CAPITOLO UNO

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15 novembre 1940:
L'inverno è sempre stata la mia stagione preferita e a Parigi tutto si colorava di un candido bianco, la gente iniziava ad essere più gentile poiché l'atmosfera Natalizia era già nell'aria, la famiglia iniziava ad essere più gioiosa e affiatata, e l'idea di un anno nuovo e pieno di speranze apriva le porte della fantasia a chiunque.

Ma non quell'anno, quell'anno fu tutto così cupo e triste, nessuno usciva di casa se non per correre disperatamente a cercare aiuto e riparo a causa di un'ingiustizia avvenuta da qualche parte della, ormai fragile, città parigina.

Io e la mia famiglia sedevamo attorno al tavolo della nostra piccola cucina ricordando le bellissime e ormai lontane feste natalizie degli anni passati. A causa dell'occupazione dei tedeschi, siamo stati costretti ad abbandonare la nostra enorme villa e trasferirci in una casa popolare di periferia. Il cibo molte volte scarseggiava, e quelle poche volte che c'era veniva consumato molto velocemente a causa della fame. Avevamo molta paura di uscire di casa nonostante non fossimo ebrei. Le strade e le piazze brulicavano di soldati tedeschi pronti a sparare a chiunque intralciasse il loro cammino. I frastuoni causati dagli spari non mancavano mai, erano la mia sveglia al mattino e la mia ninna nanna alla sera. La mia mancanza di sonno era causata anche dal fatto che in una sola piccola stanza dormivamo io, mio fratello Franz, mia cugina Allie e il mio migliore amico Geremy, la cui famiglia di sole 3 persone abitava con noi. I miei nonni, i miei genitori e i genitori di Geremy dormivano nella stanza accanto leggermente più grande di questa. C'era solo un bagno con una vasca e, quando andava bene, del sapone che alcuni vicini un po' più fortunati di noi riuscivano a portarci con un pò di cibo.
Conosco Geremy dalla nascita, le nostre mamme sono sempre state migliore amiche e ci hanno concepito lo stesso anno. Siamo inseparabili, ricordo che una volta, a 6 anni Geremy si inginocchiò e mi chiese di sposarlo, di essere la sua principessa per il resto della vita; io lo tirai sù e gli dissi di richiedermelo a 18 anni dato che eravamo troppo piccoli. Ad oggi, ricordando questo episodio, ridiamo a crepapelle, ci vogliamo un bene immenso ma il matrimonio proprio no!

Decidetti di posare il mio diario e di ricominciare ad ascoltare la mia famiglia parlare. Sorridono tutti, apprezzo moltissimo questi momenti anche se lì fuori c'era una vera e propria guerra. Geremy mi risvegliò dai miei pensieri. "Ei tutto bene Elisabeth?", faccio una smorfia, odio quando mi chiama con il mio nome completo. "Si, Geremy", enfatizzando molto il suo nome ottenendo da parte sua un'occhiataccia. "Vieni di là con me? Devo dirti una cosa" disse alzandosi, annuendo lo seguo nella camera accanto, sentendomi osservata da tutta la nostra famiglia. Con espressione interrogativa e pensierosa lo seguo nella stanza. "Ho trovato il modo di fuggire senza farci scoprire dalle SS" disse trionfante. Sono più che certa di essere diventata bianca in viso, "Ma che ti salta in mente Remì?! Non possiamo lasciare la nostra famiglia quì e filarcela da soli!" dissi cercando di decifrare lo sguardo impenetrabile del mio migliore ed unico amico. "Ma no sciocchina, porteremo con noi Franz e Allie. Sistemerò una cosa di vitale importanza con una persona di mia conoscenza così da tornare e riuscire a portare anche loro con noi.", stetti in silenzio per quale minuto per cercare di elabolare le sue palore. "Vorresti che portassimo con noi mio fratello Franz appena 16enne e mia cugina Allie di quasi 14 anni? Ho capito, questa casa ti sta dando alla testa." dissi con uno sguardo disgustato e disperato in viso. "Betty, non capisci. Anni fa ho conosciuto il figlio di un uomo che, ad oggi, è uno dei più importanti ufficiali di Bonn. Siamo sempre rimasti in contatto e posso chiedergli se potesse aiutarci a spostare la nostra famiglia in un posto più sicuro. Ha detto che potrebbe essere possibile; poiché non siamo ebrei la nostra situazione può migliorare. Allie e Franz ci aiuteranno in più situazioni: Allie è davvero eccezionale con le mappe e Franz è il più bravo a parlare il tedesco. Tu vieni con me perchè siamo entrambi maggiorenni e anche perchè sei al quanto brava a persuadere le persone.", disse fiero del suo discorso. Rimasi zitta ad assorbire tutte le parole che diceva, come era mio solito fare. Dopo tutto la sua idea, anche se totalmente folle, era attuabile per un buon fine. "Approvo. Ma ad una condizione" dissi tidubante. Geremy mi incitò a continuare. Abbassai la testa sulle mie mani e presi un grande respiro,"Accetto solo se sarò io a comandare".
Geremy, spiazzato, iniziò a ridere senza ritegno irritando molto la mia pazienza ma dopo qualche minuto cedetti e risi isieme a lui. Non so risi per la consapevolezza della pazzia che stavamo per fare o semplicemente per il fatto che la risata del mio amico è davvero molto contagiosa.
Di una cosa ero certa: non sarebbe andata bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2021 ⏰

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