Poison

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Veleno. Ecco quello che era.
Veleno allo stato puro.
Com'era potuto succedere? Come diavolo aveva fatto quella sporca mezzosangue a insinuarsi nei miei pensieri? Era successo così rapidamente che neanche me n'ero accorto.
Un giorno la odiavo, il giorno dopo la desideravo disperatamente.
La vedevo a lezione, per i corridoi, in sala grande insieme a Sfregiato e a Pel di carota e in biblioteca.
Lentamente, giorno dopo giorno, avevo iniziato a guardarla più spesso, odiandola.
Com'era possibile, allora, la desiderassi?
Ero fermo in corridoio, passava e il mio sguardo la seguiva. A lezione ero perennemente strano a causa sua. Durante le cene faticavo a mangiare, lo stomaco chiuso.
Ero ossessionato da lei. Mi ero trovato a pensare a lei nel pieno della notte, quando ero completamente da solo. Mi chiedevo che sapore avessero le sue labbra, il suo collo, il suo seno.

Nel periodo natalizio la biblioteca era più deserta del solito. Per questo motivo avevo deciso di andarci. Avevo bisogno di tranquillità e la sala Serpeverde era tutt'altro che tranquilla.
"Signor Malfoy, la biblioteca sta chiudendo." Mi avviso madama Pince. La guardai con superiorità, pigramente annuì e lei se ne andò. Quando si fu allontana passai una mano tra i capelli e sbuffai, chiedendomi se Blaise e Theodore avessero soddisfatto la loro fame con Pansy e Daphne.
Misi i libri in borsa, l'afferrai, mi alzai e uscì dalla biblioteca. Camminai per un po', poi mi bloccai nel bel mezzo del corridoio del terzo piano, proprio davanti al bagno dei Prefetti. Voltai il viso e vidi che fuori dalla finestra il cielo era diventato nero, come l'inchiostro. Mi avvicinai, posai la mano sul vetro e mi sforzai per scorgere qualcosa nell'oscurità. Chiusi gli occhi, e feci un respiro profondo. Subito mi venne in mente lei.
"Perché diavolo non mi lasci in pace, Sporca Mezzosangue" Ringhiai tra me e me, stringendo la mano a pugno.
Lentamente li aprii e vidi il suo riflesso nel vetro. Con calma mi girai, incrociai le braccia al petto e la guardai con il mio solito ghigno perfido, mostrandole tutto il mio odio.
"Mezzosangue." Dissi semplicemente per evitare di tradirmi, sapendo benissimo, però, che i miei occhi riflettevano il mio volere. La stavo mangiando con gli occhi: i capelli le incorniciavano il volto, gli occhi color nocciola mi guardavano con serietà e quasi ribrezzo, la bocca era piegata in una smorfia e la divisa le calzava a pennello. Attillata. Evidenziava le sue forme.
Una tortura per il mio corpo.
"Malfoy." Sibilò.
"Come mai in giro da sola? Potty e Weasluccio ti hanno abbandonata per la Firebolt e la Brown?"
Vidi il suo viso contrarsi: avevo toccato il suo punto debole, Weasley. Come facesse a provare qualcosa per quello sfigato lo sapeva solo lei.
"Ho cose più importanti da fare che pensare a loro due." Ringhiò.
Scoppiai in una risata malefica.
"Certo, come no." Feci un passo verso di lei ed accorciai la distanza che ci separava.
"Taci." Mi ordinò serrando i pugni.
"Oh oh, ti stai arrabbiando?" Un altro passo.
"Ti ho detto di stare zitto, Malfoy."
"E se non lo facessi?" Ancora un altro. "Sai, l'altro giorno ho visto la Brown che trascinava Weasley in un bagno. Chissà cos'hanno fatto."
"Potresti finire male." Mi avvisò.
"Oh, oh, oh! Stai perdendo la pazienza, Granger?" Sorrisi, perfidamente soddisfatto. Se avessi allungato la mano di qualche centimetro avrei afferrato la sua.
"E quando succederà saranno fatti tuoi."
"Che paura." Sussurrai, sempre più vicino.
