Stiles's pov.
Un suono fastidioso e acuto mi sveglia alle 6:00 per andare a scuola. 

Faccio uno sbadiglio e scendo a fare una buona colazione.
Mangio una ciambella comprata da mio padre il giorno prima per la colazione, devo dire davvero buonissima.

Mi vesto come al solito, una maglia a mezze maniche nera e dei jeans blu comodi.
Prendo le chiavi di casa e della jeep e metto lo zaino in spalla anche se non contiene molti libri, solo quaderni per lo più.

Arrivo al veicolo e metto in moto, prima di partire controllo se la ragazza misteriosa esce per andare a scuola.

In quel momento mi si accende la lampadina e mi viene un idea rischiosa.
Esco dalla jeep e mi dirigo verso la casa dei vicini.


Busso con il pugno più volte e finalmente mi apre un uomo, quello dell'altra sera.
Rimango pietrificato finché lui non parla.

«Che c'è ragazzino?» dice con tono seccato.

Faccio un respiro e parlo.

«Ieri mio padre, lo sceriffo mi ha detto che ha una figlia un anno più piccola di me e ho pensato che potrei portarla a scuola oggi» dico tutto d'un fiato.

«Così non dovrà disturbarsi per accompagnarla lei» aggiungo sperando in una risposta affermativa del signore.

«Ragazzina scendi!» urla l'uomo rivolto verso le scale della casa
Immediatamente scende una ragazza bellissima, più della sera precedente.
Indossa un Jeans più chiaro del mio e una felpa nera che le copre le mani. La felpa è tre taglie più grande.


«Che succede?»  chiede confusa alla mia vista.


«ti accompagno a scuola»  le rispondo.

Il suo sguardo divenne ancora più confuso.


«Vado a scuola??»  dice sorpresa.
«Si, ci vai!»  risponde l'ubriacone.

Lei non risponde al tono crudele del padre, sale di nuovo al piano superiore e prende lo zaino, torna al piano di sotto ed esce.

Chiude la porta dietro alle sue spalle ed io le indico la mia macchina. Scoppia a ridere subito dopo.


«Che c'è da ridere?» le dico
«beh, quella è la tua macchina?» dice sorpresa 

«Si, problemi?» domando.

 «No è solo che è particolare come auto» dice lei ridendo, ha un sorriso da accecarti solo a vederlo. 

«Non insultare la mia piccola! Mai» le dico, inseguito feccio una smorfia come un bambino.

Saliamo in macchina, durante il viaggio c'è un silenzio spaventoso ed imbarazzante finché lei non apre bocca.

«Perché lo hai fatto?» mi dice «Fatto cosa?» chiedo confuso.

«Chiedere a mio padre di accompagnarmi a scuola. Ti avevo detto di non impicciarti» mi dice leggermente arrabbiata. 

«Non è giusto che tu non possa andare a scuola e il tuo amato papà non ti faccia conoscere nuove persone» dico irritato. 

«Lui non è il mio "amato papà" non gli voglio bene e se è per questo non è nemmeno mio padre» dice guardandosi le mani.

«Quindi tu passi delle giornate di inferno con uno che non è nemmeno tuo padre?» dico un po' sconvolto. 

"he saved me"||~stiles stilinski~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora