Lui, io e le stelle

Capitolo 1

Quando sarei arrivata a Londra, sarei andata in un hotel a 4 stelle, mi sarei riposata e poi sarei andata a iscrivermi alla scuola di teatro di Londra. Non andó esattamente così.

"Non puó andare più veloce?" supplicai il taxista.

"Siamo imbottigliati nel traffico, dove crede che potrei correre?" mi rispose.

Esatto, tre lunghe ore ad aspettare imbottigliata nel traffico. Non potete immaginare.

Ma quando varcai la soglia della mia camera, tutta quella fatica sparì.

Era proprio una bella stanza, semplice ma lussuosa, con le pareti di un bianco puro e le tende e il mobilio rossi.

Mi sistemai, ma ormai si stava facendo sera. Forse facevo ancora in tempo ad iscrivermi alla scuola.

Decisi di tentare.

Fortunatamente feci in tempo. Ma pou dovetti tornare subito in albergo: ero veramente stanca.

Quando entrai notai dei fiori sul piccolo comodino, con un biglietto. Lo lessi:

Dai direttori dell'albergo, speriamo che si trova a suo agio e sia tutto di suo gradimento.

"Lo danno a tutti, sai?" Disse una voce alle mie spalle.

Mi girai e mi trovai di fronte una ragazza. Aveva più o meno la mia età, forse più grande di un anno. Aveva lunghi capelli neri lisci che gli ricadevano sulle spalle, mentre i suoi occhi azzurri mi osservavano attentamente.

"Ciao, sono della porta qui a fianco" mi disse.

"Ciao, io invece sono di questa stanza" risposi.

"Sei simpatica. Mi ispiri. Piacere, mi chiamo Alessia Reden" disse avvicinandosi e porgendomi la mano.

"Piacere, Luna Stevenson".

Chiacchierai molto con Alessia, scoprendo che avevamo molte cose in comune. Anche lei sarebbe andata alla scuola di teatro e anche lei ispirava al meglio. Tutte e due avevamo lasciato la nostra città per venire qui. E pensate un po, eravamo nate anche lo stesso giorno, solo di un anno di differenza.

"Tu quando sei nata, Alessia?"

"Il 3 marzo del 92, tu?"

"Oddio, anche io sono nata il 3 marzo, ma un anno dopo!".

Passammo così la serata, a ridere e scherzare, anche se ci eravamo appena conosciute.