"Allontanati immediatamente." Avvicinò il suo viso al mio, come per sfidarmi, guardandomi negli occhi.
Sentivo il suo respiro sulla mia pelle, il calore che emanava, il suo profumo, il suo seno alzarsi e abbassarsi sfiorando il mio petto. Bastò quel lieve contatto per fare impazzire il mio corpo.
"Maledetta Mezzosangue, che diavolo mi hai fatto?" Ringhiai.
"Che mi hai fatto?" Urlai afferrandole il collo con una mano e spingendola contro il muro. "Che diavolo mi stai facendo?" Aggiunsi sussurrando, piegandomi per annusare il suo collo.
"Malfoy?" Mi guardò stupita. "A-allontanati."
Le lanciai un'occhiata rapida: aveva gli occhi aperti, tratteneva il respiro e la bocca semichiusa, stupita, quasi infastidita.
"Allontanati." Ordinò nuovamente, questa volta più sicura.
"Zitta." Le feci piegare il collo di lato, scostai il maglione e la camicetta e rivelai un pezzo di pelle nuda della sua spalla. "Che diavolo mi stai facendo, Mezzosangue?" Chiusi gli occhi, passai la lingua sulle labbra ed assaporai la sua pelle nuda.
Era veleno. Era crudele.
Sentii il suo corpo irrigidirsi e le sue mani cercare di respingermi.
No, non sarebbe finita così.
Le diedi un piccolo morso e continuai ad assaporare la sua pelle con la mia lingua.
"Malfoy!" Urlò scandalizzata. "Lasciami!"
Non l'ascoltai e le diedi un morso più forte.
Stavo perdendo il controllo, a breve avrei raggiunto il punto di non ritorno.Le sue mani cercarono ancora una volta di spingermi via, lottava per sottrarsi alla mia presa.
Le afferrai entrambe le mani e gliele bloccai sopra il capo, intrappolandola ancora di più, impedendole qualsiasi movimento.
Feci scivolare la mano fino al seno, spingendola sempre più contro il muro, dedicandomi con perizia al suo collo.
Cercò di liberarsi ancora una volta, ma il suo tentativo fu più debole.
"Malfoy, lasciami immediatamente." Sussurrò, divincolandosi con poca convinzione.
Strinsi la presa attorno ai suoi polsi e tracciai dei piccoli cerchi con la lingua.
Rabbrividì e seppi che si stava arrendendo.
Continuai a torturarla, accarezzandole il seno, mordendole il collo, passando poi alla guancia e al lobo dell'orecchio, per poi fare il percorso inverso.
Buttò la testa all'indietro, il respiro accelerato.
Mi stavo avvelenando. Più desideravo allontanarmi e più la desideravo.
Smisi di baciarle il collo, mi sollevai e la guardai in viso: aveva le guance rosse, la bocca semichiusa, gli occhi serrati. Si era arresa, infine. Le sue difese avevano ceduto.
Ebbi un brivido. I miei sensi mi stavano avvertendo, mi dicevano di fermarmi.
"Cosa vuoi da me, Malfoy?" Chiese in un soffio terrorizzato, spalancando improvvisamente gli occhi, rendendosi conto di quello che stava succedendo.
"Cosa...cosa voglio da te?!" Le domandai schifato, la rabbia che iniziava a scorrere nelle mie vene. Come osava chiedermelo? Con che coraggio? Era lei che mi aveva avvelenato. Schiacciai il mio corpo contro il suo, spingendo col bacino, facendole sentire cosa mi aveva provocato. "Cosa voglio da te? Cosa vuoi tu da me, tu! Sporca Mezzosangue!" Ringhiai. "Lo senti? Senti cosa mi stai facendo, maledetta?"
"S-sì." Sussurrò spostando di lato il viso per ripararsi dalla mia rabbia.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue labbra.
Volevo assaggiarla, ma allo stesso tempo volevo andarmene.
Non volevo toccarla, ma non potevo farne a meno. Volevo sentire la sua pelle nuda scorrere sotto le mie dita. Volevo baciarla.
"Sporca Mezzosangue." Le feci sollevare il viso e la obbligai a guardarmi. "Cosa mi stai facendo?" Disegnai il contorno delle sue labbra con il mio indice.
Non riuscendo più a resistere, attirato come una calamita, mi piegai e la baciai. Cerco di sottrarsi al mio bacio, ma non riuscì. Quando posai le mie labbra sulle sue, rimase impassibile, mentre il mio corpo era tutta un'altra storia.
Cercò di allontanarmi, ma ero più alto e forte di lei, così non riuscì a scappare. Le morsi il labbro inferiore, poi iniziai a stuzzicarla con la lingua mentre la mia mano era ferma sul suo seno.
Le diedi un altro morso, si lasciò sfuggire un lamento. Subito ne approfittai. Iniziai ad esplorare l'interno della sua bocca con la mia lingua, giocando con la sua, succhiandogliela.
Avevo i pensieri offuscati, non riuscivo a ragionare, volevo solo possederla con la speranza di dimenticarla.
Spinsi col bacino, stringendole il seno, e la sentii tremare, il respiro affannoso.
"Fanculo." Sussurrai.
Percorsi velocemente il suo corpo con le mie mani fino alle sue cosce e nel tornare indietro le sollevai la gonna.
"Lasciami in pace." Mi pregò, tradita dalla sua stessa voce.
"Non vuoi che ti lasci in pace, ammettilo." Ghignai perfidamente e le lasciai i polsi. "Vuoi che ti faccia mia."
La guardai e nei suoi occhi vidi odio e desiderio lottare. Li chiuse e seppi quale dei due aveva vinto sull'altro.
"N-non qui." Mi supplicò, incredula per aver detto quelle parole.
La regina dei Grifoni si era arresa al Re delle Serpi.
"Sta zitta, non c'è nessuno." Ringhiai cercando di rimpossessarmi delle sue labbra.
"Non qui!"
Imprecai tra me e me, strinsi la mano a pugno e colpii la parete sopra la sua spalla. Inspirai profondamente, aprii gli occhi e mi ricordai dov'ero: il bagno dei Prefetti era proprio accanto a noi.
"Non qui eh?" Sorrisi maleficamente.
"Non qui." Ripetè guardandomi supplichevole.
Mi staccai improvvisamente da lei, l'afferrai per un polso, aprii la porta dei bagni e la buttai dentro. Entrai, chiusi la porta, estrassi la bacchetta e la puntai contro la porta.
"Colloportus!" Esclamai e la serratura scattò magicamente. Abbassai lentamente la bacchetta, sorrisi perfidamente, la misi via e guardai la sporca Mezzosangue che si era appiattita contro una parete. "Così non ci disturberà nessuno."
Tremava, non saprei dire perché: molto probabilmente era terrorizzata e si era già pentita di essersi lasciata andare, ma non mi importava.
Sarebbe stata mia a qualsiasi costo.
Mi tolsi il maglione e lo feci cadere a terra, avvicinandomi a lei, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Subito mi impossessai della sua bocca mentre le sue mani estraevano la camicia dai pantaloni della divisa, già dimentica della paura di pochi attimi prima.
Mi staccai dalle sue labbra giusto il tempo per toglierle il maglioncino e lanciarlo sui lavandini.
"Guarda cosa nascondeva." Sorrisi perfidamente ed iniziai a sbottonarle lentamente la camicetta, soffermandomi particolarmente su quelli sul seno.
Quando arrivai all'ultimo iniziai a baciarle il collo ed iniziai a percorrere il suo corpo, inginocchiandomi, rivelando il suo seno e il suo ventre piatto.
"E qua cos'abbiamo?" Avevo entrambe le mani sui suoi fianchi e mi ero soffermato all'ombelico da cui pendeva un piccolo ciondolo.
"Non ti piace?" Chiese appoggiandosi ai lavandini dietro di lei, le mani sulle mie spalle.
Come per risponderle iniziai a giocarci con la lingua.
Mise le mani tra i miei capelli, attirandomi a sé, spingendo il ventre contro la mia bocca, invitandomi a cibarmi della sua carne, scordando l'odio che provava per me.
Ripercorsi il suo busto e tornai ad impossessarmi della sua bocca, mentre le sue mani mi aprivano la camicia.
"Hai capito male." Ringhiai afferrando le sue mani che volevano togliermela completamente. "L'unica che rimarrà nuda sei tu."
E come per dimostrarle che ciò che stavo dicendo era vero, le tolsi la camicetta, buttandola alle mie spalle. In pochi attimi le slacciai anche il reggiseno.
Il mio corpo reagì follemente a quella visione. Sentivo la mia voglia pulsare, forte ed insistente. Il suo seno non era né troppo abbondante né scarso, delle dimensioni giuste, la pelle era chiara e i capezzoli già inturgiditi.
La desideravo più che mai.
Presi i suoi seni tra le mani, mi piegai ed iniziai a solleticare con la mia lingua il capezzolo sinistro, stuzzicando l'altro con il pollice.
Mi strinse a sé, supplicandomi di non smettere, tremando, inarcando la schiena.
"Malfoy..." Mi supplicò con desiderio.
Continuai a torturarla, fregandomene di quello che provava. Ero io a comandare. Avrei eliminato il suo stupido veleno dalle mie vene, glielo avrei risputato addosso.
Mi alzai di scatto, la baciai con rabbia e furia mentre le sollevavo la gonna della divisa e con mani rapide ed esperte le abbassavo le mutandine, facendole scivolare lungo le sue cosce. Subito andai a toccarla, staccandomi da lei, guardando il suo viso dalle guance sempre più rosse per il piacere.
"Malfoy..." Ripeté, posando entrambe le mani sul mio petto.
Buttò la testa all'indietro, gemette ed io l'accarezzai più insistentemente. Era sotto il mio controllo. Ero io a decidere se continuare o interrompere il tutto. Era completamente mia.
"Basta...basta...ti prego..." Mi implorò.
Affondai le dita nella sua intimità e la sentii tremare, spostando le mani sulle mie spalle, poi si piegò e posò le sue labbra sul mio collo, mordendolo, molto probabilmente per non urlare.
Sentivo la mia voglia esplodere, non volevo cedere ma al contempo l'unica cosa che desideravo era farla mia.
Chiusi gli occhi e rimasi immobile, godendo del contatto del suo seno nudo con il mio petto, le sue labbra che non si staccavano dal mio collo provocandomi brividi interminabili.
Appoggiai la fronte nell'incavo della sua spalla e mi maledii.
Che diavolo stavo facendo? Perché avevo iniziato a torturarmi così? Era una Sanguesporco, per la miseria!
Smisi di accarezzarla.
Che maledizione mi aveva lanciato? Perché sentivo il bisogno di averla? Come aveva fatto ad avvelenarmi la mente?
Sentii la Mezzosangue spingere con il bacino, incitandomi a continuare, ma non lo feci.
Annusai la sua pelle, detestandola sempre di più.
Continuava a baciare il mio collo, provocandomi ondate di piacere, mentre le sue mani in pochi attimi arrivarono ai miei pantaloni. Slacciò il bottone e subito infilò la mano nelle mie mutande.
"Lo senti che mi fai?" Le domandai sussurrando mentre iniziava ad accarezzarmi.
Mi toccava piano, lentamente, disegnando cerchi con la lingua sul mio collo.
Gemetti, godurioso.
Spinse il bacino contro il mio, come a chiedermi di possederla. Fece per abbassarmi i pantaloni, ma glielo impedii afferrandole la mano. Sbuffò, come se fosse infastidita, poi mise un dito sotto il mio mento, mi fece sollevare il viso ed iniziò a mordicchiarmi il labbro inferiore.
"Malfoy..." Sussurrò sulle mie labbra. "Draco..."
Iniziò a toccarmi sempre più velocemente, per poi rallentare, cominciando un gioco che si avvicinava ad una tortura, mordendomi il lobo dell'orecchio.
Spalancai gli occhi, le afferrai entrambe le mani e gliele sollevai.
"Schifosa Mezzosangue." La guardai con tutto l'odio e il disprezzo possibili. "Lurida Sanguesporco!" Le presi entrambi i polsi con una sola mano e glieli strinsi.
"Draco...ti prego..." Cercò di baciarmi.
Mi scostai e le strinsi ancora di più i polsi, facendola gemere. Mi guardava con desiderio.
"Ti prego..." Si avvinghiò a me.
Il suo corpo era più letale del veleno.
Digrignai i denti, la feci girare di schiena e la feci appoggiare con i gomiti ai lavandini. Le sollevai la gonna, mostrando la sue natiche. In un'unica mossa abbassai mutande e pantaloni, l'afferrai per i fianchi e la feci mia.
Dopo mesi passati a desiderarla, l'avevo finalmente fatta mia.
Diedi una spinta e la sentii gemere. Ne diedi un'altra e quasi si lasciò sfuggire un urlo.
Il mio cuore batteva rapido, liberandosi del veleno che quella vipera aveva iniettato nel mio corpo.
La odiavo.
No, di più: la detestavo.
Iniziai a spingere con più forza, stringendola.
Gemeva, sempre di più, afferrando il bordo dei lavandini a cui era appoggiata.
Spinsi ancora più forte, sperando di farle male e farle capire ciò che mi stava facendo.
"Draco, non fermarti..." Mi supplicò piena di desiderio.
Buttai la testa all'indietro, muovendomi sempre con più rabbia. In ogni movimento ci mettevo più odio, più forza, scoprendomi a desiderare di volerla ferire.
Volevo farle del male solo per sentirla urlare il mio nome, volevo sentirglielo dire.
Le misi una mano dietro la nuca, afferrai i suoi capelli e le tirai indietro la testa, baciandole il collo, sperando che mi chiamasse.
"Draco..." Mi chiamò, cingendo il mio collo con la sua mano.
Le lasciai i capelli e l'abbracciai stretta, muovendomi sempre più rapidamente, il respiro affannoso, i nostri cuori che battevano all'unisono.
Afferrò il mio avambraccio, lo strinse e sentii le sue unghie infilarsi nella mia pelle. Tremava, aveva la bocca spalancata e faceva grossi e profondi respiri.
Mi strinsi a lei e con un'ultima spinta raggiunsi la vetta del piacere.
Rimasi in quella posizione a lungo, un sorriso soddisfatto sul volto.
Avevo sputato il suo veleno di nuovo nel suo corpo.
Mi ero liberato di lei.
Mi spostai e mi rivestii senza neanche guardarla. Quando si voltò vidi che aveva le guance rosse, i capelli in disordine e i segni dei miei morsi su tutto il collo.
"Draco..." Sussurrò come a chiedermi di farla di nuovo mia.
La guardai schifato.
Scossi il capo, afferrai i suoi vestiti e glieli lanciai.
Le diedi le spalle, allacciai i bottoni della camicia ed indossai il maglione.
Sentii dei singhiozzi alle mie spalle. Mi voltai leggermente e notai grosse lacrime scivolare lungo le sue guance.
"Perché piangi?" Le domandai freddo.
"Speravo di dimenticare Ron." Rispose. "Speravo di riuscire a dimenticarlo insieme a te."
"Cosa?!" Mi voltai e le lanciai un'occhiataccia.
"Ho visto come mi guardavi. Sentivo il tuo sguardo seguirmi. Così ho pensato di..." Fece un cenno imbarazzato a loro due. "...bhè, lo sai. Ho pensato a questo." Tirò su col naso. "Speravo di dimenticarlo."
"Stupida Mezzosangue." Scossi il capo con un ghigno malevolo.
"C-ci vediamo domani?" Propose.
Mi voltai e le scoppiai a ridere in faccia.
"Spero tu stia scherzando! Non ti permetterò di avvelenarmi di nuovo!" Sistemai la camicia dentro i pantaloni. "Sei stata il migliore antidoto che potessi trovare. Sei stata la malattia e la cura."
Estrassi la bacchetta, mormorai la parola < Alohomora > e la porta si aprì.
Uscii dal bagno senza dirle una parola, lasciandola completamente sola con i suoi problemi e i suoi sensi di colpa.

Mi allontanai, con la sensazione di avere ancora il suo veleno che scorreva nelle mie vene.

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