CAPITOLO 3

11 1 0
                                    

E da quel momento non mi ricordo più niente.

Dopo quel momento solo nero e fumo. Rumore tanto rumore.

E urla.

Poi niente .

Niente.

L'aria salmastra mi fa capire di essere in spiaggia, cosí come la consisintenza sabbiosa sotto il mio corpo.

Sono sdraiata a riva , l'acqua mi bagna il braccio sinistro.

Non apro gli occhi. Ho troppa paura.

Ma , quando mi faccio coraggio il sole mi acceca e mi inonda con la sua luce.

Le mie supposizioni erano esatte. Sono sulla spiaggia. Ma di cosa?

Di qualche isoletta sperduta nell'oceano pacifico.

Merda.

Mi tiro su e vado verso l'aereo. Molti ragazzi si stanno aiutando a vicenda a rialzarsi. Alcuni sono feriti.

Tra di loro c'è anche Thomas.

Vorrei aiutarlo.

Ma devo trovare la mia famiglia.

L'aereo ,che prima era brillante ora è grigio e annerito dal fumo.

Ma , all'interno, è messo anche peggio.

Altri ragazzi cercano di uscire da esso.

Ragazzi. Solo ragazzi. Nessun adulto .che cosa strana.

Mi dirigo verso il posto di mio papà e di mia mamma.

In quell'istante stavo per svenire.

Erano entrambi li' , mano nella mano .

Bianchi, con una grossa chiazza rossa sul torace.

Una parola mi affiora sulle labbra.

Morti.

Sono morti.

Non ci sono più.

Nella mia mente mi vorticano immagini di loro.

Capodanno con gli zii e i cugini Steve e la sua ragazza.

Steve.

Cerco mio fratello per tutto l'aereo.

Anche lui è morto.

Schiacciato dal sedile.

A vederlo li' cosi', mi viene da vomitare.

Mi volto e crollo.

Cado a terra e piango.

È finita.

Sono tutti morti.

Esco dall'aereo.

E mi reco in spiaggia.

Ho la vista annebbiata.

Vedo Thomas corrermi incontro.

Urla il mio nome.

Poi tutto si fa nero.

E svengo

La scalata verso il fondo: tutto è possibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora