1 - Nessun giorno ti cancellerà

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Il solito lamento della cetra,sempre le stesse note,sempre la stessa cadenza e sempre la stessa tristezza nelle sue corde.
Era da anni ormai che nel Limbo riecheggiava quel suono,assieme ai pianti del poeta mantovano.

«Virgilio basta,te lo devi togliere dalla testa! Credimi,starai meglio dopo!»
«Omero tu non capisci...lui era il mio tutto,non solo il mio "allievo"...»

Il biondo face spallucce,mentre pizzicava le corde dello strumento:

«Era il mio amore...»

Ci fu un attimo di silenzio;il greco doveva ricordarsi le ennesime parole che gli ripeteva quasi ogni singolo giorno:

«Virgilio basta! Scrivi ininterrottamente poesie dedicate a lui,suoni quella cavolo di cetra sempre alla stessa ora e non fai altro che piangere! Porca miseria stai diventando tu la mia dannazione!»
«Omero ti prego,prova a capire come mi sento...!»

Il mantovano appoggiò la cetra e si mise a scrivere sul terreno polveroso del limbo con un bastone;un sorriso malinconico comparve sul volto del poeta:

«Dante era...qualcosa di incredibile! Sempre curioso,affamato di sapere...ingenuo alcune volte,ma di un'intelligenza formidabile!-face un sospiro-E che bello che era...occhi grandi,castani,volto sempre luminoso e delle labbra che Giano mi ha concesso di baciare,inebriandomi del suo sapore e delle emozioni che mi faceva provare...»

Il greco non sapeva cosa dire,Virgilio non aveva mai smesso di amare Dante,anche dopo il loro straziante addio!

Si ricorda bene quando è ritornato nel Limbo,percependo il suo accasciarsi a terra nelle lacrime e nella disperazione nonostante la sua cecità;il periodo in cui Virgilio non faceva altro che piangere e pensare al "suo bel fiorentino con quella cagna"...di cotte e di crude insomma!

Il poeta ellenico si limitò a sospirare:
«Virgilio,so che lo amavi molto ed entrambi volevate stare insieme invece di concludere il vostro viaggio...ma ormai è andata! Adesso il tuo "bel fiorentino" sarà in vita,nella sua epoca a finire di trascrivere quello che avete visto insieme,devi lasciare stare perchè-»

«NO SONO STANCO DEI "LASCIARE STARE"»

L'urlo di Virgilio colpì Omero più di ogni altra cosa:da quando lo conosce,non lo ha mai sentito urlare in quella maniera:con la voce piena di rabbia,frustrazione e tristezza.

Il biondo si alzò in piedi di scatto,impuntandosi a pugni chiusi davanti al maggiore:

«TUTTA LA MIA VITA MI SONO SENTITO DIRE "LASCIA STARE PERCHÈ","NON HAI SPERANZE PERCHÈ" E PURE ADESSO CHE SONO MORTO ME LI DEVO SENTIR DIRE?!»
«Virgilio non...non capisco cosa intendi...»
«INTENDO DIRE CHE SONO STANCO OMERO,STANCO!»

La voce del biondo iniziò a farsi strozzata e gli occhi ad inumidirsi:
«...ogni volta che mi innamoravo mi dicevano queste frasi...ed ogni volta ci davo a mucchio ed abbandonavo la possibilità di vivere una vita felice con un uomo che amavo...»

Ritornò a sedersi sul suo masso,vicino alle pile di tavolette di cera.
«Sai,il mio primo amore è stato un mio schiavo! Era...bello,dolce,gentile,educato... mi faceva stare così bene...!-sospirò-Ma c'era sempre questa voce nella mia testa che mi diceva:"Lascia stare Publio! Lui è uno schiavo e tu il suo padrone,non potrà mai e poi mai funzionare!". E così ci diedi a mucchio con estrema tristezza...non voglio che accada così anche col mio amato Dante...»

«Wow Virgilio...non pensavo che-»
«Per questo sono stanco di tutte questi impedimenti,quando la colpa del perchè io e Dante non siamo qui,nel Limbo,a vivere la nostra vita insieme è solo di quella schifosa...»

«Virgilio ne abbiamo già parlat-»
«MI HAI SENTITO LURIDA CAGNA? EH BEATROIA?? COME CI SI SENTE A RUBARE GLI UOMINI AGLI ALTRI?! LURIDA SCHIFOSA!»

Ed eccolo di nuovo in pedi ad infierire verso il cielo,per poi accasciarsi a terra e piangere disperato,mentre prova a proferire parola tra i gemiti di tristezza:

«Dante...Dante...»
«Virgilio basta insomma...»

Disse con tono sconfitto il cieco,sedendosi su una specie di muretto;ma il mantovano non accennava a smettere:

«Mi manca...mi manca stringergli la mano,rassicurarlo,proteggerlo...mi mancano le sue domande,la sua voce,il modo in cui parlava ad ogni singola anima...il modo in cui mi baciava e mi accarezzava...tutte quelle nostre notti passate insieme,ma solo dopo che Dante mi prometteva di non scriverle nella sua Commedia...»

Il greco non parlò,si limitò a guardarlo e sospirare:
«Virgilio...»

Quand'ecco,una nuova voce in lontananza:
«Maestro! Duca mio dove sei?!»

Il biondo sarebbe stato capace di riconoscere quella voce ovunque;si fermò e si alzò in piedi,guardandosi intorno con un sorriso enorme sul volto:

«DANTE! DANTE SONO QUI!»

Dalla nebbia fitta,ecco comparire la figura del poeta fiorentino nella sua tipica tunica rossa,felice come non mai di rivedere il suo maestro:

«OH MIO DOLCE DUCA!»
«AMORE MIO!»
Ed i due si strinsero il più forte possibile,avendo desiderato quel momento da anni.

«Quindi tu sei...?»
«Morto,esatto.»
«Ma non dovresti essere in Paradiso? Come mai sei qui?»
Chiese il biondo,preoccupandosi come sempre per il suo amato Dante.
«ERO in paradiso:Dio mi aveva concesso un desiderio,dato il successo della mia Commedia,ed io ho scelto di stare qui...con te...per sempre...»

«Oh Dante,quanto mi sei mancato...non ho smesso un singolo giorno di pensarti e disperarmi perchè non eri qui con me...»
«Davvero?! Avevo timore di essere dimenticato da lei...»

Concluse il bruno,sorridendo con gli occhi lucidi ed avvolgendo le braccia intorno al collo del maggiore.
«Mio amato Dante...-il mantovano accarezzò la guancia del suo poeta-nessun giorno ti cancellerà mai della mia memoria:rimarrai per sempre il primo pensiero del mattino e del minuto prima di assopirmi...sei il mio tutto amore mio...»

«Allora baciami maestro!»

E fu così,che i due suggellarono il loro amore:un bacio pieno di affetto,passione e gioia di essersi finalmente ritrovati.

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Prima one shot che avevo già pronta nelle note,adesso copio ed incollo le altre che avevo già e poi mi metterò al lavoro per le prossime👋

One Shots DantilioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora