17• finale

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Quel giorno, quel maledettissimo giorno, fu il peggiore della mia vita. Era andato tutto bene all'inizio. Jake era andato dal parrucchiere con Laurie. Pioveva molto ma non ci avrebbero messo tanto. Io ero rimasta a casa. Chiamai mio fratello, come al solito. Diceva che stava meglio. Io non gli credevo questa volta. Sembrava molto stanco. Disse che era per tutti quegli esami che doveva fare. Nonostante il suo aspetto malaticcio, continuava sorridere. Mi chiedevo come facesse. Sembrava sempre vedere il lato positivo delle cose. Finita la chiamata, ascoltai un po' di musica. Mi persi nella mia mente. "Certo che Laurie è strana in questo periodo." pensai. "Ogni volta sembra che abbia visto un fantasma, soprattutto quando c'è Jacob in giro. Ora che ci penso, sembra proprio spaventata da lui. Ogni volta che i suoi occhi si posano su Jake è come se entrasse in trance. E se...Nah, impossibile non lo farebbe mai. Ma forse..." Scesi al piano di sotto. -Hey, Andy. Hai notato il comportamento di Laurie in questo periodo? Sembra strana.- -È solo lo stress del trasloco, non preoccuparti.- rispose l'uomo per rassicurarmi. Poi, mentre controllava alcune scatole con delle cose da buttare, si congelò sul posto. -Andy, che succede? Va tutto bene?- chiesi. L'uomo non rispose. Tirò fuori dalla scatola uno degli album di fotografie di Jake. Capii subito cosa stava succedendo. -Andy, dobbiamo chiamare Jake. Ora.- Presi il telefono e digitai il numero di Jacob. Nessuna risposta. Provai ancora e ancora. Niente. L'ansia prese il sopravvento. Il respiro si fece pesante. I pensieri più oscuri e terrificanti si fecero spazio nella mia mente. Cercai di controllarlo, di pensare a cose positive. Riuscii a calmarmi un po', il giusto per poter ragionare. Andy cercò di trovare Jacob con il gps del telefono. Riuscimmo a localizzarlo. Erano fermi. Probabilmente c'era stato un incidente. Chiamammo un'ambulanza e comunicammo la posizione del veicolo. -Chiamo Duffy, lei ci porterà lì.- disse Andy. La donna arrivò qualche minuto dopo. Salimmo in macchina. Il cuore mi batteva a mille. Percorremmo la strada che avevano preso Laurie e Jake. Dopo un po' li trovammo. La macchina era distrutta. C'era molto sangue. Scoppiai in lacrime. Pensai subito al peggio. Duffy e Andy mi avevano vietato di uscire dalla macchina ma io li seguii fuori comunque. L'ambulanza arrivò qualche secondo dopo. Misero Jacob e Laurie su delle barelle. Fecero salire me e Andy per raggiungere l'ospedale. Ringraziammo Duffy e andammo via. Rimasi in silenzio. Arrivati a destinazione portarono i due in stanze diverse. Jake aveva subito dei danni gravissimi. Laurie se l'era cavata meglio. Aspettammo molto tempo prima che ci dessero delle novità. Sembrò passare praticamente un'eternità. Poi arrivarono le cattive notizie. Jake era entrato in coma. Il mondo mi crollò addosso. Non riuscivo a crederci. Piansi. Piansi moltissimo. I dottori dissero che avremmo potuto vedere sia lui che Laurie il giorno dopo. Io e Andy tornammo a casa. Non parlai. Non mangiai niente. Mi chiusi in camera e restai lì fino all'indomani. Tornammo in ospedale. Mi precipitai subito nella stanza di Jacob. Vederlo sdraiato su quel lettino, con tutte quella fasciature, la flebo e quei macchinari mi fece solo stare peggio. Mi sedetti in una delle sedie accanto al letto. Con cautela gli sfiorai una mano. Lui era immobile, privo di sensi. E io ero lì, a guardare quello spettacolo straziante. Scoppiai in lacrime. Andy mi toccò la spalla per darmi conforto. Passò un po' di tempo. -Riley, io sto andando da Laurie. Vengo a chiamarti tra un po', ok?- chiese Andy con voce dolce. Annuii. L'uomo uscì dalla stanza. -Jake, so che probabilmente non mi senti, ma volevo dirti che ti amo. Ti amo più di ogni altra cosa. Non importa cosa accadrà. Ti amo adesso e lo farò per sempre. Ti prometto che quando ti sveglierai io sarò qui, al tuo fianco. Se qualcuno dovesse dire di staccare la spina farò qualsiasi cosa purché non accada. Non importa quanto tempo ci vorrà. Io so che tornerai da me. Tu devi tornare. Ti prego, lotta. Lotta con tutte le tue forze. Vincerai anche questa battaglia.- Gli baciai dolcemente la mano. Piansi ancora e ancora. Poi Andy mi chiamò dicendo che era il momento di tornare a casa.
                                         ...
