Chapter 3

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"...Allora non mi vuoi così attorno come mi vuoi far credere?..."

A quanto pare l'unico a non accorgersi della tensione in quella stanza era Silente.

Non osai nemmeno voltarmi per salutare il biondo quando mi avvicinai alla scrivania, nonostante fossi sicura di avere i suoi occhi incollati su di me, come quelli del preside.

«Bene. Grazie per essere venuti." Incominciò "Perdonate l'ora tarda ma, purtroppo, ciò che sto per dirvi ha una certa urgenza.»

Non furono le parole del preside a spingermi a giocherellare con le punte dei miei ricci, quanto il mio irrefrenabile bisogno di allontanarmi da Malfoy.

«Innanzitutto, sapete perché siete qui?»

Il mio cenno negativo fu immediatamente interrotto dal "sì" del ragazzo, obbligandomi a voltarmi d'istinto.

Draco si voltò a sua volta. L'espressione era seria, senza il suo solito ghigno. Mi fissò per qualche secondo e sorrise leggermente, come per festeggiare per essere riuscito a guadagnarsi un mio sguardo.

"Come fai a saperlo?" Fu il mio primo pensiero, sostituito dalla più plausibile delle ipotesi, facendo riaffiorare le parole di Elix di qualche minuto prima. "Glie lo hai detto tu stesso dell'episodio del treno?"
Le mie iridi, celando la mia rabbia, non osavano staccarsi da lui, come se ciò avrebbe fornito una risposta ai miei dubbi.

Un suo cenno laterale come ad indicare l'uomo davanti a noi mi risvegliò: Mi stava chiedendo di guardarlo.

Dissimulai il mio rancore per non male indirizzarlo verso il preside, e lasciai a lui le spiegazioni.
La mia attenzione era ora totalmente rivolta verso di lui, per quanto provai a illudermi di ciò.

Cominciò rinnovando le scuse dell'ora tarda e di come la sorpresa dell'inaspettato evento aveva scombussolato lui stesso e la sua precedente organizzazione.

Non riuscii a prevedere la direzione nella quale quel discorso era indirizzato, ma fortunatamente non trovai alcun collegamento con gli eventi della sera precedente.

Ci informò, o meglio mi informò, che la signorina Pansy Parkinson non sarebbe più stata in grado di svolgere il suo compito da prefetto per questo anno, e che quindi il posto che affiancava Malfoy era divenuto improvvisamente vacante.

<E lei, signorina Chariot, è secondo il corpo insegnanti la persona più adatta a sostituirla.>

Quelli che furono per gli altri due diversi secondi di silenzio nei quali stavo pacatamente riflettendo sull'offerta del preside, furono un misto di grida interne, maledizioni verso l'idiota che aveva citato il mio nome come 'adatto' e possibili modi formulati in maniera assolutamente incoerente con i quali avrei potuto rifiutare.

Mai mi sarei potuta aspettare un finale tale. Di certo non mi abbandonai alla falsa modestia, persuadendomi di non essere all'altezza di un ruolo simile. Ero perfettamente cosciente delle mie capacità. Nonostante avessi creato qualche piccolo problema nei miei primi anni di scuola a causa della mia esuberanza giovanile, ero riuscita a evolvere quella mia avventatezza in rancorosa razionalità, anche detta sarcasmo. Il mio livello di giudizio non era di certo impeccabile, ne tantomeno infallibile, ma abbastanza sviluppato grazie alle mie ragazzate e alle conseguenti lavate di testa. E qualcuno dei professori lo aveva certamente notato.

Mirror mine - Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora