« Come as you are, as you were
As I want you to be
As a friend, as a friend
As an old enemy
Take your time, hurry up
Choice is yours, don't be late
Take a rest as a friend
As an old
Memoria, memoria. »
— Come As You Are, Nirvana.
Le prime due settimane di soggiorno parigino si sono consumate in una raffica di vento estivo, e in quei quattordici giorni tutto e niente è cambiato.
La Sorbonne ha inaugurato un nuovo anno universitario, e la Panthéon Assas ha aperto le proprie porte a un ulteriore primo semestre, programmando un piano ben preciso di lezioni da seguire avanti alle prossime sessioni d'esame. L'autunno ha cominciato ad ingiallire le foglie e a reciderle dagli alberi, la temperatura s'è appena un po' abbassata, la routine lavorativa ha pian piano soppiantato gli svaghi estivi e il dolce far niente, e la vita d'ogni giorno, come consuetudine, ha fatto per lasciarsi alle spalle quel piacevole intermezzo che è la bella stagione.
Intorno a Mary, ogni cosa ha preso posto; si è mutata per adeguarsi ad altre prospettive, in rispetto al cerchio della vita. Soltanto alla sua figura nulla è parso aderire a tutto quel bilanciamento. E frattanto che in circolo ciascuno si è predisposto per vivere un nuovo periodo, è lei ad essere rimasta bloccata e a disagio, proprio come un pesce fuor d'acqua.
Persino alla maison de Valois quel che è variato, in quel lasso di tempo, non ha portato a niente di favorevole: l'aria si è viziata ancor di più, la freddezza tra lei e Francis s'è potenziata, e qualsiasi aspettazione di miglioramento s'è accartocciata nello stesso modo in cui, in questo esatto momento, il foglietto di appunti calcato dal pugno di Mary si arrotola, filando poi dritto nel cestino di rifiuti lì accanto.
La tetraggine sul suo volto sa essere ben visibile, ma fortunatamente è abile nel camuffarla in presenza altrui e smascherarla solamente in attimi di solitudine. Verità è che di dar spettacolo con le proprie emozioni non è affatto intenzionata, Mary — e finché dalla controparte non riceverà altro che indifferenza, allora sarà lei stessa ad armarsi di disinteresse e ad isolarsi nei propri, "relativi", spazi.
E' pur vero che gli stessi sono pochi — e l'università per prima, con sua grande sventura, è il secondo luogo più bazzicato dai cari padroni di casa. Catherine che vi opera in quanto insegnante, l'ex marito, Henry, che vi risiede come Direttore, e Francis, che da allievo già addentrato, non ha neppur necessità di concorrere contro chicchessia per ottenere il ruolo di miglior laureando. Lo possiede già.
Ovunque possa voltarsi, vi sono sempre i medesimi visi ad apparirle davanti. E se dapprima la fama dei Valois le era motivo di incanto, adesso non è altro che ragione di sdegno. Un vero e proprio supplizio.
La strada verso la rassegnazione, tuttavia, non è neppure così lontana. Dopotutto, a Parigi si trova invero per studiare, approfondire le proprie conoscenze e perfezionare il proprio curriculum studentesco, e non certo per disperato bisogno di affetti. Di amicizie, avrà maniera di stringerne a lungo andare, nei mesi a venire. Che Francis voglia farne parte o meno, a questo punto, non è affar suo. D'ora in poi, considerate le circostanze, sarà bene per Mary reputarlo solo e semplice condomino. Tutto quel che sarà portata a condividere con lui non sarà altro che un tetto. Nulla di più.
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A town where you live
RomanceÈ di seguito a un progetto Erasmus che la giovane scozzese, Mary Stuart, detiene l'opportunità di trascorrere l'imminente e nuovo anno universitario fuori sede, trasferendosi da Edimburgo al cuore della Francia, Parigi. Lì, grazie a conoscenze passa...