scuola, oggi inizio le superiori. Sono grande!»

A quel punto Alex, uscì di casa e vide suo nonno che sistemava il giardino.

«Ciao nonno!» lui disse. «Sto andando a scuola»

«Oh ciao Alex, bravo bravo, in bocca al lupo!»

Alex allora, si incamminó verso scuola essendo molto vicina alla sua abitazione. Cinquecento metri al massimo. Era una giornata molto nuvolosa, quasi tenebrosa. L'aria era tutt'altro che pulita, c'era un odore di gas. Forse, era appena passato un furgone che trasportava delle bombole, Alex pensó.

Giró l'angolo e vide Mike, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo. Un simpaticone. Mike era basso, un po' cicciottello ma con un cuore enorme. Ogni giorno elargiva felicità. Alex lo chiamó da lontano e Mike gli fece cenno di andare da lui.

Lui si avvicinó e chiese a Mike:
«Cosa succede?

«Niente , rispose.»

Allora, Alex controbattè:

«Di solito mi saluti con grande entusiasmo, ti vedo strano.»

«No no, è solo che dei bulletti mi hanno preso in giro per la mia maglietta gialla.»

«Cosa ti hanno detto?»

«Dicevano che chi ha la maglietta gialla more senza pi-alla

Alex per consolarlo gli disse:

«Tranquillo, anche perché a quattordici anni cosa mai avranno visto. Al massimo un porno su PornHub.
Se ti stai chiedendo cos'è non cercarlo sul Browser, mi raccomando.
Ritornando a noi, ti volevo dire una cosa: questa mattina ho rivisto mio nonno, dopo qualche giorno, per un attimo ho pensato che fosse morto. Peró, non ce l'ho fatta a chiedergli cosa fosse successo, non volevo risultare inopportuno. Detto questo entriamo, non vorrei far tardi il primo giorno.»

A quel punto Alex e Mike entrarono e nel mentre suonó la campanella.
I nuovi studenti vennero riuniti nell'aula magna della scuola. Una stanza enorme con almeno centocinquanta sedie. L'aria era talmente gelida che i brividi di freddo furono avvertiti dalla maggior parte delle persone. Il pavimento era formato da enormi mattonelle lucide, che riflettevano quasi, le emozioni degli studenti. Principalmente paura e felicità mescolati in una sostanza eterogenea. L'unica cosa bella erano le pareti di un giallo ocra, che trasmettevano tutto sommato serenità.

Successivamente tra la folla si sentì una voce, rauca. Era la preside. Una donna alta. Aveva lineamenti molto particolari che la rendevano bella. Si presentó, e con lei anche il corpo docenti. I professori erano bislacchi, cosí li definí Alex. Finita la presentazione la preside divise gli studenti per classi. Ovviamente, Alex e Mike, come succede nei film più belli, vennero divisi. Forse, un errore del sistema, pensarono. Non avevano scelta, dovevano separarsi.

Alex allora, si incamminó insieme ai suoi nuovi compagni e alla prof verso la classe. Nel mentre, vide una ragazza. Bellissima! Aveva dei lunghi capelli biondi con riflessi rossi. Un sorriso spettacolare. Le lentiggini le ricoprivano quel viso solare.

«Devo conoscerla, disse Alex a bassa voce. Si avvicinó e da dietro disse: «Scusami, ehi scusami. Ciao, come ti chiami?»

Lei rispose:

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