Introduzione

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ricordo
/ri·còr·do/
sostantivo maschile
1.
Impronta di una singola vicenda o esperienza o di un complesso di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente dalla memoria, con più o meno intensa partecipazione affettiva: il r. dei cari estinti, del fratello lontano; mi è rimasto un pessimo r. di quella serata; i vecchi vivono di ricordi.
2.
CONCR.
Annotazione intesa a richiamare o conservare la memoria di un fatto.

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Una persona senza ricordi, memoria, passato.

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Una persona sola, in una rigogliosa landa desolata.

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Un silenzio assordante intorno a lei. Solo il vento che sbatte imponente sulle foglie degli alberi, la consola. Le ricorda di non essere completamente sola, come se quell'entità fosse viva.

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Una persona, che non ricorda nemmeno il volto della madre che l'ha data alla luce. Non ha un presente, che viene spazzato via dall'idea di non avere un futuro.

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Una persona priva di sentimenti, carattere...

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Priva di ogni cosa.

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Può davvero esistere?

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È mai esistita davvero?

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Per cosa vive?

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Sarà dimenticata, senza nemmeno rendersene conto. Senza avere la possibilità di lasciare anche la più insignificante traccia.

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Quella persona morirà sola, perché il destino ha deciso così.

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destino
/de·stì·no/
sostantivo maschile
1.
L'insieme imponderabile delle cause che si pensa abbiano determinato (o siano per determinare) gli eventi della vita: l'ineluttabilità del d.; rassegnarsi al proprio d.; è d., è fatale; spesso inteso come personificazione di un essere o di una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili.

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Un destino crudele, che non guarda in faccia nessuno e che ci lascia senza respiro.

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Siamo noi I nostri stessi carnefici, che grazie alle nostre scelte, anche quelle ai nostri occhi più insignificanti, ci spegniamo pian piano, inevitabilmente. Distruggiamo ogni cosa, senza pensarci due volte, solo per il nostro tornaconto. Per un bene superiore?

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Il bene non esiste. Non esiste il male.

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Non esiste bianco o nero, le nostre vite sono racchiuse in varie scale di grigio.

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Ma una persona vuota, come può avere così importanza?

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Come può diventare una così crudele bestia?

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Ebbene, questa piccola creatura diventerà un anello di una grande catena senza fine. Un atomo insignificante in un universo di dolore. Che ci prende a pugni in faccia e che non ci permette di vivere realmente.

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In questo mondo, le persone non vivono davvero.

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Sopravvivono sulle spalle degli altri. Siamo solo parassiti con un volto di sabbia, che il freddo vento porterà via.

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Ma non è colpa nostra. Siamo stati creati così. Un Dio che ci ha creato a sua immagine e che ci ha reso imperfetti. Siamo quasi degli errori. E lui si prende beffe di noi. Siamo solo dei piccoli burattini in mano di forze troppo più grandi di noi, senza poter spezzare questo circolo vizioso.

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Povere sventurate anime arrivano là e una dopo l'altro cadono.

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Io sono quasi un Dio per loro.

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Continuano a darmi la colpa per i loro misfatti.

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Delle loro tentazioni.

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Dei loro peccati.

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Ma non sanno ancora, non hanno mai capito, che il non sono un Dio. Non sono nulla, se non un altra pedina in questo bel gioco ripugnante. Non è colpa mia. Non ho alcuna colpa e ho smesso secoli fa di provare pietà.

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Dio mi ha creato.

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Mi rinnegò, era invidioso.

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Mi ha sempre dato contro, spingendomi lame nel petto e torcendo le mie ali, ormai bagnate di vivido sangue putrescente.

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La storia che voglio narrare a voi piccoli lettori, riguarda una piccola ragazza.

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Che ha rapito i miei pensieri.

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Che senza memoria, si scaglierà contro un subdolo Dio.

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Questa signori miei, è la storia di Faith.

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Una piccola ragazza, fragile e minuta. La pelle candida, come la pura e bianca neve che cade nelle fredde giornate di inverno. La neve che ti cade sul viso e si scioglie sulla nostra pelle calda.

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Occhi color ghiaccio, freddi e ipnotici. Se solo ne avessi l'opportunità, resterei a guardarli per ore e ore, senza mai stancarmi. Profondi e limpidi, come un oceano in estate, in cui i pesci nuotano spensierati.

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I capelli dorati, splendenti come i preziosi tesori che i pirati cercano in lungo e in largo per i sette mari, imperterriti. Morbidi e lunghi. Amavo dormire al suo fianco e giocare con quelle ciocche profumate.

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Le labbra carnose e di un rosso cremisi, che spiccavano sulla sua pelle cadaverica e da cui uscivano delicate parole. Aveva paura di parlare.

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Passavamo il nostro tempo in silenzio, perché tra noi le parole non servivano. Ammiravamo l'immenso cielo che quasi ci stringeva in un caldo abbraccio.

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Era una piccola guerriera e io, vi narrerò la sua storia, dal primo istante in cui mise piede nel mio regno, fino al suo ultimo momento tra le mie fredde braccia.

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Spazio autore.

Questa è una piccola introduzione a questa storia che ho deciso di scrivere, spero davvero che possa piacervi. La storia verrà aggiornata ogni domenica, se riesco. Vi prego di seguire la storia fino all'ultimo capitolo e vi auguro una buona lettura.

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Datemi un parere e dei consigli su come poter migliorare la storia, grazie.

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~Alex
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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2021 ⏰

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