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Suspicion: which gives rise to more or less well-founded doubts
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༻༺Il sole era ormai sorto da poco, gli uccellini cinguettavano allegri e i galli continuavano a cantare per annunciare a tutti la venuta del nuovo giorno.
Un nuovo giorno che si prospettava essere davvero molto pesante per il principe Jungkook. Infatti oggi era il suo ultimo giorno da principe, l'indomani sarebbe diventato re di quel, tanto ricco quanto esteso, regno.
Jungkook però aveva la testa da un'altra parte. Da fuori la sua camera riusciva a sentire i lamenti strazianti del padre che si contorceva per i dolori e continuava a utilizzare una sorta di pipetta per cercare di far entrare aria in quei polmoni che si rifiutavano di svolgere l'unico compito che avevano.
Jungkook nemmeno in altre circostanze sarebbe stato entusiasta di divenire re ma adesso, senza poter contare nemmeno sull'occhio vigile del padre, era ancora più difficile per lui anche solo pensare di esserlo.
La situazione era delle peggiori giù in citta. Ormai si era sparsa la voce che il sovrano non stesse bene e che a breve ci sarebbe stata la successione al trono. Il cerimoniale era sempre un evento di una bellezza senza confini e tutti vi avrebbero partecipato se il re avesse voluto.
Jungkook invece di pensare a scrivere il suo primo discorso come re passava il suo tempo a fissare la fetta di mondo che poteva ammirare dalla sua finestra perdendosi tra i suoi pensieri.
Molte cose non capiva. Non capiva come quell'uomo mascherato avesse saputo prima di lui stesso dello stato di suo padre. Non riusciva nemmeno a pensare a un modo per fermarlo. Però una cosa la sapeva, se quello avesse attaccato osando, come da lui stesso preannunciato, ferire suo padre o le persone a cui tiene, lui gli avrebbe dichiarato guerra.
Sulla testa di quel mascalzone c'erano già tre mandati d'arresto. Tutti per tentati attacchi al re e per crimini minori ma sempre rilevanti.
Questo paladino della giustizia infatti, nelle sue apparizioni si occupava sempre di risolvere dei problemi. Basti pensare alla prima volta che fece la sua venuta.
Era mezzanotte ormai quando si sentirono le campane dal villaggio suonare animatamente e il sovrano, allora ancora in piena salute, mandò degli uomini a controllare cosa fosse successo. I soldi dell'aumento delle tasse erano stati presi e ridati ai proprietari e c'era un bigliettino bucato dalla lama di un coltellino che serviva per tenerlo attaccato lì, proprio sulla porta di legno di quella sorta di "municipio".
"Sottrarre soldi alla povera gente e per di più a solo beneficio della propria corona non è azione molto rispettabile per un re del suo calibro e rango sociale, sire."
-The masked man.
Verità era che, come precedentemente spiegato, il sovrano Jeon non era molto equo (se questo andava a favore dei suoi interessi personali). Il popolo iniziò a rivoltarsi incitato da quella protesta partita da quel dannato mascalzone. Alla fine il sovrano non riuscendo in nessun modo a placare gli animi dei suoi sudditi, aveva acconsentito ad annullare l'aumento delle tasse ma minacciando di mettere in gattabuia chiunque avesse anche solo osato chiedere di più.
Dalla sua venuta tutte le ingiustizie (precedenti e non) dell'operato del padre di Jungkook furono portate alla luce e con il tempo, il buon nome del re Lee fu macchiato a tal punto che quest'ultimo decise di cambiare il suo cognome con Jeon, attuale cognome reale della famiglia. Ma le cose non finivano di certo lì.
"Mio signore..." venne richiamato all'attenzione dal suo servitore vicino la porta. "E' arrivato l'uomo di cui vi parlavo... la sta aspettando in sala." disse, lo ringraziò e si diede una sistemata pronto per ad accogliere chiunque fosse quella persona che avrebbe dovuto proteggerlo.
Entrò in sala e la sua attenzione fu catturata da una figura alta e slanciata appoggiata alla finestra della sala del trono, intento a guardare fuori.
"Voi quindi siete...?" chiese il principe corvino.
"Kim, Kim Taehyung." rispose l'uomo distratto mentre si allontanava dalla finestra.
"Bene messere Taehyung, credo che sappia già per quale motivo sono richiesti i suoi servigi." iniziò il corvino e l'altro annuì.
"Mi sono informato a dovere sulla situazione in cui riversa il suo regno, principe." affermò sicuro. Il principe lo invitò a sedersi e riiniziarono a parlare. "Quindi saprà dell'uomo mascherato da cui dovrà proteggermi in caso di attacco improvviso?" chiese il futuro re e l'altro annuì.
"La sua paga verrà calcolata a seconda della qualità dei vostri servigi e come gestirete la situazione nei momenti di pericolo." spiegò.
L'altro annuì ancora ma poi parlò.
"Non parliamo di questo ora. Vorrei sapere invece qualcosa di più, che vada oltre umili fonti di popolo, su questo uomo mascherato..." affermò esortando il principe a raccontagli e quest'ultimo, senza molte cerimonie, iniziò parlando di alcuni episodi e i suoi modi di "Attaccare."
"E' come se fosse un paladino della giustizia. Si occupa sempre di risolvere le ingiustizie che vengono fatte nel regno. Fino ad ora si è limitato a minacciarci di rivelarle e facendolo vedendo che non cedessimo ai suoi sporchi mezzucci ma nel suo ultimo biglietto è arrivato a minacciare alla vita di mio padre e sicuramente punterà a me quando prenderò le redini del regno tra le mani." spiegò.
"Posso vedere il foglio in questione?" chiese l'altro. La sua voce era molto profonda e autoritaria.
Il corvino lo prese dallo scrigno sul tavolo e glielo diede.
Costui, appena lo prese tra le mani e se lo rigirò tra le dita, gli si spalancarono gli occhi e impallidì.
"COSA?" chiese speranzoso il principe sperando che magari quell'affascinante sconosciuto avesse già trovato qualche particolare decisivo.
"N-no nulla solo..." tentennò. "Mi sorprendono minacce così accese." continuò non togliendo gli occhi dal foglio e stringendolo tra le dita.
Il principe ne fu deluso, per un secondo aveva sperato che finalmente avessero trovato qualcosa che potesse aiutarlo a trovare quel cane, ma la delusione lo aveva colpito così forte che i suoi muscoli facciali si irrigidirono.
"Da domani si presenterà qui e passerà con me tutta la giornata." lo istruì il principe alzandosi dalla sedia. "Di notte metterò altri uomini per darle la possibilità di riposare." lo informò.
Questo con sguardo assente lo ringraziò, annuì e andò via.
"Quel ragazzo è strano..."
Si disse il principe mentre lo vedeva lasciare la stanza. Jungkook però ripensò a quel giovane.
"Sarà in grado di proteggermi? Non è chissà quanto muscoloso."
Quell'uomo infatti aveva un non so che di misterioso, oserei dire proprio possidente di una bellezza celata nel mistero. Era un bellissimo giovane, i suoi occhi erano anche più profondi della sua voce e questo era tutto dire. Le sue mani snelle e perfette allo stesso tempo. Un corpo che nonostante fosse stato nascosto sotto quegli abiti non era passato inosservato a nessuno nel palazzo e probabilmente, se non fosse stato per i mille pensieri che tormentavano la mente del principe, non sarebbe passato inosservato nemmeno a lui.
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Sorry per non aver aggiornato in maniera più frequente, cercherò di rifarmi durante le feste di Pasqua. E se avete qualche minuto passate a dare un'occhiata anche all'altra storia che sto scrivendo<3. Ne sarei molto felice, davvero tanto.
Nel caso ci siano errori di qualche tipo vi prego di farmeli notare così da potermi migliorare :)
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꧁ᴛʜᴇ ᴍᴀsᴋᴇᴅ ᴍᴀɴ ꧂
RomanceJungkook era un giovane principe che fu costretto a succedere al trono in un periodo particolarmente turbolento. Suo padre, molto malato, cercherà di aiutarlo con la sua esperienza e saggezza ma, l'ancora troppo giovane ragazzo, deciderà di risolver...