Come ogni giorno

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Ciao a tutti, voglio ricordare a tutti quelli che leggeranno questa fanfiction che non è di mia invenzione. L'autrice mi ha dato il permesso per pubblicarla qui su wattpad... quindi eccomi qui! Grazie e buona lettura.
Neve❄️

Voglio cominciare col spiegare alcune cose: In questa ff Silente e Lavanda non sono morti, come apprenderete, Narcissa Malfoy è passata dalla parte del bene, mentre suo marito è ad Azkaban.
La guerra è finita, Harry ha vinto, i personaggi morti (come Malocchio) sono morti davvero.
Harry, Ron, Ginny, Draco ed Hermione, sono tornati ad Hogwarts per l'ultimo anno.
E' una Draco/Hermione, ma ci saranno altre coppie, capirete leggendo.
Buona lettura!
Autrice originale⚡️





Buio.
Voci in lontananza segnalano la presenza di qualcuno.
La ragazza si volta, seguita da una cascata di riccioli castani che il vento le scombina leggermente.
Due occhi grandi e scuri fendono la notte, si guardano intorno, soffermandosi su ognuno dei tre volti dinnanzi a lei:
I primi occhi che la imprigionano sono limpidi, puliti, azzurri come il cielo d'estate.
Hermione sorride a Ron, che le ricambia impacciato, tendendole una mano.
Lei è insicura, c'è dell'altro nel buio: ancora due occhi, forse fin troppo consapevoli della durezza della vita, del verde smeraldo degli alberi rigogliosi, si illuminano sotto il suo sguardo.
Harry le tende dolcemente una mano, imitando il gesto di Ron.
Hermione sorride: i suoi amici, i suoi migliori amici.
Loro tre, facendo invidia al resto di Hogwarts, sono sempre rimasti insieme, affrontando le difficoltà più impensabili ,le perdite, la morte.
Ed erano sopravvissuti. Insieme.
Mentre si avvicina ai due ragazzi, pronta a gettarsi tra le loro braccia, una terza figura attira la sua attenzione: incappucciata completamente, se non per la mano candida che tende verso di lei.
La ragazza esita ,senza saperne il perché.
Harry e Ron si fissano sbigottiti mentre lei si allontana da loro per avvicinarsi a quella figura.
Buio.

-Hermione!- la voce di Ginny la raggiunse in fondo al sogno, ridestandola.
-Hermione Jean Granger! – continuò la piccola più piccola – e rumorosa - dei Wesley, tirandole via le coperte.
-Hai promesso che mi avresti accompagnata ad Hogsmeade stamattina, quindi se non ti alzi da questo maledetto letto immediatamente giuro su Merlino che ti schianto!- la soave voce dell'amica le forò un timpano. Hermione si rigirò nel letto, infastidita. La luce del sole filtrava dalla finestra, mostrandole la cima della Torre dei Corvonero, posizionata di fronte a quella di Grifondoro, coperta di neve. Era da poco arrivato Dicembre e il freddo si faceva sentire: le lezioni dei ragazzi del primo anno con Madama Bumb erano state sospese, così come quelle con la Sprite nelle serre del Castello. Uscire in quei giorni era da folli e solo chi aveva un motivo davvero valido si azzardava a lasciare il clima caldo e confortevole di Hogwarts. Ginevra Wesley era tra questi. Hermione Granger no.  Settimane prima aveva obbligato Hermione a prometterle che l'avrebbe accompagnata. Obbligato. Alla fine di estenuanti e petulanti discorsi di convincimento, Hermione aveva promesso, certa che il freddo avrebbe fatto desistere l'amica dalla sua folle impresa. Ma si era sbagliata.
-Ginny: è Domenica, sono appena...- s'interruppe la Caposcuola, sollevandosi leggermente dal tepore delle coperte e afferrando la sua sveglia incantata, posizionata sul comodino accanto al letto. - ...sono appena le dieci! Dannazione, Ginevra! Fa un freddo bestiale, lasciami dormire...- mormorò, prima di piegarsi alla ricerca delle agogniate coperte. Ginny sorrise e con un movimento fulmineo di bacchetta le fece evanescere.
Hermione la guardò furiosa – Ginevra Wesley! Sono una Caposcuola, potrei anche sottrarti cento punti! – la minacciò.
La ragazza dai capelli rosso scuro, che ad Hermione ricordavano l'uva matura dei vigneti italiani ammirati in qualche rivista babbana, rise, avviandosi verso la porta – Muoviti Hermione. Ci vediamo tra mezz'ora in Sala Grande.- le disse, prima di chiudere la porta della loro stanza. -Dannazione! – protestò la ragazza, alzandosi di malavoglia. Al contatto dei piedi con il pavimento gelato sussultò.
Continuò a lanciare maledizioni all'amica, mentre entrava sotto il getto bollente della doccia e si insaponava con cura i capelli: il groviglio indefinibile ribelle e crespo, che l'aveva caratterizzata da bambina, aveva lasciato il posto a riccioli castani, ancora indomabili ma leggermente più definiti data la lunghezza. Rammentava sua madre che le spiegava che lasciandoli crescere si sarebbero appesantiti e appiattita. Fissando la criniera gonfia sulla testa, Hermione alzò un sopracciglio: ma davvero. Ci aveva guadagnato solo una pesante massa di capelli lunghi fino alla base della schiena che, quando doveva pettinarli,  erano peggio di un Cruciatus.
Uscì dalla doccia, e si asciugò e vestì con un incantesimo. Prese una giacca, sciarpa e cappello dal appendiabiti e uscì.
Una volta in sala Comune, salutò alcuni Gryffindor che non erano ancora scesi a fare colazione, tra cui Calì e Lavanda, che, disperate com'erano per chissà quale indicibile dramma, non fecero le solite allusioni poco velate a causa del pallore e della mancanza di trucco sul viso di Hermione. Quest'ultima attraversò i corridoi affamata e arrivò di corsa in Sala Grande. Con sua grande sorpresa, anche Harry e Ron erano in piedi.
-Buongiorno.- salutò, sedendosi nello spazio che le avevano creato i due: esattamente in mezzo. -Come mai già in piedi?- domandò.                       – 'Giorno, Hefmfione.- la salutò Ron, troppo impegnato ad abbuffarsi come suo solito. Sembrava aver paura che gli elfi gli rubassero il piatto da sotto il naso. La ragazza sorrise: in fondo, era stata innamorata di lui, dei suoi modi impacciati, della sua tenerezza, del suo essere tanto ingenuo. "Ero?" si chiese, fissando il suo piatto ancora vuoto. Si erano lasciati dopo appena un mese. Conclusa la battaglia con Voldemort, lei e Ron si erano confessati l'amore reciproco, ed Hermione lo aveva scioccato con un bacio appassionato.
Tuttavia, tornati ad Hogwarts, i problemi che li avevano visti molte volte litigare da amici, avevano portato al fallimento della loro storia.
Ora, a metà del settimo ed ultimo anno, erano tornati ad essere gli amici inseparabili di un tempo. Ma la ragazza non poté negare di provare ancora un pizzico di gelosia nei confronti del fratello della sua migliore amica.
-Ginny ha convinto anche noi.- le spiegò Harry, passandole una tazza fumante, con un'alzata di spalle. Hermione gli sorrise, prendendo la tazza. Harry. Harry era il punto fermo della sua vita. Il loro legame, andava oltre il semplice rapporto di amicizia e anche oltre il meraviglioso rapporto tra fratelli. Erano in perfetta sintonia, comunicavano con un singolo sguardo e sarebbero morti, senza rimpianti, l'uno per l'altro.
Si rilassò. Il Salvatore del Mondo Magico aveva questo potere su di lei. Tornò alla sua colazione, battibeccando scherzosamente con Ginny e riprendendo Ron. La sua vita era fatta di routine familiare e lei non avrebbe potuto desiderare di più.
Improvvisamente, il silenzio piombò nella Sala, lasciando il posto, subito dopo, ad un brusio di voci femminili. Hermione alzò lo sguardo, già preparata a quello che avrebbe visto: Draco Malfoy, in tutto il suo malefico splendore, faceva il suo ingresso, accompagnato dalla scorta privata. Sbuffò: ogni giorno, a colazione, pranzo e cena, quella specie di entrata teatrale si ripeteva. Hermione si chiedeva perché le ragazzine sembravano svenire dietro a quel fantasmino evanescente di Malfoy e, soprattutto, perché nessuno si sentisse a disagio in sua presenza. Sebbene alla fine la sua famiglia – sua madre – avesse cambiato bandiera, per lungo tempo lui era stato nello schieramento opposto a tutti loro, Serpeverde esclusa ovviamente. Tuttavia, con la fine della Guerra, il sollievo era stato tale da dimenticare. Semplicemente.
Hermione lo vide sedersi in mezzo a Blaise Zabini, suo – vero -  migliore amico e bellissimo- obbiettivamente -  ragazzo, e a Pansy Parkinson, sua futura moglie (almeno a detta di Ginny) e malefica, quanto affascinante, Slytherin. Da quanto Tiger era morto, Vincent sembrava smarrito, come se una parte di lui fosse stata tagliata di netto.  Hermione si soffermò sul viso di Malfoy: controvoglia, doveva ammettere che non era male. I capelli biondissimi, tirati indietro come al solito, lasciavano qualche ciocca libera di puntellargli la fronte candida.
I lineamenti del viso si erano fatti più mascolini, ma non gli avevano tolto quell'aria da angelo che lo aveva caratterizzato fin da bambino.
Il naso perfetto e le labbra carnose avrebbero fatto invidia a qualsiasi attore, ma ciò che lo rendeva terribilmente bello e incredibilmente malefico allo stesso tempo erano i suoi occhi: di un azzurro tanto chiaro da rammentarle la trasparenza del vetro.
Intensi come nessuno avrebbe mai potuto pensare. Freddi come lame ghiacciate. Se non avesse mai aperto bocca e si fosse limitato a starsene immobile, Hermione avrebbe potuto fingere che fosse un dipinto, bello ma carico di misteri, oltre che di un'epoca lontana che non la sfiorava.
Mentre la ragazza si soffermava su questo pensiero, quelli che ne erano i protagonisti si sollevarono verso di lei.
Gli occhi di Malfoy si piantarono nei suoi e il freddo disgusto che le trasmisero le fecero sentire improvvisamente freddo.
Hermione distolse lo sguardo, mentre lacrime di rabbia le pizzicavano il naso. Dopo la lotta finale, la famiglia di Malfoy si era sgretolata: Malfoy Senior era ad Azkaban, mentre la madre del ragazzo, grazie all'aiuto fornito a Silente (lo aveva avvertito dell'arrivo dei mangia morte ad Hogwarts per mezzo dell'armadio nella stanza delle necessità) e non essendo mai stata marchiata, era libera e salva a Malfoy Manor.
Inoltre, Bellatrix Lastrange, morta nel tentativo di proteggere Voldemort dal suo ultimo attacco ad Harry, lasciò Narcissa come unica proprietaria di tutti i beni dei Malfoy e dei Black.  Malfoy era ancora ricchissimo, niente di nuovo.
Hermione volò con la mente a quel pomeriggio a villa Malfoy, quanto, una volta catturati, Bellatrix l'aveva torturata, incidendole le parole "Sangue Sporco" nella carne. La ragazza ricacciò dentro le lacrime, scuotendo il capo, poi sentì una mano posarsi sul suo braccio e, sollevando gli occhi, vide il volto di Harry chino su di lei.
-Non pensarci Hermione, è tutto finito.- le sussurrò. Gli sorrise: Harry sapeva sempre cosa non andava.
-Lo so. – rispose. -Allora Hermione? – la voce impaziente di Ginny la riscosse.
- Cosa?- le chiese la Caposcuola, che non aveva ascoltato una virgola delle parole della ragazza.
- Possibile che non mi ascolti mai?! Ti ho chiesto: hai già un idea per il vestito?- ripeté la rossa.
Hermione sgranò gli occhi – Vestito?- domandò.
-Si, Hermione, vestito! – sbuffò Ginny – Quello per Natale! Perché credi che stiamo andando ad Hogsmeade? – Harry e Ron spostarono i piatti in perfetta sincronia e appena in tempo – Che cosa?- urlò la Caposcuola, sbattendo entrambe le mani sul tavolo.
- Tu mi hai svegliata di Domenica mattina, con questo maledetto freddo, per dei vestiti? – furiosa, fissò l'amica che mangiava tranquilla.                             – Ovviamente. Dovremo avere gli abiti più belli, alla faccia della Greengrass! – rispose, guardando in cagnesco la bionda Serpeverde.
Hermione si accasciò sulla sedia: era inutile provare ad avere un dialogo con Ginny. Quando decideva qualcosa, era così e basta. Inoltre, era la prima volta, dalla morte di Fred, che sembrava interessata sinceramente a qualcosa. Spensierata.
Lanciò uno sguardo a Daphne, seduta di fronte a lei: i capelli biondi e setosi contornati da un cerchietto rosso. Occhi azzurri, naso all'in su e labbra a cuore. Sembrava una pubblicità. Hermione sospirò: anche con un chilo di trucco e dieci in meno di peso, non avrebbe potuto competere con lei. E, a dirla tutta, non le interessava. Quasi sentendosi osservata, la bionda visione alzò gli occhi, incontrando quelli di Hermione. Le sorrise imbarazzata, chinando leggermente il capo in cenno di saluto. La Caposcuola ricambiò, altrettanto goffamente.
Da quando la guerra era finita, molte famiglie Serpeverde avevano superato i preconcetti sulla purezza del sangue, come ad esempio la famiglia di Nott. Altre, come la famiglia di Pansy, avevano preferito l'esilio all'umiliazione di dover accettare definitivamente i "sangue sporco" come pari. Da quel punto di vista, la Parkinson l'aveva sorpresa: si era schierata contro la famiglia, che voleva che lei lasciasse Hogwarts e partisse con loro, ed era rimasta. Certo non era per il suo spirito pro mezzosangue, ma per restare accanto a Malfoy.
C'erano state famiglie, poi, come quella di Daphne e di Blaise ,che non erano mai state toccate esageratamente dai preconcetti ed erano state ben felici della dipartita di Voldemort. Di fatti, questo strano rapporto tra Hermione e la Greengrass, era cominciato proprio con la morte del Signore Oscuro. La bionda le aveva chiesto un libro in prestito in un pomeriggio piovoso, ed Hermione l'aveva accontentata.
Blaise invece, era sempre stato in un qualche modo galante con lei e ora le dimostrava apertamente la sua simpatia.
Unica eccezione tra le Serpi era Malfoy.
Non dava cenni di voler intraprendere alcun tipo di rapporto con il trio: non che quest'ultimo desiderasse la compagnia o l'amicizia di Malfoy, ma in un clima ormai quasi sereno come quello della scuola di magia, lui era la nota stonata.
Hermione ripensò al giorno in cui erano finalmente saliti sul treno per tornare ad Hogwarts: finita la guerra, i tre amici avevano potuto godersi l'estate, passando il tempo a sanare ferite sia fisiche che nel cuore.
La perdita di membri importanti della loro "famiglia" aveva contribuito ad una certa chiusura del trio, che si era dimostrato, in quei mesi, più forte che mai.
Tornare alla scuola era stata una benedizione: rivedere vecchi amici, Silente e perfino i professori, era stato come tornare bambini. Una sorta di riscatto, un anno normale: per onorare quelle infanzie rubate.
Proprio sul treno però, Hermione aveva fatto il suo incontro con Malfoy.

Hermione camminava nel corridoio, trascinandosi dietro il bagaglio a mano che non aveva voluto lasciare: al suo interno c'era qualcosa di troppo prezioso per rischiare. Si avvio lentamente e testa bassa verso lo scomparto che le aveva indicato Dean, quello che sarebbe poi diventato Caposcuola Corvonero. Il ragazzo le aveva detto che Harry, Ron e Ginny la aspettavano lì.
-Potrebbero scomodarsi a dare una mano...- mormorò sotto i denti, trascinando il bauletto e tenendo Grattastinchi in braccio con l'altra mano. La fatica le colorò le guance, mentre un ricciolo ribelle le cadde sulla fronte, sfuggendo al fermaglio. Sbatté contro qualcosa.
-Mi disp...- cominciò, alzando lo sguardo e ritrovandosi di fronte a lui. -Mezzosangue, come osi?- la voce altezzosa di Malfoy le forò i timpani. Hermione sbuffò ,allontanandosi di qualche passo da lui – Malfoy, non te l'ha detto nessuno che oramai la distinzione "Sangue Puro" e " Mezzosangue" è passata di moda?- lo schernì lei. Malfoy sorrise, infilando le mani in tasca. Le si avvicinò di qualche passo, storcendo il naso dal fastidio che la vicinanza di lei gli portava.  -Ma tu rimani sempre un sporca Mezzosangue.- le soffiò nell'orecchio, allontanandosi verso il suo scomparto, mentre Grattastinchi gli soffiava contro. Hermione rimase paralizzata qualche istante: Malfoy le aveva detto di molto peggio, ma quelle parole le entrarono dentro. Sentì le cicatrici lasciatele sul braccio da Bellatrix bruciarle. "Sangue Sporco".

-Hermione, tutto bene?- le domandò Ron, vedendola con gli occhi persi nel vuoto.
-Certo, Ron. – gli rispose, alzandosi. -Ginny, ci sbrighiamo? – chiese all'amica, che annuì e si alzò anche lei, imitata da Harry. Solo Ron tentò di addentare un'altra fetta di torta, ma venne trascinato via dalla sorellina. -Muoviti, Ron!- Sconfitto,  si raddrizzò e si affiancò a Ginny, alla sinistra di Hermione. Alla destra della ragazza, Harry Potter. Eccole lì, le sue guardie del corpo personali. Harry e Ron avevano la pessima abitudine di trattare Hermione come una bambola di cristallo. Chiunque le si avvicinava, doveva passare sotto un accurato esame dei due e, quasi sempre, i ragazzi non superavano la prova. Qualunque individuo di sesso maschile della scuola ,le girava, giustamente preoccupato, a largo. Le occhiatacce dei due non lasciavano spazio a fraintendimenti. Ginny sbuffò, imitata dall'altra. I due ragazzi le ignorarono, continuando a camminare.


-Guarda, guarda. – mormorò Pansy – Il trio dei miracoli più sorella del pezzente.-                                                                                                                        Blaise alzò lo sguardo – Piantala, Pansy.- disse alla ragazza.
- Non capisco perché la debbano sempre circondare così. – disse Draco, distratto. -Quasi avessero paura che qualcuno gli rubi la Mezzosangue.- ghignò. Blaise sospirò – Draco, credo che tu non abbia guardato bene Hermione, ultimamente.- rispose tranquillo. Malfoy lo guardò – Perché avrei dovuto guardare una Mezzosangue?- gli chiese, scioccato.
-Perché avresti capito il motivo di tanta "protezione fraterna".- alluse ad Harry e Ron. Draco si voltò spazientito verso i quattro, che avevano quasi raggiunto la porta.
-Da quanto in qua la chiami "Hermione"?- gli disse, quasi sputando il nome, il biondo. Blaise lo ignorò, facendogli solo cenno di guardare.
Malfoy sbuffò sonoramente mentre si voltava nuovamente verso Hermione. La osservò. I capelli – il nido di drago - erano cresciuti durante l'estate, e ricadevano scomposti sul viso pallido. Gli occhi, due fusi castani, luminosi, risaltavano in contrasto con le labbra carnose e , al momento, imbronciate. Il viso privo di trucco. Il naso piccolo e dritto, i denti perfetti. Il biondo sorrise ripensando a quando le aveva fatto crescere le zanne. Quelli si che erano bei tempi! Spostò lo sguardo sulle spalle, piccole e sottili, sul maglione che le fasciava la pancia piatta, le gambe lunghe, strette nei pantaloni scuri. Seguii con lo sguardo il profilo del fondoschiena appena accennato e vide i bottoni della giacca tendersi sotto un ipotetico seno. Non era da perdere la testa. Era troppo rigida e composta, trascurata. Non era appariscente, come Daphne. Eppure era, innegabilmente, bella.  "E brava la mezzosangue." pensò, tornando a guardare Zabini che gli sorrise, compiaciuto.
-Allora?- gli chiese Malfoy, che non aveva alcuna voglia di dargliela vinta.- Allora?! – lo rimbeccò il suo migliore amico – Allora diciamo che Hermione è diventata bella. Molto bella, oserei. – gli disse, convinto. La risata di Malfoy giunse fino alla riccia.
- Questa è buona, Zabini! – finse di ridere per un'altra manciata di secondi, poi tacque, mentre l'amico continuava, impassibile, a sorridere.

Angolo Neve❄️
Allora, che ne dite? Continuo a pubblicare? Spero che vi piaccia. Comunque devo scegliere dei gironi in cui pubblicare per attenermi ad uno schema preciso anche se considerando che io odio aspettare molto... non so.
Neve❄️

Il Nostro Sangue || Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora