quella fredda giornata di autunno

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HARU POV 

Mancava poco al parto, ma quei due non avevano la minima voglia di uscire.  

Settimana scorsa andai in ospedale per vedere se indurre il parto o meno ma la mia dottoressa preferì aspettare massimo altre due settimane prima di indurmi al parto. 

Quindi da quando mi avevano dimesso uscivo tutte le mattine e tutti i pomeriggi per andare a passeggiare nel parco, avevo letto su una rivista che preparava al parto. 

Quella mattina mi svegliai solo.

Mio marito, Kanbe, era uscito per lavorare prima dell'alba. 

Mi alzai dal letto con la schiena dolorante e andai ad aprire la finestra per vedere che tempo facesse. 

Il sole non c'era, era avvolto da una flebile nebbia e coperto da delle innocue nuvole grigie. 

Andai in cucina, feci la mia consistente colazione, poi me ne ritornai in camera mia e mi vestii pensante. 

Presi sciarpa e guanti dall'attaccapanni all'entrata e dal mobiletto accanto presi il mio mp3 ed uscii. 

Come pensavo fuori tirava un venticello abbastanza freddo. 

Presi le cuffiette dalle tasche , le srotolai e me le infilai nelle orecchie. 

Dopo una cinquantina di metri ero arrivato nel parco.

Incominciai a fare il mio solito giro ma mi stancai subito. 

Per mia fortuna intravidi sotto un albero una panchina.

Mi sedetti e incominciai a contemplare il paesaggio.

Foglie rossicce si posavano lentamente sul prato ancora umido.

I passi di pochi mattinieri risuonavano al contatto con il terreno.

Il vento portava con se l'odore delle castagne calde, che vendevano pochi metri più in là, e quell'odore piovoso tipico dell'autunno.

Guardavo assopito il cielo fin quando non mi addormentai. 

<< SKIP TIME >>

Sentii un crampo e mi svegliai.

Presi il telefono.

Avevo dormito due ore. 

Dovevo tornare a casa per preparare il pranzo.

Mi alzai ma rimasi bloccato.

Mi guardai i pantaloni, erano tutti bagnati, avevo le gambe e il pancione pesanti.
Sembrava che di lì a poco mi sarebbe caduto. 
Provai a riprendere il cellulare per chiamare Kanbe ma caddi come una pera cotta. 

- Ahia cazzo !-

- Oi tutto apposto ?-  Mi chiese un passante fermandosi.

Mi guardò e capì da sé cosa era successo. 

- Vuoi che chiamo qualcuno ?-

- Mio marito.-

Dissi io indicando il telefono che stava per terra accanto a me.

Mi fece sbloccare il telefono con l'impronta digitale e cercò in rubrica il numero di Kanbe.

Quando lo trovò, lo chiamò e mise in vivavoce. 

** tu,tuuu,tuuu*

- Pronto ?- Disse una voce famigliare.

- Ehy.....-

- E tu chi cazzo saresti e che cosa hai fatto a mio marito ?-

- Kanbe datti una calmata! - Urlai io dal dolore.

quella fredda giornata di autunno|| kanbe x haru [birth of twins] ~ one shootDove le storie prendono vita. Scoprilo ora