CAPITOLO 54

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CAPITOLO 54
"Guarda che Prison Break è molto più bella della Casa di Carta."
Dico io a Justin mentre discutiamo su cosa vedere.
"Certo, ma comunque voglio rivedere La casa di Carta!"
Gli prendo il telecomando dalla mano e cerco di nasconderglielo.
"Mi stai facendo capire che secondo te io avrei difficoltà nel recuperare il telecomando?"
Mi domanda lui con aria di sfida, gli faccio senno di sì e dopo un brusco movimento riesce a sfilarmi il telecomando dalla mano.
Mi sorride e mi siedo di nuovo sul divano portando le braccia al mio petto sbuffando.
"Dai, cosa vuoi fare?"
Domanda lui spegnendo la tv.
Mi alzo dal divano, e vado in giro per la casa, mi trovavo a casa sua.
"Ma chi è questo?"
E scoppio a ridere, era una foto sua di quando era piccolo.
"Sono sempre stato bello però."
Infatti, ha ragione.
Lui si trovava in braccio a sua madre, e c'è una cosa che mi ronza in testa da parecchi giorni.
"Justin, ma tuo padre?"
Solo a sentire la mia frase, cambia completamente colorito della sua faccia sbarrando gli occhi, cerco di incrociare il suo sguardo, ma non me lo permette girandosi dall'altro lato.
"Oh.. non volevo essere invadente."
Lui non dice una parola, si guarda intorno, tira un lungo sospiro, poi mi prende per mano e mi porta nella sua stanza.
Apre l'armadio che si trovava davanti al suo letto, si accascia per terra ed inizia a cercare qualcosa, tra i vestiti, io mi siedo sul suo letto e cerco di capire cosa stesse cercando.
Dopo che ha disordinato mezza stanza senza dire nemmeno una parola, prende una scatola, viene a sedersi sul letto con me e me la cede.
"No Justin, se non vuoi"
"Se non avessi voluto non avrei cercato per tutto questo tempo, apri."
Lo guardo negli occhi, e lui distoglie lo sguardo, guardando il muro alla sua destra, come se non volesse vedere cosa contenesse la scatola.
Io gli do un bacio sulla guancia, e lui mi sorride.
Apro la scatola ed era piena di buste, buste da lettere, sigillate, come se non le avesse mai aperte.
"Dopo che lui e mia madre si sono separati, non si è più fatto vivo."
Continua a parlarmi mentre fissava la scatola, non riusciva a guardarmi negli occhi.
"Sai, di solito quando due genitori si separano, fanno di tutto per essere presenti con i loro figli, ma con lui non è andata così, sin dal primo momento ha smesso di portarmi al parco, ha smesso di chiamare, ha smesso di guardare un film con me, non gli è mai importato un cazzo, finché non è avvenuto l'incidente della mia schiena."
Fa un sospiro profondo e continua.
"Mia madre lo ha chiamato, ed è subito corso, pensavo fosse corso per me, ma non è stato affatto così, era corso per ricattare il tizio, o gli avesse dato dei soldi o lo avrebbe denunciato, ma del figlio in ospedale non gli è importato un cazzo."
Si alza dal letto andando mettendo le mani davanti alla parete dandomi le spalle.
Quando racconta cosa di se stesso, non riesce a guardarmi, si vede che fa molta fatica, avrà un mondo dentro, e anche se decidesse di mostrarmelo a piccoli pezzi come se fosse un puzzle, io sarei qui ad ascoltarlo, perché ogni pezzo di puzzle racconta la sua vita, ed io vorrei sapere tutto di lui.
"Poi un giorno, non si sa per quale motivo, ha iniziato a scrivermi quelle stupide lettere, piene di cazzate, è stata aperta solo la prima, perché non sapevo di cosa si trattasse, le altre invece non ho mai avuto voglia di leggerle."
Sento dei sospiri profondi che provengono da lui, e guardo quelle lettere, senza aprirle naturalmente.
Erano davvero parecchie, è vero, il padre di Justin si è comportato davvero male, capisco il motivo per cui debba aver sofferto così tanto.
I bambini amano andare al parco con il proprio papà, amano pensare alla figura del papà come un supereroe, e lui purtroppo non ha avuto questa fortuna.
Chiudo la scatola, e la poso sul suo letto, mi avvicino a lui, che era ancora poggiato alla parete.
Poso la mia guancia contro la sua schiena, avvolgendo le mie braccia intorno al suo corpo, volevo fargli capire che io per lui c'ero.
"Ti amo Chloe."
Sento il suo cuore che inizia a battere più velocemente, lo sento grazie alle mie braccia che erano avvolte proprio lì, mi lascia senza parole.
Si gira verso di me e mi guarda negli occhi, i suoi splendidi occhi azzurri che mi hanno fatto perdere la testa.
"Ti amo anch'io."
Mi da un lungo bacio e poi mi abbraccia, restando stretti l'uno con l'altro.

Bacio d'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora