10•

469 26 3
                                    

Ero appena tornata da una commissione, avevamo finito le uova e quindi ero andata a ricomprarle. Appena poggiai piede dentro casa vidi Jacob con un completo elegante che scendeva le scale di corsa. Entrò in cucina. Pensai di avere le allucinazioni e cercai di trattenermi dal ridere. Entrai anche io in cucina. -Bel travestimento da pinguino.- dissi sghignazzando. -Ha ha, spiritosa.- rispose Jake. Gli feci l'occhiolino e, dato che ho sempre fame, sgraffignai qualcosa da mangiare. -I pantaloni sono corti. E anche le maniche. Merda.- disse Laurie. -È un processo, non una sfilata.- rispose Jacob. -Voglio solo che tu appaia al meglio, ok? Che le persone vedano quanto sei bello. Queste cose sono importanti.- disse la donna. Subito dopo sentimmo la porta aprirsi e Andy fece il suo ingresso, raggiungendoci. -Il vestito ha bisogno di modifiche.- disse Laurie. -Solo se ci vorrà un processo.- rispose Andy. -Che vuoi dire?- chiesi. -Lynn chiederà un mandato per la casa di Patz.- -Credono che sia stato lui?- chiese Jake. -Beh non ancora. Ovviamente, se troveranno il coltello cambierà tutto, ma almeno è di nuovo un sospettato.- -È già qualcosa, giusto?- chiese Laurie. -Si. So che è stato lui. Ne sono certo.- disse Andy. Poi il suo telefono cominciò a squillare, così lo afferrò e si allontanò per rispondere. -Va' a cambiarti.- disse Laurie a Jacob. -Riley, vuoi farmi compagnia? Magari mi aiuti.- Disse il ragazzo con un ghigno sul volto. -Ti piacerebbe.- risposi facendo una smorfia. Scoppiammo a ridere e poi Jake andò finalmente a cambiarsi. Qualche minuto dopo il ragazzo tornò di sotto. -Andiamo in camera?- mi chiese. -Si, va bene. Fammi solo mettere a posto questa roba.- dissi indicando il sacchetto di patatine che avevo preso poco prima. Lo rimisi nella dispensa. Poi io e Jake salimmo le scale e andammo a rifugiarci in camera sua per guardare un film.
                                  ...
17 agosto
Mi svegliai prima di Jake. Scivolai silenziosamente fuori dalle coperte. Mi sistemai. Poi presi una di quelle trombette che si usano alle feste dei bambini e mi avvicinai furtivamente al letto. Mi accovacciai per essere faccia a faccia con Jacob ancora addormentato. Poi suonai quella fottuta trombetta con quanto fiato avevo in corpo. Jake sobbalzò. Scoppiai a ridere. -Cosa diavolo...- -Buongiorno festeggiato!- lo interruppi ridendo. -Che bel risveglio.- disse il ragazzo sarcasticamente. -Lo so. Buon compleanno, Jake.- dissi sedendomi al suo fianco. -Ti odio.- mi disse sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Ti amo anch'io.- risposi alzando gli occhi al cielo. Poi mi chinai per baciarlo. Quando ci staccammo rimanemmo per qualche secondo a guardarci. Ogni volta che i miei occhi si posano sui suoi una scarica elettrica mi attraversa il corpo. Sono come due magnifiche calamite di un azzurro bellissimo. Non riuscivo a smettere di guardarlo e sono convinta che fosse lo stesso per lui. Poi tornai alla realtà. -Jake, devi prepararti. L'insegnante sarà qui tra poco.- dissi. -Uffa, non possiamo stare così ancora un po'?- protestò il ragazzo. -Anche io vorrei stare un altro po' qui ma dobbiamo muoverci.- -D'accordo, dammi il tempo di sistemarmi.- disse Jake. -Vado a preparare la colazione, dormiglione.- dissi alzandomi dal letto. Andai in cucina, dove iniziai a preparare dei pancake. Poco dopo Jacob fece il suo ingresso al piano di sotto. -Ecco a te, piccolo idiota.- dissi, porgendogli un piatto con la colazione. -Li hai avvelenati?- chiese scherzosamente il ragazzo. -Divertente, ma no.- risposi. Mi sedetti accanto a lui e mangiai anche io. Poco dopo arrivò l'insegnante. Stavamo facendo matematica e la donna stava aiutando Jake a e eseguire un passaggio. Poi Andy e Laurie entrarono in cucina dicendo che sarebbero tornati qualche ora dopo. Li salutammo e sentimmo la porta di ingresso aprirsi e richiudersi. Continuammo la nostra lezione tranquillamente. La giornata passò velocemente. Guardammo un film, ascoltammo un po' di musica. Abbiamo persino ballato come delle foche monache mediterranee nella stagione dell'accoppiamento. Ho passato un po' di tempo al telefono con la mia famiglia, in questo modo avrebbero potuto anche loro fare gli auguri a Jake. La sera andammo a mangiare al sushi con Andy e Laurie. Avevo deciso di sistemarmi ed essere meno indecente del solito. Indossai una semplice maglietta larga bordeaux e un paio di jeans neri leggermente strappati. Avevo poi delle converse nere e un berretto del medesimo colore. Per mangiare ci avevano riservato un posto molto appartato. Era molto carino in effetti. Nessuno sguardo indiscreto. Mangiavamo seduti a terra ma l'atmosfera era piacevole. Poco dopo la cameriera fece capolino dalla porta. -È permesso? Come va?- chiese. -Bene, grazie.- rispose Andy. Detto questo, la donna se andò. -Non capisco perché non volete dirmelo.- disse Jake riferendosi all'incontro che i suoi genitori avevano avuto quella mattina con la dottoressa. -Perché è una cosa tra noi e la dottoressa Vogel.- rispose Laurie. -Non dovevate trattarmi come un adulto? Che gran puttanata.- disse ancora Jacob. -Hey, basta con le parolacce. Le dici un po' troppo spesso.- lo rimproverò Andy. -Ho il diritto di conoscere il mio cervello. Ho fatto tutti i suoi test. Ho sempre risposto a tutte le sue stupide domande.- continuò Jake ma fu interrotto dal padre. -Pensa che tu sia un bravo ragazzo, cosa che già sapevamo. Questa faccenda è una formalità. Ok?- -Io però non ti credo.- rispose Jacob. -Tesoro, è il tuo compleanno. Parliamo di qualcos'altro.- disse Laurie per cambiare argomento. -Jake, io credo che abbia ragione tua madre. Non dovresti pensare a questo genere di cose oggi. È il tuo quindicesimo compleanno. Cerca di godertelo.- dissi dolcemente intrecciando le mie dita con le sue. -Si ma...e il gene dell'omicidio?- chiese il ragazzo. -No, non ce l'hai.- rispose la madre. -Davvero?- -Davvero.- rispose Andy. -Quindi va tutto bene?- chiese ancora Jacob. Nessuno fece in tempo a rispondere perché la cameriera tornò con in mano la torta. -Buon compleanno, Jacob.- disse Andy. -Grazie.- rispose Jake. La cameriera posò la torta sul tavolo. -Buon compleanno.- disse Laurie. -Buon compleanno, Jake.- dissi anche io, dandogli un bacio sulla guancia. -Esprimi un desiderio.- disse poi Andy. -Direi che è un po' scontato.- disse Jake accennando un sorriso. Spense la candelina. Quando finimmo di mangiare il dolce chiedemmo il conto e tornammo a casa. Durante il tragitto verso casa mi addormentai sulla spalla di Jake. Mi svegliai sentendo qualcuno scuotermi dolcemente. -Riley, svegliati siamo arrivati.- disse piano Jacob. -Che succede?- chiesi vedendo Andy scendere di corsa dall'auto. -Non ne ho idea.- disse il ragazzo di fianco a me. -Va tutto bene ragazzi, andiamo.- disse Laurie. Ancora spaesata, sentii Jake afferrarmi la mano e trascinarmi in casa. Mi fece sedere su uno degli sgabelli della cucina e lui si sedette accanto a me. Poco dopo entrò Andy. Disse qualcosa a proposito di una macchina appostata fuori casa ma non ci capii molto. Provò a denunciare l'accaduto, ma saltò fuori che era un auto rubata. Laurie andò a dormire. -Hey, Riley andiamo anche noi. Sei stanca.- mi disse Jake poco dopo. -D'accordo.- risposi sbagliando. Il ragazzo mi prese la mano e mi trascinò su per le scale. Andai in bagno e mi sistemai per la notte. Tornai in camera e, mentre Jake si infilava il pigiama, presi un pacchetto che avevo nascosto il giorno prima. Quando il ragazzo tornò nella stanza, feci una giravolta e glielo porsi in modo teatrale. -Un umile dono per vostra grazia.- dissi. Vidi la sorpresa negli occhi del mio ragazzo. Ridacchiai. -Cazzo Riley, non dovevi.- disse. -Aprilo, forza.- dissi, impaziente di vedere la sua reazione. Jake aprì il regalo. La sua espressione era a dir poco esilarante. Rimase a guardare l'oggetto che aveva in mano con gli occhi sgranati. -Cazzo, non credevo che un fumetto potesse farti questo effetto.- dissi ridendo. -Questo è...WOW...Come, come diavolo hai fatto ad averlo? È introvabile e costosissimo!- disse Jacob ancora sotto shock. -Ho i miei metodi.- dissi facendo l'occhiolino. -Quindi? Ti piace?- chiesi, sapendo già la risposta. -Che domande, certo che mi piace. Grazie tante, lo adoro.- disse Jake, quasi urlando. Poi si avvicinò a me, strinse la mia vita in un abbraccio stretto e mi sollevò in aria. Iniziò a ricoprirmi la faccia di baci. -Sei...la migliore...fidanzata...del mondo.- disse tra un bacio e l'altro. -Lo so, lo so ma fai piano o sveglierai l'intero vicinato.- dissi ridendo. Jake mi rimise a terra. Sospirò. -Ti amo.- disse. -Ti amo anch'io, scemotto.- mi avvicinai e gli diedi un lungo e dolce bacio. -Ora però credo sia il momento di andare a dormire. Sono distrutta.- dissi. Jake annuì. Ci sdraiammo e scambiammo la buonanotte. Poi ci addormentammo. L'uno tra le braccia dell'altra, come al solito.

Dalla tua parte (Jacob Barber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora