Chapter 1

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"...se vuoi possiamo trovare un modo per divertirci insieme..."

«Non ne hai il coraggio, Gigi.» affermò con fermezza il biondo.

Il suo volto era sfocato. Sarà stata la nebbia, o saranno state le lacrime a offuscare la mia vista.

Perché stavo piangendo?

I rivoli bagnarono le mie guance, lavandole dalla polvere e dal sangue che si erano accumulati su di esse.
Mossi il braccio per toglierle. Non dovevo distrarmi. Avevo un solo obiettivo da compiere.

«Sai benissimo che morirebbero tutti. Fermati.»

Il mio sguardo ricadde sul ragazzo appena ricominciò a parlare. Era sempre stato così alto? O ero io che mi ero abbassata?
No, ero in ginocchio. Cosa mi aveva fatto crollare di colpo? Non ero riuscita a cogliere esattamente le sue parole, eppure mi colpirono nel profondo.

Il biondo si abbassò per arrivare alla mia altezza, con le ginocchia sul petto.

Il battito del mio cuore accelerò gradualmente, rimbombandomi nelle orecchie. Aveva accostato il suo palmo al mio viso, ripetendo ciò che prima non avevo sentito.

«Io ti conosco. So che non lo faresti mai. Basta Giselle, ba-»

Un brusco sobbalzo mi obbligò a svegliarmi.

«Cos'è stato?» esplose una voce non lontana da me.

«La tempesta di ieri deve aver fatto cadere qualcosa sulle rotaie» sentì un'altra ribattere con noia, ma prima di entrare nella conversazione mi preoccupai di strofinarmi gli occhi.

«Ah, si?» fu ciò che risposi istintivamente, con le palpebre ancora serrate.

La seconda che aveva parlato sospirò. «Siamo in un mondo di maghi e non riescono a togliere qualche rametto dalla ferrovia.»
Era palesemente irritata dal brusco risveglio che aveva subito.

«Non si può fare tutto con la magia, Noel.» e detto ciò la prima tornò a dormire.

Ripiombò il silenzio nella nostra cabina.

Nonostante fossi stanca per l'ora e frustrata per la durata del viaggio, non riuscì a riaddormentarmi. Forse il sogno di prima mi aveva spaventato troppo? Allora non ero capace di dare una risposta dato che a malapena lo ricordavo. Tutto ciò che aveva lasciato dietro di sé era una strana malinconia, più simile a sensi di colpa che vera e propria tristezza. E questa paura irrazionale che non aveva fonte o ragione apparente, per quanto ne sapessi, ancora non mi aveva permesso di aprire gli occhi. O era un vano tentativo del mio corpo di tornare a dormire, o c'era davvero qualcosa sotto che non riuscivo a comprendere.

Scelsi la prima. Ero troppo stanca per formare un ragionamento che si potesse definire tale e il vetro del finestrino sul quale mi stavo appoggiando era diventato decisamente troppo scomodo. Mi decisi quindi ad aprire le palpebre e venni subito abbagliata dalla luce lunare. Forse fu ciò che causò l'inaspettato e inspiegabile lacrimare del mio occhio destro.

Non ci feci caso e lo asciugai come d'istinto.

Non era la prima volta che accadeva.

Soffrivo di eterocromia, quindi le mie iridi erano di due colori differenti. Quella sinistra era marrone scuro, mentre l'altra verde pallido. La destra è sempre stata più sensibile e spesso lacrimava senza una ragione, ma a parte qualche malinteso, non mi ha mai causato troppi problemi. Anzi, mi piacevamo. Entrambi i colori si accostavano al marrone castagna dei miei lunghi ricci, che la maggior parte del tempo tenevo sopra la spalla destra, con il resto della chioma diretto in quella direzione. Ma non avevano una posizione fissa. Erano più le volte che mi passavo la mano tra i capelli per spostarli che le volte che ho preso in mano la bacchetta.

Mirror mine - Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora