Sul ciscino

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Draco rimase ad osservarla per qualche minuto, come se in questo modo lei aprisse gli occhi e, sorridendo, dicesse – Sto bene, ciao. - .
Ma la Granger, di aprire gli occhi, proprio non ne voleva sapere: lui ci aveva provato, ripetutamente e sempre con scarsi risultati, anzi, rischiando ripetutamente la vita. Ogni qual volta si azzardava a scuoterla leggermente, quella Mezzosangue partiva con un gancio destro, o un calcio, che, ne era sicuro, lei avrebbe detto fosse involontario.
Si alzò dal letto, girandovi intorno, osservandola dormire un sonno agitato, mugugnare qualcosa di tanto in tanto.
Si passò una mano tra i capelli, aveva bisogno di pensare in modo lucido: prima di tutto, doveva farle scendere la febbre, secondo riportarla a Gryffindor, senza essere visto, terzo fare un lunghissima doccia. Improvvisamente, l'illuminazione: ricordava di essere stato malato, da piccolo.
Una delle sue tante balie, gli aveva posato una pezza bagnata sulla fronte e la cosa gli aveva dato un sollievo immediato.
Corse in bagno ,alla ricerca di un qualcosa da bagnare, una pezzo di stoffa qualsiasi: ogni singolo asciugamano, portava ricamate sopra D.M.
-A mali estremi...- mormorò, prendendone una e ficcandola sotto l'acqua fresca.
La strizzò, tornando in camera: la Mezzosangue era tornata in posizione supina; aveva le guance arrossate.
Malfoy si sedette di lato, scostandole i riccioli dalla fronte, e le posò leggero l'asciugamano.
La ragazza sussultò e lui temette di aver sbagliato qualcosa.
Poi un leggero sorriso comparve sulle sue labbra, mentre le sue guance perdevano un po' del colorito acceso. Forse aveva fatto bene!
Corse di nuovo in bagno, soddisfatto di sé, bagnando nuovamente l'asciugamano e tornando da lei.
Se l'avesse visto suo padre! Avrebbe preferito restare dieci anni in più ad Azkaban, piuttosto che subire il disonore di un figlio che...che...che stava facendo? La stava aiutando? Curando? Assistendo? Qualsiasi cosa fosse, gli piaceva. Lo faceva sentire importante, forte, fiero di sé.
Certo, sarebbe stato meglio se non fosse stata la Mezzosangue-so-tutto-io, a farlo sentire così, ma ad ogni modo era una sensazione piacevole.
Fu una nottata estremamente lunga, Malfoy tornò mille e mille volte in bagno, per rinfrescarle la fronte, fino a quando, dopo un nuovo tentato suicidio, per la misurazione della temperatura, si congratulò con sé stesso, constatando che era scesa a 38. Certo non stava bene, ma almeno era qualcosa! Si sedette sul letto, alla sinistra di lei. Era tranquilla adesso, aveva smesso di agitarsi.
La guardò: si, Blaise aveva ragione, era diventata molto bella, quasi quanto Daphne, sebbene fossero molto diverse.
Scosse la testa, appoggiandosi su di un fianco e tenendosi la testa con la mano.
Il lenzuolo candido aderiva al corpo della ragazza, mettendone in risalto le onde morbido seno.
Afferrò la coperta, che in uno dei suoi movimenti bruchi, la Granger aveva fatto cadere e gliela sistemò fin sotto il mento: meglio così.
In fondo era un uomo!
Allungò il braccio, per posarle di nuovo l'asciugamano, ma lei, inaspettatamente, si girò dal suo lato. L'intero viso della Mezzosangue, invase il suo campo visivo. Draco rimase immobile qualche secondo, imprimendosi nella mente ogni singolo particolare: dalla bocca a cuore, a quel piccolissimo neo sulla destra del mento. Senza rendersene conto, se la ritrovò con la testa poggiata al petto, rannicchiata contro di lui.
L'istinto gli disse di non muoversi assolutamente da lì. L'aveva stretta lui? Impossibile.


Hermione aprì gli occhi, quando un profumo le invase le narici. La prima cosa che vide, fu una specie di camicia, forse.
Si rese conto di essere poggiata a qualcuno e, con la testa che le girava, tentò di allontanarsi per vedere di chi si trattasse, probabilmente Harry o Ron. Non riuscì a muoversi e ne scoprì presto la ragione: chiunque fosse, le teneva un braccio intorno alle spalle, stringendola.
Doveva essere Ron. Ma il profumo, non quel profumo non era di nessuno dei due: era fresco, ma intenso.
Inspirò profondamente tra pieghe della camicia. Poi i ricordi cominciarono a tornare: era svenuta, in camera di Malfoy!
Allora non c'erano dubbi: era morta.   Lui l'aveva anche seppellita e adesso era in paradiso. Si, perché le braccia della persone che le era accanto, dovevano essere quelle di un angelo. Stava bene, si sentiva bene. Poi aprì di scatto gli occhi, sollevando la testa. Impallidì.
Con il mento poggiato sulla sua fronte, Malfoy dormiva profondamente.
- Merda.- si lasciò sfuggire, sottovoce. Si sfilò lentamente dal suo abbraccio, alzandosi e appiattendosi contro la parete.
Non aveva dormito a Gryffindor, ma nel letto della Serpe. Non una serpe qualunque: di Malfoy. Si sentì mancare.
Si rese conto di essere ancora vestita, già questo la consolò abbastanza, poi guardò lui: come lei, era ancora vestito, con gli stessi abiti della sera prima! Incredibile, Malfoy si cambiava minimo un paio di volte al giorno!
Si avvicinò, compiaciuta del fatto di poterlo osservare liberamente: certo non c'era niente di strano nel fatto che metà popolazione di Hogwarts gli sbavasse dietro. Era bello, davvero, davvero bello.
Dormiva tranquillo, nemmeno somigliava a quel Furetto antipatico che continuava a ripeterle quanto fosse sporco il suo sangue.
E poi sembrava soddisfatto.   Decidendo che era rimasta fin troppo tempo in contemplazione di Malfoy, prese lentamente la giacca che si era portata. Mentre si avviava verso la porta, qualcosa attirò la sua attenzione: nell'altra mano, teneva stretto un asciugamano.
Si tastò la fronte ,trovando qualche ricciolo bagnato. Rimase immobile, incredula: l'aveva usato per darle sollievo?
Sorrise, avvicinandosi alla scrivani di lui. Trovò quasi subito ciò che le serviva e uscì.


La Sala Comune dei Grifondoro era deserta. Erano appena le sei del mattino e tutti sapevano che nessuna persona sana di mente avrebbe messo fuori i piedi dal letto prima delle sette e mezza. Il rumore del quadro che si spostava, parve rimbombare nella stanza.
Harry, addormentatosi sul divano in attesa di Hermione, aprì gli occhi, sussultando. Possibile che lei fosse tornata e l'avesse trovato dormendo? Impossibile, l'avrebbe svegliato.
Si sporse oltre il bracciolo, per vedere chi fosse a rientrare a quell'ora del mattino e il cuore gli mancò un battito: Hermione.
Si alzò di scatto, facendole prendere un colpo.
- Harry! – esclamò, portandosi una mano al petto.
Il ragazzo le si parò davanti – Si può sapere dove Diavolo eri? – le chiese tra i denti, impedendosi di urlare.
La vide arrossire, cosa che lo fece andare ancora di più in bestia.
-Io...non...- balbettò.
- Hermione, sei stata dimessa dall'infermeria ieri e sei stata fuori tutta la notte? Mi hai fatto prendere un colpo! – continuò lui.
La ragazza sorrise – Mi dispiace.- gli disse.
-Dove sei stata?-
- Non posso dirtelo.- sussurrò lei, abbassando gli occhi.
Quelli verdi del ragazzo scintillarono: se la caricò in spalla in una secondo.
- Harry! Mettimi giù! – esclamò la ragazza, mentre i riccioli dondolavano con lei ad ogni passo. Le girava violentemente la testa.
- Non ci penso nemmeno! – ribatté lui.
Incantò le scale del dormitorio femminile, impedendole di trasformarsi in uno scivolo. Salì di fretta, chiudendo le porte della camera singola di Hermione con un calcio. La lasciò cadere sul letto e chiuse a chiave la porta.
- Harry, ma che cavolo ti prende? – borbottò lei, sistemandosi il maglione.
Il ragazzo la ignorò, sedendosi di fronte a lei.
-Dimmi dove sei andata!- disse.
Hermione incrociò le braccia – Non ci penso nemmeno.- ribatté.
Lui la prese per le spalle  - Hermione, adesso basta, dov'eri? – le chiese, alzando la voce.
La ragazza si liberò dalla presa, mentre la testa continuava a girarle.
-Ti senti bene?- le domandò lui, toccandole la fronte.
- Hermione, tu scotti! – la fece stendere, precipitandosi a prendere un termometro.
Glielo diede, entrando nel bagno di lei.
Cercò tra le varie medicine conservate nell'armadietto quella giusta e gliela portò con un bicchiere d'acqua.
-Non hai la febbre, strano, scottavi.- disse il ragazzo, sedendosi accanto a lei.- Mi dispiace, Hermione, è che mi sono preso un accidente, pensavo ti fossi sentita male chissà dove.- le spiegò. La ragazza annuì. Harry si posizionò al solito posto accanto a lei, tirandola a sé.
Hermione si accomodò sul suo petto, mentre lui giocava con i riccioli della ragazza, rigirandoli tra le dita e le faceva scorrere le dita lungo la schiena. Il petto di Harry era largo e duro, ma nemmeno paragonabile a quello muscoloso di Malfoy. Un momento. Perché li metteva a paragone? La stretta di Harry m si fece più invadente, distraendola dai suoi pensieri: se la schiacciò addosso, quasi tirandosela sopra.
- Harry...-
- Shhh. – le sussurrò nell'orecchio, facendola arrossire. Rimasero immobili, ognuno per un motivo diverso.


Draco aprì gli occhi, infastidito da qualcosa. Diede un rapido sguardo in giro: la sua stanza era in ordine, tutto perfetto.
Si voltò di nuovo verso il letto, perché aveva dormito sopra le coperte? La Mezzosangue! Dov'era?
Balzò in piedi, spostando del tutto le lenzuola, come se lei vi si fosse potuta nascondere. Niente Granger.
Si sedette sul letto, scuotendo la testa. Se n'era andata. Senza dirgli niente. Forse era meglio così, insomma, sai l'imbarazzo.
Però non era da lei. Guardò il cuscino sul quale aveva dormito la ragazza: un piccolo foglietto se ne stava perfettamente ripiegato.
Lo prese, aprendolo lentamente Grazie, Malfoy. La sua calligrafia perfettamente riconoscibile. Sorrise. Prima di entrare nel panico: cosa le avrebbe detto? Avrebbe dovuto fare finta di niente? O era meglio prenderla in giro? Si alzò, liberandosi dei vestiti.
Un Malfoy che si complessi mentali per una Mezzosangue. Era davvero nella merda.


-Ginny, amore.- Blaise le scoccò un bacio leggero. Lei aprì gli occhi, incantata e incantandolo come sempre.
- Buongiorno.- sorrise, stiracchiandosi, per tornare subito a posare la testa sul petto di lui.
- Dobbiamo andare a lezione.- le sussurrò.
- Lo so, cinque minuti.- si lamentò lei.
Lui rise, accarezzandole i capelli. – Facciamo dieci.- le rispose.


Hermione guardò l'orologio: erano le sette e mezza, doveva sbrigarsi
- Harry, svegliati.- lo scosse, ottenendo un grugnito come risposta.
La ragazza sbuffò, alzandosi.
- Potter, fuori dal letto! – gli urlò nelle orecchio, facendolo sussultare.
-Cavolo Hermione! – si lamentò lui.
- Muoviti, vai a vestirti, ho troppe cose da fare oggi, per arrivare in ritardo.- esclamò, chiudendosi in bagno.

Il Nostro Sangue || Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora