Parte 1

38 9 0
                                    

Nel mezzo di un immenso mare azzurro, nasce la calda isola di Creta.

Su quest'isola viveva Dedalo, un uomo che aveva acquisito grande fama e prestigio per le sue eccellenti abilità da fabbro.

Le sue doti arrivarono ad affascinare anche Minosse, il re dell'isola, che decise di assumerlo come fabbro ed inventore ufficiale del Regno.

Dedalo ricevette subito un incarico molto importante: costruire un labirinto nel quale rinchiudere il terribile Minotauro, un mostro spietato, temuto da tutti gli isolani.

Il fabbro realizzò l'opera con grande maestria: il labirinto era un intreccio interminabile di lunghi corridoi oscuri, tra i quali si poteva udire l'agghiacciante respiro della mostruosa creatura rinchiusa al suo interno.

Tuttavia, dopo che il coraggioso Teseo riuscì ad uccidere il Minotauro e uscire vivo dal labirinto, Minosse accusò Dedalo di averlo aiutato, e lo rinchiuse insieme a suo figlio nella prigione del labirinto.

La cella si trovava in cima alla costruzione, a centinaia di metri da terra: fuggire era impossibile.

"Padre, ho fame..." - la voce del piccolo Icaro echeggiava ormai da giorni nella testa di Dedalo, trafiggendo il suo cuore.

Icaro era giovanissimo, eppure sembrava destinato a morire di stenti e di fame in una cella umida e buia, guardando gli uccelli volare in libertà dalla piccola finestra sul muro, e sognando di poter rinascere come loro: libero.

Ma il padre non sarebbe sopravvissuto per vedere suo figlio morire, Dedalo doveva trovare una soluzione.

L'uomo possedeva un ingegno notevole, e le sue abilità giocavano ancora dalla sua parte.

Infatti, dopo quattro giorni senza né pane né acqua, sull'orlo della morte, ebbe un'ultima idea.

La spiegò al suo caro figliolo, e i due si misero all'opera.

Icaro si sporse dalla finestra, riuscendo ad arrampicarsi sul soffitto, dove raccolse dei favi da un nido di api; poi catturò dei piccioni mentre dormivano, dai quali strappò le penne e le piume.

Infine, rientrò nella cella.

L'idea di Dedalo era geniale: dopo aver estratto il miele dai favi d'ape, usò una lente per scioglierlo con la luce del sole, e con esso disegnò la sagoma di quattro ali.

Mentre il miele era ancora caldo e liquido, vi dispose le penne e le piume degli uccelli, e aspettò che la dolce sostanza si solidificasse.

Poco dopo, i due si arrampicarono sul tetto.

Il Volo di IcaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora