COWT: I'm not going to panic because I don't do that anymore. It's going to be okay.
Stavo per recarmi al lavoro, quando ebbi un attacco di panico. Dopodiché mi calmai, mi licenziai e ruppi il fidanzamento con la ragazza di allora, il tutto in meno ci cinque minuti. Un mese dopo entrai in un monastero.
Qualcuno a questo punto si potrebbe chiedere se la mia decisione di cambiare vita, fu presa all'improvviso perché ero stato male, ma non sarebbe del tutto onesto dire così. Fu una scelta istintiva, ma non incosciente e casuale.
Ero impazzito? Qualche volta me lo chiedo anche ora.
***
Non mi erano mai piaciute le discussioni e, considerato il mio vecchio lavoro, un'affermazione del genere può risultare strana. Mi occupavo di finanza, ero il vice-presidente di una banca molto importante, così quando il mio capo non c'era, quello che doveva fare le sue veci ero proprio io. Molte responsabilità erano sulle mie spalle e spesso questo si traduceva in discussioni sia con clienti, sia con dipendenti interni o esterni dell'azienda.
Quei mesi erano stati parecchio caotici perché bisognava riorganizzare tutto per via di una possibile fusione con un'altra banca. All'inizio provai solo un leggero fastidio, ma decisi di ignorarlo pensando non durerà molto. Avevo calcato quanto avrebbe potuto reggere la mia salute mentale. Mi sopravvalutai.
Con il senno di poi, tutto appare più semplice e ora faccio addirittura fatica a riconoscere quella persona tanto presa dalle aspettative degli altri, sacrificando ciò che io volevo per me stesso. Avevo dimenticato a darmi il valore che meritavo. In parte era colpa mia perché avevo abituato gli altri a vedermi sempre in un certo modo: sicuro di me, diligente, comprensivo e disponibile anche quando avrei avuto bisogno di riposo.
Il mio corpo a un certo punto mi costrinse a fermarmi e successe poco prima di trovare un accordo definitivo per la fusione. Ricordo ancora, dopo essere uscito di casa, gli sconosciuti che mi guardavano, filmando con il cellulare tutta la scena, mentre io sentivo il cuore battere forte, il sudore freddo sulle mie mani, il fiato corto, il corpo bloccato, le vertigini e avevo la sensazione di morire.
Da allora passarono due mesi e la mia vita si era completamente stravolta. Quando dissi alla mia ragazza che volevo lasciarla perché non mi sentivo più a mio agio nel condividere la mia vita con lei, non si arrabbiò, ma non capii subito la ragione di quel gesto. Il mio capo invece si disperò perché ero l'unica persona di cui si fidava, però a quel punto non mi interessava più.
Dopo un po' entrai in un monastero per fare sia il voto di povertà, sia quello di castità e da allora la mia routine è semplice. Ho molti meno oggetti e parlo molto meno, ma ascolto di più e mi sento più sereno. Non credevo fosse possibile arrivare a tanta chiarezza mentale.
«Non andrò nel panico perché non lo faccio più. Andrà tutto bene.»
Per la prima volta dopo tanti anni mi sentii in contatto con i miei bisogni. Sorrisi e, come se fosse un mantra, ripetei un'altra volta dentro di me: non andrò nel panico perché non lo faccio più; andrà tutto bene.
Chiusi gli occhi e cominciai la mia sessione di meditazione.
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Ricchezza d'animo
Short StoryUn uomo si sta recando al lavoro, sembra essere tutto come al solito, ma ha un attacco di panico e la sua vita cambia radicalmente nel giro di cinque minuti. Come mai? [Esercizio Scrittura Creativa]