L'esplosione di Crema

172 13 2
                                    

«Ladybug! Chat Noir! Se non venite fuori e non ci date i vostri Miraculous, questa bolla gigante cancellerà i ricordi di tutti quelli che si trovano a Parigi!»

Era questa la soluzione di Oblivio... Ne aveva avuto abbastanza dei loro giochetti e ora tentava di stanarli minacciando la città...

Marinette era preoccupata: non solo perché il suo cellulare si era scaricato esattamente quando il Signor Tartaruga stava per dare loro importanti indicazioni, ma soprattutto perché Adrien non poteva trasformarsi senza la sua creatura volante, Plagg. Come le aveva chiamate lui? Kwami?

Ad ogni modo, non aveva importanza. Il concetto cruciale era che colui che doveva essere il suo fidato compagno ora non poteva aiutarla: doveva cavarsela da sola. Si staccò di colpo dalla vetrata dalla quale lei e Adrien avevano osservato tutta la scena e, in quell'esatto momento, fece l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto fare: andò nel panico.

«Questa è una catastrofe...» La ragazza iniziò a camminare avanti e indietro tra le scrivanie dell'ufficio ormai devastato in cui si trovavano. Si portò le mani tra i capelli con fare disperato: l'intera città era in pericolo e l'unica cosa che sapeva fare era commiserarsi. Un buon inizio come supereroina. Davvero un ottimo inizio!

«Marinette... Calmati. Non c'è motivo di allarmarsi tanto.» Adrien si era avvicinato nel tentativo di tranquillizzarla ma, con un gesto brusco, si allontanò da lui, evitando di guardarlo negli occhi.

«Certo che c'è un motivo! Ce ne sono svariati!»  Incapace di reggersi in piedi, si accasciò contro una scrivania rovesciata. Era tutto così assurdo: si trovava intrappolata in un edificio con una persona che avrebbe dovuto conoscere, ma di cui non ricordava assolutamente nulla; inoltre, presumibilmente, doveva svolgere il ruolo della supereroina che salvava una città intera senza nemmeno conoscere sé stessa e le proprie capacità. Sapeva il suo nome solo perché aveva guardato un documento con una sua foto! Chi poteva dirle che quel documento rappresentasse realmente lei? Ma, soprattutto, chi poteva assicurarle che lei era sempre la stessa persona con o senza ricordi? Insomma, parlando chiaro, finora aveva agito per semplice istinto di conservazione, non aveva realmente riflettuto sulle sue azioni, non aveva pensato alle conseguenze: e se, nel tentativo di sconfiggere Oblivio, avesse commesso un errore irreparabile che non avrebbe compiuto se avesse avuto tutti i suoi ricordi?

Il suo cervello stava letteralmente bollendo: un forte mal di testa si impadronì delle sue tempie, facendola ancor più accartocciare su sé stessa.

«Marinette, non farti prendere dal panico in questo modo... Sono sicuro che ce la faremo.»

«E se commettessi un errore fatale? Se perdessimo a causa mia?»

«Affronteremo le conseguenze insieme. Non siamo infallibili e siamo particolarmente vulnerabili: siamo privati dei nostri ricordi, il che fornisce un grande vantaggio al nostro nemico. Però possiamo provare a usare questo fatto a nostro favore.»

«Cosa vuoi dire?» Marinette alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di lui. Così verdi da far perdere la testa. Arrossì immediatamente di fronte a quel pensiero del tutto fuoriluogo.

«Voglio dire che la prima volta abbiamo fallito perché non eravamo uniti, o almeno questo mi ha fatto capire il video. Tralasciando tutta la questione sentimenti, stavamo battibeccando senza un reale motivo: è stato questo a distrarci. Ora, senza i nostri ricordi, possiamo affrontare la situazione senza pregiudizi, senza i soliti schemi prestabiliti, fidandoci l'uno dell'altra semplicemente perché non abbiamo altra scelta. Non sarai sola quando uscirai lì fuori, troverò il modo di aiutarti. E sarà proprio questo il punto debole del nostro avversario.» Adrien sorrideva pacificamente infondendole sicurezza e, incredibilmente, serenità. La aiutò a rialzarsi mentre lei si asciugava vergognosamente le lacrime scappate al suo controllo.

Quel bacio dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora