QUATTRO ANNI PRIMA.
"L'aveva notata durante il suo primo giorno a Stonehill. Non era stato solo il tipo di bellezza diversa, quel groviglio selvaggio di capelli biondi e ricci e quegli occhi verde mare, a fargli venire il desiderio di guardarla e accarezzarla senza sosta. Era il fatto che sembrasse libera da cose con le quali gli altri perdevano il loro tempo, il modo in cui osservava una persona mentre parlava, senza scrutare la folla per vedere chi altro c'era; il suo modo di vestire, diverso da chiunque altro, o come si perdeva in una canzone."
Stavo leggendo uno dei libri più romantici e senza tempo di sempre. Era meraviglioso come l'autrice Elizabeth Chandler -di baciata da un angelo- descrivesse l'amore, l'unica via di fuga...di scampo, dalla morte e dal dolore.
Era la quinta volta che rileggevo quel libro ma ogni volta riusciva a prendermi e a trasportarmi come se fosse la prima."Elena" Ecco come essere disturbate e tolte da un mondo praticamente perfetto. Fin da piccolina mia mamma, ogni sera, mi raccontava storie si angeli, principesse e streghe. Io ne rimasi affascinata da tutti questi misteri e all' età di cinque anni, ricevetti il mio primo libro con cui c'era anche un piccolo diario. Mia madre, mi aveva spiegato che era importante sfogarsi in qualche modo e forse attraverso la scrittura era il metodo più semplice e immediato per descrivere tutto quello che nella mente succedeva. Non lo toccai fino all'età dei miei dieci anni, dove cominciai a riversare su un piccolo foglio bianco le mie piccole emozioni e forse è stato in quel preciso momento dove capii qual era la mia strada. Volevo diventare una scrittrice.
"Elena" chiusi il libro al secondo richiamo di Nina e lo posai delicatamente dentro alla borsa.
Il viaggio si stava risultando più lungo e stressante del previsto.
Ero seduta nel sedile posteriore assieme ad April.
Il mio sguardo era stato catturato dalle immagini di case, alberi e persone che cambiavano velocemente per la forte velocità con cui procedeva la macchina. Nina, invece, era seduta sul sedile anteriore del taxi, e anche se non voleva ammetterlo era terribilmente stanca. Il volo era durato dodici ore e sicuramente per la paura causata dagli innumerevoli film sugli incidenti aerei visti di recente, non aveva chiuso occhio. Ora il sonno si stava impossessando del suo corpo e cominciava lentamente a chiudere le palpebre.
Non si potevo dire la stessa su April, continuava a parlare, sembrava che l'energia non le mancasse mai.
"Tra quanto siamo arrivati?"
Tolsi la testa, che avevo appoggiato momentaneamente, dal finestrino voltandomi verso la bellissima ragazza dai capelli rossi e lineamenti tipicamente italiani.
"Manca un isolato" ci informo l'autista prima che potessi aprire bocca.
"Ci pensi vivremmo per due mesi in Inghilterra"
"Che bello" risposi infastidita.Non che l'idea di vivere a Londra per due mesi non fosse entusiasmante e mia madre appoggiata dalle mie due migliori amiche erano riuscite a convincermi che passare un po' di tempo lontana da New York e dalla scelta dell'università, mi avrebbero fatto bene, ma di certo avrei preferito altri mille posti dove andare per le vacanze estive.
"Guarda un cavallo, due cavalli...oh mi porti a cavalc-"
"Si basta che te ne stai zitta" all'affermazione Nina ridacchiai, erano sempre costantemente in guerra ma il bene che si volevano non si poteva semplicemente contare. Quando si era bambini dimostravamo quanto volevamo bene ad una persona allungando le braccia, più il bambino le allungava più ti voleva bene. Quando cresi smetti di dire quanto vuoi bene ad una persona o quanto hai bisogno di lei, metti tutto in secondo piano, smetti di allungare le braccia o semplicemente rispondi con molto o non ne ho idea. Io penso che il bene che ti vuole una persona non va mai contato o detto perché se è al tuo fianco in qualsiasi momento e ti dimostra costantemente che lei ha bisogno di te, beh per quanto possiate litigare, il bene che ti vuole quella persona non diminuirà mai.
"Con te non parlo" April diede una piccola pacca sulla spalla di Nina facendola voltare "sono ancora arrabbiata per prima"
Prima di uscire dal nostro appartamento che dividevamo dalla prima superiore, Nina aveva accidentalmente chiuso all'interno di casa, April. Per fortuna prima che arrivasse il taxi mi ero accorta che mancava qualcuno.
Scoppiai a ridere guardandole punzecchiarsi a vicenda.
L'autista invece sembrava se non vedesse l'ora di arrivare a destinazione."Elena... mi daresti un blocco?" Cercai all'interno della mia borsa e appena lo individuai, lo acchiappai e lo porsi ad April che intanto stava fulminando la mora mezza assonnata.
"Pennarello" alzai gli occhi al cielo.
"Ecco"
"Nero? Non ce l hai rosa?"
"Che sono io una cartolibreria portabile?" Chiesi guardando il viso di April perennemente abbronzato come il resto del suo corpo.
"Perché non lo sei?"
"No, April"
"Tanto so che stai mentendo" disse quasi in sussurro. Era meglio non continuare la conversazione non avrebbe portato a niente, solo ad un punto di morte."A cosa ti serve un blocco e un pennarello?" chiese Nina, mentre si esaminava il suo viso su un specchietto portatile. Quando si assicuro che il trucco non era sbavato si voltò, lanciandomi lo specchietto.
"Senti questo rumore?" mi chiese April, mentre scriveva qualcosa sul blocco bianco.
"Mmm...no, di che cosa stai parlando?"
"Della zanzara sul sedile anteriore che continua ad infastidirmi" disse compiaciuta per la sua affermazione. Alzai gli occhi al cielo, pregando che non andasse oltre sparando un'altra delle sue cazzate."Ti infastidisce forse perché non hai messo l'autan" cominciai a ridere ma vedendo che nessuno mi seguiva cappi che la cazzata l'avevo appena sparata io.
April mi guardò e poi scoppio anche lei a ridere."Vedo che l'hai capita" li diedi un pacca sulla spalla" finalmente"
"No, non l'ho capita"
"Allora perché stavi ridendo?"
"Sai stavo ridendo per conto mio" Sul suo viso comparve un sorriso compiaciuto, come se avesse detto la cosa più intelligente di questo mondo.Alzai un sopracciglio, April riportò l'attenzione sul blocco e Nina, senza parole, si voltò verso l'autista chiedendo quanto i centri commerciali erano distanti dal nostro Hotel.
Presi il mio piccolo diario e lo aggiornai delle cose successe durante questa giornata.
Il sole era tramontato già da un bel pezzo e l'aria fresca mi fece rabbrividire. Arrivati a destinazione scesi di tutta fretta, ero ansiosa di vedere il posto in cui dovevo passare alcuni mesi.
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Inevitabile
Teen Fiction"Inevitabile" era una delle mie parole preferite, perché niente lo si può fermare, tutto succede per un motivo.