Calma piatta - 2

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'PLAYLIST'  BTS - Life Goes On

Ci pensarono le dolci carezze della madre, tra i capelli sbiaditi del ragazzo, a svegliarlo che beandosi di quella tenerezza fece finta di dormire qualche minuto in più, cosicché non smettesse subito di coccolarlo. Ella si sedette a bordo letto ad osservare l'adorato figlioletto, ormai cresciuto, dormire sereno. Aveva il viso così rilassato che le ricordò un piccolo Jimin spensierato, il cui unico problema poteva essere che il suo giocattolo preferito si fosse rotto.

"Quando la smetterai di stare solamente con gli occhi chiusi?" la donna ridacchiando scosse la testa, lo conosceva fin troppo bene e in risposta ricevette un'occhiata storta ma anche affettuosa e con falso disappunto "quando finalmente smetterai di dare più attenzioni a quel fratello minore che mi ritrovo, ladro di mamma". Continuarono a chiacchierare per un po', il figlio, di tanto in tanto, le osservava i lineamenti e si rese conto anche lui che il tempo stava passando in fretta. Nel viso morbido e pallido della madre non c'era nessuna ruga per via di tutte le lozioni e cure che dedicava alla sua pelle ma lo sguardo, seppur avendo la stessa luce di sempre quando lo guardava, era cambiato maturando interiormente insieme al suo carattere, ora più pacato; i suoi capelli però le avrebbero donato ogni volta un'aria giovanile.

Ella amava come Jimin, tingere i capelli, tant'è che andavano spesso insieme al salone a cambiare taglio o rinfrescare la tinta, togliendo quella maledetta ricrescita. L'ultima volta che andarono, volle osare anche con un taglio abbastanza corto e sbarazzino, oltre alla soluzione che avrebbe reso la sua capigliatura color acquamarina; quando furono di rientro e il marito la vide, egli fece cadere il vassoio con le loro quattro porzioni di ramyeon appena immersi in acqua bollente e non fu per nulla una reazione negativa perché affermò poco dopo di essersi solo innamorato di più della donna che stava al suo fianco, sollevato anche di non aver subito scottature per il suo involontario gesto. Parlando proprio di lui, le chiacchiere continuarono finché il capofamiglia richiamò tutti per avvertire che la cena fosse pronta o come dicevano loro 'il banchetto' per via delle doti culinarie dell'uomo.

Jimin una volta seduto a tavola, non potè fare a meno di sorridere per via della bella atmosfera che aleggiava in quella stanza. Jiyoo, la madre, stava adesso parlando con il coniuge, in prossimità della superficie allestita, riguardo la sua giornata lavorativa al negozio d'arredamento e il fratello, appena arrivato, prese posto accanto a lui; non prima però di prendere il maggiore per la testa e lasciargli un bacio tra i capelli, un gesto fraterno e amorevole che, nonostante fossero cresciuti, non avrebbero abbandonato mai. Erano, infatti, tutti molto uniti, oltre che ad una famiglia li pensava anche come a delle persone amiche con cui parlava tranquillamente di tutto e viceversa. La regola di quella casa era - per l'appunto - la sincerità, accompagnata dal rispetto l'un per l'altro. Amavano trascorrere il tempo insieme, trovavano necessario e importante avere l'opportunità di creare ricordi e rendere profondi i loro rapporti, ed era così evidente che provassero dell'affetto infinito, lo notavano tutti a primo impatto; molti dei suoi amici e compagni di scuola, invidiavano il rapporto che c'era tra di loro, spesso raccontandogli di come fosse diversa la loro esperienza familiare, relazioni calorose il minimo indispensabile o il poco tempo disponibile per stare insieme a causa del lavoro dei genitori, altre volte, come nel caso del migliore amico del liceale, Taehyung, i suoi si erano separati. Si ritenevano fortunati, tanto, ribattezzarono persino il matrimonio dei loro genitori come la festa della famiglia, giorno in cui nessuno di loro doveva prendere impegni per nessuna ragione al mondo e stavano insieme, partendo per una piccola gita fuori Seoul che ogni anno cambiava meta. Quel giorno per loro era perfino più importante del Chuseok.

"Cosa c'è stasera nel menù dello chef Park?" Domandò il minore dei figli, affamato. L'uomo così mostrò alla famigliola la sua opera d'arte, ovvero, dello squisito sushi fatto in casa, in varie forme e colori. Raggiunse ben presto la tavola, facendo attenzione a non far cadere i due vassoi, stracolmi, che adagiò su una tovaglia gialla, apparecchiata con il servizio bianco e color miele, il preferito della signora di casa. Inutile dire che si abbuffarono di fronte a tutte quelle prelibatezze! La cucina giapponese era davvero gustosa per suo padre, Taehi, che alla richiesta da parte di Jiyoo di provare a prepararne dei piatti per la prima volta - anni addietro - non smise più di informarsi sulle varie ricette, mettendole all'opera ancora oggi talora ne avessero avuto voglia. Alla fine il padre gestiva davvero un ristorante - motivo per il quale era eccellente ai fornelli - nel centro di Seoul, ed era anche ben conosciuto nei paraggi. Il menù era particolare poiché il locale era diviso in quattro sale, le quali ne avevano uno differente dall'altro, ed era questo che colpiva la gente e lo rese chiacchierato, la versatilità culinaria che possedeva e lo portava ad adattarsi ai gusti di tutta la gente che vi metteva piede.

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