Il tempo passava velocemente. Facevo le mie lezioni private, andavo da Jake, tornavo a casa e facevo i compiti. Questa era la mia giornata tipo. Di solito, quando andavo a trovare Jacob, gli leggevo dei libri. Poi gli parlavo. Lo aggiornavo su tutto quello che succedeva. A volte piangevo. In realtà, piangevo spesso. Odiavo vederlo in quel modo. Avevo paura che non si svegliasse. Ma dovevo mantenere la speranza. Dovevo farlo per lui. Vedevo Laurie molto poco. Era una mia scelta. Non riuscivo a guardarla in faccia dopo quello che aveva provocato. Per quanto riguarda il trasloco, oramai era stato del tutto annullato, considerando ciò che era successo. Le chiamate con mio fratello erano aumentate. Stava visibilmente meglio e questo mi rallegrava. Anche Jake stava avendo dei miglioramenti, o almeno era quello che dicevano i dottori. Pensavano che nel giro di poco tempo si sarebbe svegliato.
                                         ...
Erano passati due mesi. Laurie era stata dimessa. I progressi di Jacob aumentavano e la mia speranza cresceva. Ero in ospedale. Come al solito. Stavo leggendo a Jake uno dei suoi libri preferiti. Lo aveva letto talmente tante volte che ormai era tutto rovinato. Finito di leggere mi misi a guardare il ragazzo sul lettino. Gli avevano tolto molte delle fasciature. Le ferite erano guarite e avevano lasciato solo delle cicatrici. Era bello anche in quel modo. Sembrava che dormisse. Gli accarezzai piano il viso. Percorsi i suoi lineamenti con le punte delle dita. Poi gli strinsi delicatamente la mano. Sospirai. -Non sai quanto vorrei riabbracciarti. Vederti così, inerme, mi distrugge.- feci per lasciargli la mano ma una leggera pressione me lo impedì. Pensai che fosse solo alla mia immaginazione ma sentì di nuovo Jake stringermi piano la mano. Lo vidi strizzare leggermente gli occhi. Chiamai immediatamente l'infermiera. Nel frattempo Jake si stava svegliando. Arrivò subito l'infermiera, seguita dal dottore, Andy e Laurie. -Che succede?- urlò Andy. Poi notò le mie lacrime di gioia e i piccoli movimenti compiuti da Jake. Il ragazzo aprì piano gli occhi. Strinse ancora di più la presa sulla mia mano. Sorrisi come non avevo mai fatto. -Riley? Che...che succede? Dove mi trovo?- chiese. -Shhh, è tutto ok adesso. Hai visto? Ho mantenuto la promessa.- dissi, accarezzandogli il viso. -Quale promessa? Quanto tempo ho dormito?- -Sei ehm...sei stato in coma per due mesi.- -Cosa? In che...ricordo ero in macchina e poi...tutto buio.- -Hai avuto un brutto incidente ma ti spiegherò meglio più tardi. Credo che il dottore debba farti alcuni esami.- Gli baciai la fronte e uscii dalla stanza insieme a Andy e Laurie. Piangevano entrambi dalla gioia. Poco dopo potemmo rientrare nella stanza per parlare con Jake. Andy e Laurie decisero di lasciarci un po' di tempo da soli. -Mi era mancato fare questo.- dissi. Subito dopo posai delicatamente le mie labbra sulle sue. Sorridemmo entrambi. -Sono stata davvero preoccupata. Ho avuto molta paura.- -Beh, ora non devi averne. Ci sono io adesso.- Jake mi prese la mano. Sorrisi in risposta. -Di che promessa parlavi, prima?- mi chiese poi. -È stato il giorno dopo l'incidente. Ero veramente distrutta. Tu eri lì, privo di sensi, con tutte quelle fasciature. Eri ridotto davvero male. Mi sono seduta vicino a te, ti ho stretto la mano e ti ho detto che ti avrei amato sempre e per sempre. Poi ti ho promesso che al tuo risveglio sarei stata al tuo fianco. E così è stato.- Una lacrima mi rigò la guancia. Jake la asciugò con il pollice. -Ti amo.- disse. -Anche io ti amo, zuccone.- risposi, baciandolo. -Facciamo entrare i tuoi genitori, ti va?- Jake annuì. Gli diedi un ultimo bacio e uscii dalla stanza. Fu il turno di Andy e Laurie di entrare. Dopodiché, il dottore disse che lo avrebbero tenuto lì qualche giorno, giusto il tempo di riprendersi.
                                          ...
Una settimana dopo Jake era di nuovo a casa. Tutto era tornato normale. Mia madre disse che entro qualche mese mio fratello sarebbe uscito dall'ospedale. Ad aprile, io e Jacob, avremmo ricominciato ad andare a scuola, senza più lezioni private. Finalmente, anche se dopo ansie, sofferenze e pianti, avevo ritrovato il mio equilibrio e niente avrebbe potuto portarmelo via.

                                        Fine

Dalla tua parte (Jacob Barber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora