Margherite (parte 1)

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La settimana di vacanza concessaci da Tsunade era finita e quella mattina dovetti fare appello a tutta la mia forza di volontà per non farmi venire una crisi di nervi. Avevo voglia di tornare a lavorare? No. Avevo voglia di passare tutta la giornata al cancello di Konoha per fare la ronda assieme a Ino? Assolutamente no. Conosco Ino da quando andavamo assieme all'accademia ninja e so fin troppo bene che prenderà la noiosissima giornata di oggi come l'occasione perfetta per riempirmi di domande a cui non ho la minima voglia di rispondere. Ino è fin troppo furba e pettegola, io ho imparato a mie spese che i pettegolezzi di Konoha devo farmeli da sola perché con lei c'è solo che da rimetterci.

Non è vero, Ino sa mantenere i segreti. Quello che mi mette a disagio è che se ha qualcosa da chiedere te lo chiede in faccia, senza mezzi termini e senza un velo di pudore. C'erano argomenti che evidentemente non volevo che venissero menzionati, ma probabilmente mi stavo facendo solo troppi viaggi. Ino non sapeva nulla di quello che c'era stato tra me e Shikamaru, tantomeno poteva immaginarselo. Se mi avesse fatto domande, sarebbe stato sicuramente sulla missione in sé e, al massimo, sul villaggio della Sabbia.

Raccolsi la poca voglia che avevo e mi alzai da letto, feci colazione e mi preparai, indossando la divisa da genin che era ancora appallottolata sulla mia sedia a prendere polvere. Strinsi il coprifronte attenta a non strapparmi i capelli e uscii di casa.

Il sole non era ancora completamente sorto: ero in perfetto orario. Camminai respirando l'aria fresca del crepuscolo e ascoltando i primi uccellini che annunciavano il nuovo giorno. Quando arrivai alla nostra postazione, sotto quel piccolo gazebo proprio all'ingresso principale della città di Konoha, salutai TenTen e Kiba, che dovevano aver fatto il turno di notte e a cui ero pronta a dare il cambio.

Entrambi sembravano stanchi e annoiati, segnale che la giornata sarebbe stata lunga e pallosa anche per me. Non succedeva molto a Konoha da un pezzo e il periodo sembrava particolarmente pacifico. Tutto filava liscio e non ci aspettavamo visite particolari. Continuavo a domandarmi cosa avrei fatto tutto il giorno per passare il tempo. Dare corda alle chiacchiere di Ino, di prima mattina per giunta, era fuori discussione.

La bionda mi raggiunse alla velocità della luce, scusandosi perché temeva di essere in ritardo. Era in perfetto orario, invece. Vedendola, TenTen e Kiba furono felici di potersene tornare a casa e riposare dopo quella che, con tutta probabilità, era appena stata la notte più noiosa della loro vita. Anche se c'è da dire che sia Kiba che TenTen sono due delle persone più divertenti che conosco ed è difficile credere che non abbiano trovato proprio nulla da fare per ammazzare il tempo.

Io e Ino ci accomodammo dietro al tavolo, al riparo del gazebo prendendo il posto dei nostri amici. Mi appoggiai allo schienale e tirai un sospiro, pronta ad affrontare una noia mortale. Nemmeno un secondo più tardi, Ino partì a fare domande.

"Allora Nori!" trillò "com'è andata la missione? Ho visto Shikamaru alla festa di Kiba, ma non mi ha raccontato molto. Oppure ero troppo ubriaca per ricordare. C'è da dire che non è mai troppo soddisfacente chiedere a lui, liquida sempre ogni pettegolezzo con qualche risposta monosillabica"

Ti prego, uccidimi.

"Non è stata una missione facile. Dal primissimo giorno le cose sono andate a rotoli e dopo è stato tutto un gioco di incertezze" dissi, ma ovviamente ciò non fu sufficiente per Ino. Prese la mia risposta come una conferma che avrei risposto ad ogni suo dubbio e incalzò con altre domande.

Anche quando credevo che non ci fosse più niente da dire, Ino mi chiedeva i più minimi particolari. Alla fine arrivò a fare domande a cui assolutamente non avevo intenzione di rispondere. Partì dal vago: "come è andata con Sasuke e Shikamaru?", ma nasai da subito il suo intento.

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