Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
I diritti delle immagini non mi appartengono.
Nessun copyright si intende violato.Attenzione!
Ricetta per la costruzione di questo capitolo: 200g di dramma, 100g di tristezza setacciata, 50g di cinismo, linguaggio scurrile q.b e 1 cucchiaino di attacco di panico. Assemblare tutto in una bacinella di frustrazione e infornare per 15 minuti. Et voilà!
Da degustare solo se sicuri di poterla digerire.
- I've got you, brother -Capitolo 3
Mental-BreakdownQuel bastardo peggiorava.
Peggiorava ogni minuto, ogni ora sempre di più. Dopo una giornata da quella visita notturna, le condizioni di salute di Kakaroth si erano fatte così gravi da doverlo semi-sedare. Sarebbe stato sveglio, ma per molto meno tempo e con una coscienza davvero ridotta.
Era stato uno strazio. Un vero strazio per tutti, ma soprattutto per i figli.
Goten e Gohan, i quali Vegeta aveva imparato a considerare quasi come parte della propria famiglia, erano distrutti. Vedere uscire Goten da quella stanza dopo aver salutato suo padre – con probabilità per l'ultima volta – era stato il colpo di grazia per Vegeta.
Neanche un cuore arido come il suo avrebbe potuto reggere a tanto senza quantomeno scricchiolare.
Aveva dovuto allontanarsi – di nuovo, medaglia d'oro per l'evanescenza – e stare un poco da solo.
Si era ritrovato in quell'oramai consueto deserto, ma quella volta senza dare sfoggio del suo catalogo di blasfemia e ira funesta.
Era rimasto zitto, impalato lì, ad aspettare il brillare delle stelle. Pericolosamente calmo.
La quiete prima della tempesta, avrebbe detto chiunque. Ma la tempesta c'era già, eccome: dentro, Vegeta, sentiva di stare implodendo per davvero.«Zio 'Geta! Ma è vero che tu eri amico del mio papà?»
Una pulce di cinque anni e una stupida finestrella tra denti.
«Niente di più falso».
«Ma lo conoscevi, uh?» intervenne Trunks, un'altra scimmietta impertinente.
Goten e Trunks insieme erano l'accoppiata più pericolosa sulla faccia della Terra. Sicuramente le loro capacità distruttive dell'ambiente non erano nulla contro l'ottimo lavoro di distruzione della pazienza del Principe dei Saiyan.
«Sì» sbuffò Vegeta.
Goten si illuminò. Gli stessi occhi gioiosi di quel deficiente del padre, gli stessi capelli stupidi e lo stesso entusiasmo. Era come avere un micro-Kakaroth in giro per casa ogni santo giorno, forse un poco meno idiota.
Goku era morto oramai una manciata di anni prima, durante il torneo di Cell. Goten non l'aveva mai conosciuto.
«E che tipo era?» domandò il bambino.
Un fottuto clown. Un buffone. Una testa di cazzo. Una pallida imitazione di Saiyan di terza classe. Un decerebrato con una faccia da scemo.
«Un tipo fastidiosamente curioso, come te» disse però Sua Maestà. Gli occhietti furbi di Goten si spensero un poco e Vegeta si maledisse per essere diventato un patetico sentimentale nel provare qualcosa di minimamente diverso all'indifferenza, nei riguardi di quel moccioso. «Ma un bravo guerriero» sbuffò quindi, per concludere, rosso come un peperone.
«Uh! Forte! Diventerò anche io un bravo guerriero come te e il mio papà» trillò Goten.
«E come me!» puntualizzò Trunks.
E insieme iniziarono a lottare, come i cuccioli di Saiyan che Vegeta vedeva dal suo castello, quando aveva poco meno che la loro età.
Chi l'avrebbe mai detto che prima o poi avrebbe avuto dei figli?
Figli?! Aveva detto "figli!"? Plurale?Vegeta aprì gli occhi dopo un lungo momento meditativo e ne uscì più provato che prima.
Aveva cresciuto quel piccolo scimmiotto come se fosse suo, negli anni in cui Kakaroth era a farsi gli affari suoi nell'Alildà. Il più grande desiderio di Goten era stato conoscere suo padre, ne aveva sempre parlato in continuazione. E quando l'aveva finalmente incontrato era stato così felice che Vegeta aveva quasi avuto il vomito per tutta quella felicità nell'aria.
E ora erano tutti una bellissima famiglia di idioti.
Perché? Perché il destino aveva voluto lanciar loro quel tiro losco?
Goten non lo merita. Non lo merita. Vegeta strinse i pugni di fronte a quei pensieri così paterni, così umani. Non li sopportava. Non sopportava quella situazione che lo portava a essere così fragile.
Kakaroth stava morendo e lui non aveva ancora trovato alcun modo di aiutarlo, di poter far sì che vivesse. Per poter far sì che rimanesse accanto alla sua famiglia, a quella donna isterica, a Goten e suo fratello più grande.
Fratello.
Fratello?
Vegeta spalancò gli occhi tanto da farseli uscire dalle orbite. Erano le stelle che illuminavano così tanto, o la lampadina che si era appena accesa nel suo lobo frontale?
«Merda!»
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I've got you, brother || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ & ɢᴏᴋᴜ ||
Fanfic- Vincitrice del "Premio voto popolare" dei Ciambella Awards 2020-2021 - «Ci pensi mai a cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate in un altro modo?» domandò Goku. «Intendi se tu non fossi stato così imbecille da risparmiare la vita ad un pazz...