II.
yoongi ha tredici anni.
è appena tornato da scuola. fa caldo, non ne può più. i suoi amici lo hanno preso in giro perché non vuole tagliarsi i capelli. il sudore di fine giugno si mescola alla pioggerellina insignificante di lacrime appena sotto le sue occhiaie. yoongi è un tipo discreto.
entra in cucina, apre il frigo con violenza e ingurgita mezzo litro di latte freddo. il ventilatore butta solo aria calda, l'afa si è gettata sui palazzi e sembra nebbia, non si vede un cazzo.
nell'appartamento si diffonde Aida di rino gaetano e sua madre la canticchia stonata. è seduta al tavolo piccolissimo e sta sbucciando le fave. ha una pezza violetta legata ai capelli.«la signora L ti aspetta. sei ancora in tempo, yoongi»
in tempo per cosa? ha già rifiutato anni indietro. non ha intenzione di imparare a suonare, tantomeno se a insegnargli è quella donna. yoongi non ha niente contro di lei. la musica lo spaventa. il suono amarognolo che gli penetra la cassa toracica gli blocca il respiro ogni volta. lui non vuole avere nulla a che fare con la musica.
corre in camera sua. apre le finestre. vede tutto bianco. il sole gli dà alla testa. sa che in quel salotto pochi piani più sù, in quello stesso momento, non c'è una singola strisciolina di afa. è sempre autunno, dalla signora L.
«ma', hai qualcosa da dare alla vecchia?»
sua madre lo guarda storto, poi sbuffa. si alza, la sua schiena fa rumore. va a prendere una borsa di tela e gliela lancia tra le mani.
il disco gira nel salotto. ora manda il parco della luna di dalla. yoongi pensa che dev'essere uno di quei mix musicali che compri al mercato. sorride.«il suo cappotto che m'ha chiesto di lavarle a mano. muoviti»
yoongi sale gli scalini con estrema lentezza. ogni passo fomenta la sua rabbia. perché è così ossessionato dalla signora L? perché non manda a fanculo tutto e si decide a suonare quello stupido pianoforte? oggi è il compleanno della vecchia. compie novantadue anni.
quarto piano. appartamento LB12. colpisce la porta tre volte e più forte che può. è da una settimana che la signora L ha comprato un apparecchio acustico che le sporge dalle orecchie cadenti ed esageratamente ornate. naturalmente, è stata sua madre ad accompagnarla a fare la visita e l'acquisto. a yoongi viene da ridere. la tromba delle scale sembra essere il luogo più fresco che si possa trovare in questi giorni, quindi le porte degli appartamenti sono tutte spalancate. da essi si sprigiona una nube di spezie. la cucina italiana non è poi così diversa da quella del suo paese. dall'interno della casa sente il pianoforte suonare. come fa se è sorda? passano cinque minuti in cui yoongi pensa se sia una buona idea farle uno scherzo, oppure semplicemente andarsi a fumare una sigaretta sul tetto.la porta si apre. lui sgrana gli occhi. il pianoforte continua a partorire melodie dall'incrinatura greve. la signora L si apre in un sorriso tremante e gentile. lo accoglie con un cenno. yoongi si prepara ai conati di vomito. poggia la borsa contenente il cappotto sul tavolo, posa un castissimo bacio sulla tempia della vecchia in segno di auguri, poi si lascia cadere coi gomiti sul legno scuro del piano.
fissa prepotentemente i tasti. qualcuno li sta spingendo. troppo forte. troppo male.
«chi sei?» sbotta.
la signora L è andata in cucina. sente il suono stridulo del coltello sbattere contro un vassoio di porcellana. gli starà sicuramente tagliando una fetta di crostata. yoongi odia la marmellata, ma sa che deve mangiarla.
al piano è seduta una ragazzina.
ha i capelli folti che si arrestano tra il collo e le spalle. yoongi prova a guardare la sua faccia, ma questa è china sulla tastiera. suona con una certa velocità. yoongi si stiracchia, guarda in basso.
la pelle è scoperta. le braccia sono sottili e ambrate. ricordano i toni del salotto in cui sono loro. ricordano l'india, le biblioteche di paese, il bordo della pastafrolla bruciacchiata. indossa un abito azzurro.
le gambe, anch'esse sottili, si muovono nervose sui pedali. vorrebbe mozzargliele.
la signora L arriva, finalmente. posa sulla tavola armonica due piccoli piattini con due paste e un quadratino di crostata. il riflesso dei presenti che s'affacciano a guardare i dolciumi si staglia sulla lastra di ciliegio del piano, che non li distorce neanche un po'.
la ragazza smette di suonare.
«hai conosciuto minah» dice la signora L.
la voce morbida e aristocratica, priva d'accento. il sorriso che le piega la faccia e racconta rughe nuove, pulite. yoongi fa l'ennesima smorfia. si riempie la bocca di quella marmellata di merda, poi la guarda.
è una ragazza strana. non ne ha mai viste così. assomiglia a lui. dev'essere filippina. non ha mai visto una ragazza vera. quelle nella sua classe sono tutte stronze e hanno le cosce grosse e i fianchi troppo stretti. tipico. ma non è questo il punto. yoongi si siede per concedersi una discretissima occhiata a quelle gambe. di nuovo. lui non è un esperto, ma qualcosa non quadra. la signora L fa cenno a minah di riprendere, poi si piega sulla sedia a dondolo accanto al piano. la portafinestra è aperta. le tende color biscotto danzano nel salotto. il sole brucia ma non s'azzarda ad entrare in quella casa. non fa più caldo. i vasi canopi se ne stanno sugli scaffali e guardano minah suonare. c'è la musica, ci sono le cinciallegre che cantano a oltranza. ci sono le macchine giù, sulla strada, a stramazzare in lontananza.
è estate e yoongi ha il palato arso, paralizzato dalla marmellata di pere. è estate e yoongi si è appena innamorato di una ragazza con la magia nelle mani e qualcosa di meno magico ma più vero negli occhi di volpe.non sa perché, ma se ne sta dalla signora L per le successive due ore. quando torna nella sua cameretta bollente, dà la colpa all'estate che sembra non esserci in quella casa, a sua madre, alla musica. si lava i denti tre volte per levare quella marmellata schifosa. finge di fare i compiti, ma fa troppo caldo.
pensa a minah. sembra avere la sua età. non l'ha mai vista in giro, anche se non esce mai. non sa che scuola faccia, se ci vada a scuola, come sia la sua voce.
si affaccia alla finestrella che gli fruisce una visione scomoda del cortile del plesso dove abita.
fa schifo. il prato è giallo, pieno di piscio di cani. i giardinieri locali si sono arresi a tosare le aiuole da tempo. il sole squarcia i palazzi, entra nelle cucine, fa girar la testa. tutto è silenzio. ad un tratto appare minah.
è uscita nel cortile e si è seduta su un muretto lastricato. sta mangiando qualcosa che yoongi non riesce a vedere. è al telefono. ha un telefono. di quelli nuovi, quei motorola che si portano in tasca. ha un'antenna lunghissima che a yoongi fa ridere. un ciondolo rosa e lunghissimo. minah è fantastica. si sta grattando la caviglia. sorride al telefono. i capelli corti le coprono la fronte. c'è un minimo di trentasette gradi là fuori, ma lei è freschezza. yoongi avverte il suo petto vibrare.
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، IL PARCO DELLA LUNA, myg
Historia Corta"li ho visti abbracciarsi come bimbi nel parco della luna"