« They all need something to hold on to
They all mean well
Pay your respects to society giving me hell
You could never feel my story
It's all you know
You could never feel my story
It's all you know... »
— Scotland, The Lumineers.
Parigi, 2013.
Nell'attimo in cui le pallide palpebre di Mary si spalancano, destando il suo ambrato sguardo, gli ampi e rigogliosi poderi scozzesi son già stati valicati, la coltre di nubi che incombeva su Edimburgo s'è eclissata, ed il paesaggio campestre caratteristico dei cottages di casa sua è oramai lontano miglia. Vi son differenti colori a regnare sulla veduta, adesso: sfumature cinerine di grande città, torreggianti palazzi d'epoca dal tema ocra, e un drappeggio turchino a far da cielo, con una nicchia ben scavata ove il sole par essersi posto con l'intento di risplendere per tutta la giornata.
Di quello sfavillio Parigi si illumina, cingendo, tra le ali di ogni caldo raggio, ciascuno spazio. Lo mira con suggestione, Mary, e sulla fronte, delicatamente scivolatole verso il finestrino a lei attiguo in un previo colpo di sopore, riesce a percepirne il leggero e gradevole tocco.
A non avvertire in alcuna maniera è, invece, la spossatezza del lungo viaggio appena trascorso: l'assopimento che l'aveva travolta lungo la via deve aver assorbito ogni traccia di stanchezza. Si sente ristorata, invero, a tratti persino disorientata all'idea d'aver impiegato il tempo della propria traversata in balia delle braccia di Morfeo, e non dell'entusiasmo tipico che è solito pervaderla all'avvento di una partenza e all'avvio di un intero percorso da attraversare. Sino ad ora, non s'era mai smentita: l'impazienza sapeva prevalere in qualsivoglia circostanza, in particolar modo le volte in cui v'era un viaggio all'orizzonte. Il pensiero di perdersi all'esplorazione aveva intrigato la sua mente dagli albori dell'infanzia, e mai in diciassette anni di vita un tragitto era parso tanto quieto e sereno come quello or ora vissuto; il desiderio di giungere a destinazione le aveva sempre fatto battere i piedi con capriccio ed arricciare le labbra in sonori sbuffi: detestava attendere, e faticava a restar composta sul proprio sedile senza aver la possibilità di muoversi tanto quanto il mezzo dentro cui si trovava s'apprestava a fare — sapeva divenire facilmente irrequieta, a dire il vero, ed ogni scusante le era ideale per issarsi dalla propria postazione e far quattro passi come valvola di sfogo all'insofferenza.
Stavolta, chissà come, e chissà per quale ragione, anziché stizzirsi con la fretta d'atterrare, s'era abbandonata all'arrendevolezza ed armata di eccezionale calma — oltremisura, si direbbe, se considerata la stessa immediatezza con cui s'era infiacchita contro lo schienale della seggiola. Ambiguo da pensare, eppure... pur senza aver captato addosso una sola ora di quel viaggio, al momento ha come la sensazione d'esserselo goduto più di altri precedentemente affrontati. Si sarà anche lasciata alle spalle l'estesa visuale di un mondo dall'alto, tra le sue porzioni di paesi e profondi oceani da contemplare al di là della finestrella, ma è la meta aspirata quella su cui si prepara a toccar terra, adesso, e tanto per lei vale più di qualunque altro panorama osservato dal cielo. In cuor proprio comincia a presagirla nuovamente, quella voglia d'imbattersi alla scoperta.
A Parigi aveva disseminato piccole parti di sé, anni addietro, tutte relative al periodo della fanciullezza e della spensieratezza infantile; sua abitudine era passarvi la maggior parte delle estati, soggiornando nella comoda villetta di campagna di proprietà dei nonni materni, Claude ed Antoinette. Sua madre, Marianne, una volta preso in marito James, l'adorato papà di Mary, benché bendisposta a lasciarsi adottare dalla patria scozzese, tuttavia non aveva mai dimenticato le proprie origini, e stentatamente era stata in grado di sradicarvisi. In casa soleva — e tuttora suole — esprimersi in ambo lingua inglese e francese, fornendo altresì un'istruzione poliglotta alla figlia stessa; ed alcuna estate, sino al compiersi dei dieci anni di età di Mary, era stata trascorsa in un luogo che non fosse la Francia. Soltanto al sopraggiungere repentino della morte del proprio padre, Mary rammenta di non aver più messo piede sul suolo francese. La suddetta perdita s'era rivelata una calamità tale da insabbiare qualsivoglia altro accenno di malinconia verso il proprio paese Natale — e Marianne de Guise aveva rinvenuto nell'insediamento ad Edimburgo l'unica forma a lei necessaria per salvaguardare la memoria dell'amato marito. Da allora le sue priorità s'erano ribaltate, e così la Francia era pian piano divenuta uno sbiadito ricordo.
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A town where you live
RomanceÈ di seguito a un progetto Erasmus che la giovane scozzese, Mary Stuart, detiene l'opportunità di trascorrere l'imminente e nuovo anno universitario fuori sede, trasferendosi da Edimburgo al cuore della Francia, Parigi. Lì, grazie a conoscenze passa...