Alex sta ridendo per una battuta di Rachel, il personaggio di Friends. L'ho costretto ad iniziare questa serie tv quando ho scoperto che non sapeva neanche di che cosa stessi parlando. Ora ho la testa appoggiata sulla sua spalla, mentre lui mi circonda la vita con un braccio. Pumba è addormentato tra le nostre gambe, ha il muso nero appoggiato sul mio ginocchio.
Potrei abituarmi ad una vita così. «È carina.» Dice Alex non appena finisce l'episodio, lasciandomi un bacio tra i capelli. «E almeno ora posso dire di non vivere completamente sotto una roccia.»
Mi mordo il labbro per cercare di trattenere un sorriso. «Non pensare che vedere tre episodi ti renda un esperto. Caro, hai ancora tanto da apprendere.» Gli sto facendo vedere quelle più famose, non ha ancora idea di tutte le serie trash che si dovrà vedere per colpa mia -o grazie a me, dipende dai punti di vista-.
Ride di nuovo e prende il telecomando, premendo il tasto per mettere in pausa e fermare l'episodio che stava iniziando. «Non vuoi più vederne?» Sono solo le nove di sera.«Sí, sí.» Si schiarisce la voce e la sua mano mi sfiora il braccio, facendomi venire la pelle d'oca. «Solo... prima stavo pensando ad una cosa.» Mi viene l'ansia solo per questa frase. Ora mi lascia perché sono un caso umano. È stato bello finché è durato, immagino. Non dico niente e aspetto che Alex continui, cosa che fa dopo aver fatto un respiro profondo. «Voglio creare una nuova azienda. Tutta mia.»
Mi si gela il sangue nelle vene. Sarei stata contenta per lui fino a qualche giorno fa, ma non dopo l'aggressione di suo padre. Se chiudo gli occhi sento ancora la pressione del braccio di Bennett che mi preme al muro, il respiro corto e le minacce di Arthur. «Cosa? E l'azienda di tua madre?» Ho preso a chiamarla così, in suo onore. È evidente che dopo quello che la mamma di Alex ha fatto, quella azienda è più sua di quanto mai sarà di Arthur.
Alex fa spallucce. La sua mano ora si intreccia con la mia. «Mio padre non me la cederà mai. Tanto vale che faccia qualcosa di buono. Posso onorare mia madre in altre mille modi.» Abbassa la testa e mi lascia un bacio sulla mascella, ma ha la fronte corrugata. «Pensavo saresti stata più felice. Se è perché sei preoccupata per l'aspetto economico, sappi che ho tantissimi risparmi e...»
Lo interrompo subito. «Chi se ne importa dei soldi, Alex.» Sbotto, ma non riesco ad aggiungere nient'altro. Arthur mi ucciderà. Probabilmente letteralmente. Mi ha detto con chiarezza di fare in modo che Alex fosse concentrato sul lavoro come prima di incontrarmi, probabilmente perché ad Arthur fa comodo, e se si licenziasse sono sicura che mi farebbero del male.
«Che succede?» Scosta il braccio e si siede meglio, solo per guardarmi negli occhi. Giro la testa al lato opposto, sperando che non capisce che ho paura. Stavo finalmente smettendo di pensare a quell'aggressione ogni volta che guardavo Alex, non posso credere che sono di nuovo punto accapo. Se non peggio. Proprio lui mi costringe a guardarlo, prendendo delicatamente il mio mento tra le dita. «Dimmi la verità, Penelope. Perché ultimamente sei così strana?»
Per un attimo penso di inventarmi una balla. Tipo dire che ho l'influenza, sono troppo stressata o qualcosa del genere. Ma alla fine mi convinco che Alex merita di sapere la verità. Credo di tenere troppo a lui per mentirgli così spudoratamente, tra l'altro su una cosa che lo riguarda a pieno. «Un paio giorni prima di chiudere il ristorante per ristrutturarlo volevo venire a pranzo da te, perché so che spesso ti capita di saltarlo per continuare a lavorare. Ho deciso di fare una passeggiata, dato che mi avevi accompagnato tu.» Mi schiarisco la voce prima di continuare. Ho la gola secca al solo ricordo. «Poi è arrivato tuo padre. Mi ha minacciato.»
Per un attimo non dice niente ed ho paura che non mi creda. «Hai detto che ti ha minacciato?»
Annuisco, piano. «Con lui c'era un altro uomo. Più Arthur parlava e mi minacciava, più questo mi spingeva ad un muro. Tuo padre ha detto che vuole che ritorni tutto come prima che ci conoscessimo, in pratica che tu continui ad essere il suo burattino.»
«Ti ha sbattuto ad un muro.» Ripete, a bassa voce. Non sembra sorpreso, solo incavolato nero. Non l'ho mai visto così, neanche le poche volte che abbiamo litigato tra di noi. «E perché diavolo non me ne hai parlato prima?» Non ho mai preso in considerazione l'idea che potesse arrabbiarsi anche con me per non averglielo detto. L'idea che Arthur mi possa minacciare di nuovo o questa volta farmi male mi fa paura, ma il pensiero di Alex che se la prendi anche con me per questo mi terrorizza molto di più.
«Io...» Ho le lacrime agli occhi. Sono un'idiota, non c'è altra spiegazione. «Non ne ho idea. È tuo padre e già lo odi così, non volevo peggiorare le cose. Pensavo che fossero parole al vento finché fosse rimasto tutto così com'è.»
Magari davvero sono solo parole, come dice mia madre "è tutte chiacchiere e distintivo", o forse davvero potrebbe farmi male. Alex scuote lentamente la testa e mi prende per la vita, per fare in modo da abbracciarmi, anche se siamo ancora seduti. Pumba miagola, sveglio perché ho mosso le gambe. Per un attimo me ne ero dimenticata. «Devi dirmelo se succede un'altra volta, va bene?» Annuisco e lui mi bacia. Ha le labbra soffici e dolci, in contrasto con il sapore di salato delle mie lacrime. Non so neanche perché sto piangendo. Probabilmente sono mortificata.
«Tu resta qui.» Si alza, stiracchiandosi prima di infilarsi le scarpe. «Io torno tra poco.» Ho una vaga idea di dove stia andando, ma glielo chiedo per sicurezza. Alex ha un sorriso sadico incorniciato in volto. «A fare una visitina a mio padre.»
«Alex...» Inizio, ma lui alza una mano per fermarmi. «No, Penny, ascoltami. Non me ne frega niente di quello che ha in mente. Vedesse cosa gli faccio io se prova solo a sfiorarti un'altra volta o anche solo a parlarti.» Prima che possa aggiungere altro, Alex ha già preso le chiavi della macchina e sta uscendo da casa.
Porto la testa all'indietro e sospiro. Forse era meglio se stavo zitta, perché ho la sensazione che finirà per succedere un gran casino.
Ecco qui il capitolo. Alex finalmente sa cosa succede a Penelope, ma lei si sente in colpa per aver parlato. Domandina: cosa ne pensate di Bennett? E secondo voi lo rincontreremo? 🧐
Vi voglio bene ❤️
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Quando l'amore bussò alla mia porta
ChickLitLa sfortuna va a braccetto con alcune persone e Penny Martin lo sa bene. Con un ristorante sull'orlo del fallimento nella periferia, un gatto che le vuole bene solo perché è lei che lo nutre e un ragazzo che non si vede dalla nascita della regina El...