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La conformazione di queste città non poteva essere più banale; Se ti capita tra le mani una mappa di questo paesino noterai subito una grande macchia verde, il parco, collocata esattamente al centro e da lì tutto intorno si diramano le strade affollate dalle case e dai palazzi, che fanno da cornice al polmone della città.
Il lago è spostato più a sinistra rispetto all'ultima fila di alberi del parco, non è uno specchio d'acqua ampio, ma abbastanza esteso da non risultare affollato anche durante le giornate più calde.
Ogni cosa qui è antica e tutto ha una propria storia, ognuna degna di essere raccontata.
Il mio collegio si trova a destra del lago e quello maschile a sinistra; anche se apparentemente separati in verità fanno parte dello stesso complesso, sono collegati tra di loro e delimitati dallo stesso cancello blu.
Il famoso cancello blu di Welton comprende un'aria considerevole, dove troviamo: dormitori e aule per le ragazze, dormitori e aule per i maschi, una parte del lago e un buono spicchio di parco.
Anche se le lezioni e la gran parte della settimana viene svolta separatamente, ci sono comunque diverse occasioni dove gli studenti delle due parti del collegio entrano in contatto. Non solo nel pomeriggio, ma anche alle settimanali cene del giovedì e quando viene organizzata qualche festa; anche se gli insegnati ogni volta che ci vedono uscire ci ricordano: "il futuro è nostro e abbiamo le capacità per scegliere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato", un giochetto psicologico per entrare nelle nostre menti e incutere timore, per non parlare la velata sollecitazione finalizzata a ricordarci gli obblighi scolastici.
Ha una sfumatura comica il fatto che tutti i nostri genitori si siano impegnati per rinchiuderci in un collegio prettamente femminile o maschile per poi scegliere Welton.
Possiamo definire Welton come un "falso collegio diviso per sessi", perché è inevitabile, per entrambe le parti, ristare giorno e notte nel proprio complesso, sapendo che a poche centinaia di metri da noi ne è presente un altro che brulica di nostri coetanei.
Quindi per riassumere: semplice apparenza.
A parte la facciata di apparenza che è stata costruita più che altro per i nostri genitori, io amo questa scuola, adoro ogni singolo corridoio, i dormitori, i portici aperti, le colonne decorate da elaborati capitelli, i banchi vecchi che racchiudono le storie di generazioni e generazioni da cui si può ancora assaporare il profumo della voglia di ribellione, che poi è quella che si vede ancora oggi trasparire sui volti dei miei compagni.
Trascurando la professoressa di arte, la preside e l'insegnante di educazione civica, gli insegnanti non sono male, anche se quelli fortunati sono gli alunni del collegio maschile, si vocifera che abbiano un professore che permette di strappare le pagine ai libri e di salire sui banchi perché: "bisogna veder tutto da un altro punto di vista". Purtroppo questo professore non è mai stato chiamato nelle nostre classi per una supplenza, quindi non posso confermare le voci di corridoio, ma neanche smentirle.

Ormai è il terzo anno che sono qui, non ero molto soddisfatta all'inizio della decisione dei miei genitori, anzi non ero per niente soddisfatta di questa decisione, ma ora non riesco ad immaginarmi in nessun altra scuola.
L'anno scolastico era appena iniziato e io e le mie amiche ci stavamo già lamentando per le divise; so che ho detto di amare ogni cosa di Welton, ma in quel ogni cosa non sono comprese la divise.
Sembrava che ogni anno la lana dei maglioni si trasformasse sempre più in carta vetrata, pronta a grattare via la nostra pelle strato per strato, giorno dopo giorno.

"Assolutamente no, io oggi non lo metto; mi si toglierà la carne dalle ossa prima o poi" disse irritata Kate mentre si sfilava il maglione e si sistemava la cravatta guardandosi allo specchio.

"Hai due opzioni, anzi tre" iniziò Samantha " o lo metti e stai zitta o metti sotto la camicia così non ti tocca la pelle o ti senti la preside già il primo giorno"

"Quindi riassumendo: o muoio scorticata o mi sciolgo al sole o mi tuffo in acque infestate dagli squali".

"Drammatica" la presi in giro io.

Ci eravamo già ammucchiate, intente a sistemarci per la cerimonia d'apertura dell'anno scolastico, nella stessa stanza. Per ora si erano aggiunte nella stanza mia e di Elisabetta anche Samantha e Kate; mentre ero distesa sul letto facevo vedere delle foto scattate durante l'estate ad Elisabetta, la mia compagna di stanza sin dal primo anno; in principio non ci stavamo molto simpatiche, ma poi siamo diventate inseparabili, "questione di sopravvivenza dice lei", ma solo perché non vuole ammettere che non sarebbe riuscita a non parlarmi dopo aver scoperto il mio santino di Brad Pitt nel diario.
Ormai era tradizione ritrovaci sempre nella nostra camera il primo giorno, forse non solo il primo giorno, era un po' come se fosse la nostra base operativa.
Mentre Kate finiva di dire:

"Metto la camicia e il maglione lo lego sulle spalle, non sarò sicuramente l'unica a farlo".

Fece il suo ingresso nella stanza Meg:

"Attenzione attenzione, arriva la predizione dell'anno, prestate attenzione"
Tutte avevano già gli occhi rivolti vero il cielo: Meg sin dal primo anno, il primo giorno di scuola faceva un predizione, poco da dire se non che non ci aveva mai azzeccato nulla; non che ci credesse anche lei, era più di "buon auspicio".

"Segui sempre i suggerimenti del tuo cuore?" Chiese sarcastica Samantha

"Esattamente" rispose fiera Meg

"Il mio cuore mi dice che sarà un anno fantastico e ricco di novità..." poi fece una pausa di suspense, come se stesse cercando l'ispirazione e concluse con "e nessuna di noi verrà rimandata in latino!"

Dopo aver applaudito alla predizione uscimmo tutte dalla stanza per raggiungere in tempo la sala della cerimonia, lo show stava per iniziare.

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