Ti ricordi quelle rocambolesche fughe da film horror nei boschi? Senti questa...
L'odore di erba bagnata si mescolava all'intenso profumo delle giovani cortecce intorno a noi. Il rumore dei passi pesanti era appena udibile, coperto com'era dal incessante susseguirsi dei profondi respiri che, nel correre, velavano le nostre orecchie e si barricavano nella nostra testa. Aria dentro, aria fuori, aria dentro, aria fuori. Ludovica correva accanto a me; le ciocche umidicce le si erano attaccate in fronte, disegnando improbabili figure che solo vagamente rimandavano alla vegetazione che avevamo tutt'intorno. I capelli che erano sfuggiti all'azione collante del sudore le rimbalzavano sulle spalle ad ogni movimento. Era più veloce di quanto avessi potuto immaginare. Forse era il terrore ad aver tirato fuori un potenziale che, in condizioni tranquille, non sarebbe mai stata in grado di esprimere. Eppure l'amore che provavo per lei stava iniziando ad accelerarmi i battiti più di quanto la paura della cosa dietro di noi non stesse già facendo. Volevo che corresse più veloce, che mi superasse, che non si voltasse, che mi permettesse di essere quell'ostacolo che separava quell'orripilante creatura da lei, che in quel momento mi resi conto essere l'unica cosa della quale mi importasse realmente qualcosa. Rallentai il passo e sentii il tono muscolare rilassarsi quel tanto che bastava per diminuire la velocità del mio avanzamento e fu allora che corremmo l'uno accanto all'altra, perfettamente sincronizzati. La mia spalla sfiorava la sua. Senza decelerare ulteriormente, le biascicai di proseguire con la voce spezzata dal profondo respiro e, prima che potesse anche solo accennare ad una protesta (che, sarò sincero, già si stava palesando sul suo volto per tramite di uno quegli sguardi terribilmente contrariati e luminosi insieme che era solita fare quando la facevo arrabbiare e che chissà se e quando avrei mai più rivisto), le schioccai un bacio sulle labbra. Senza rallentare. Senza guardare davanti a me. Mi staccai subito e mi girai. I muscoli delle gambe frenarono la ritmica contrazione e mi fermai. Sentivo davanti a me i movimenti della cosa nel buio della notte. Il rumore si faceva sempre più vicino e non avevo più paura. Per lei.
Angolo dell'autore: Inizio soft, senza grossi picchi horror. Anzi, quasi definirei questa prima brevissima pillola più un raccontino romantico a tinte horror che un testo horror vero e proprio. Non ho mai provato ad esprimere un sentimento amoroso in uno scritto, per cui non sono per nulla convinto che il risultato sia anche solo vagamente accettabile. Aspetto consigli, critiche, brutte parole e curiosità. Spero che qualcuno di voi possa apprezzare.

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Pillole Horror
رعب"Te le ricordi le storielle dell'orrore? Quelle che si usava raccontare in campeggio intorno al fuoco?" "Si?" "Ecco, quelle. Non so dirti che troverai in quella raccolta. Non so dirti se quelle storie qualcuno le hai mai raccontate. Non so dirti nea...