Capitolo 3

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POV GIORGIO

La mia testa quando Giacomo mi prese la mano varcando la soglia del bar mi diceva "stai tranquillo, sarà solo per mostrarti la strada" invece il mio corpo era in subbuglio.
Sentivo lo stomaco contorcersi e le farfalle volare nella mia pancia intrepidamente.

Le mie mani di conseguenza cominciarono a sudare e staccai la mia da quella di Giacomo.

Lui mi guardò sorpreso, per prima cosa, poi si guardò attorno come a cercare qualcosa.

Poi disse "ti voglio presentare il tuo passeggero compagno di ufficio!" io lo guardai con aria perplessa, così continuò a parlare "Sai che ti avevo parlato dei lavori che prossimamente verranno svolti al piano sopra al tuo?" io ricordandomi la vicenda svolta poco tempo prima alzai e abbassai la testa, con un gesto di intesa.

"Ecco, io l'ho invitato qui, ma non essendoci altri bar vicino all'infrastruttura dove lavoriamo ho dovuto per forza organizzare l'incontro in un gay bar, spero tu possa capire, dunque, che non è nulla di personale diciamo, la scelta del locale".

Dopo queste parole tirai un sospiro di sollievo che durò poco, infatti vidi ben presto qualcosa che rimise in moto le farfalle nel mio stomaco, come se fosse appena sbocciata la primavera all'interno del mio corpo.

Un'ansia fuori dal comune mi avvolse quando vidi avvicinare la figura che un tempo avevo tanto amato e che con gli anni, invano, cercavo di dimenticare.

Quando Alex fu a due metri da noi, con un aria, stranamente, rilassata e disinteressata disse "Ciao Giacomo, dov'è il mio mio nuovo vicino di scrivania!?" io in quel momento tenevo gli occhi bassi, in modo da non incrociarli con i suoi.

Anche se avevo una gran voglia di rivedere quei magnifici occhi verdi che sembravano un girasole grazie alle striature giallastre che aveva vicino all'iride.

Giacomo poi si girò verso di me e disse paziente accompagnando la frase con un tono frivolo e con una risatina sogghignata alla fine "Giorgio tranquillo, fa sempre questo tipo di battute, ti ci abituerai presto, anche se all'inizio sembra abbastanza strano" poi aggiunse "Giorgio lui è-" non gli feci finire la frase e dissi, con non so quale coraggio, guardando Alex negli occhi dal colore inebriante "Alessandro" Giacomo, dunque, mi lanciò un'occhiata sorpresa "Vi conoscevate già?" disse felice "Sì, era il mio migliore amico" disse Alex con un tono che diffondeva malinconia alla conversazione.

Giacomo per alleviare la tensione ci fece quindi sedere ad un tavolo e cominciò a parlare.

Io ed Alex c'eravamo messi, senza volerlo, uno davanti all'altro, questo mi rimandava subito al nostro passato insieme.

Ai nostri appuntamenti romantici ai ristoranti.

Alle risate.

Al nostro amore.

Essere lì in quel momento con lui mi faceva uno strano effetto, mi dava un forte senso di nostalgia del passato.

Non mi era MAI capitato di voler rivivere con così ardente desiderio il mio passato ... almeno fino ad ora.

Mentre Giacomo parlava, io ed Alex eravamo in silenzio, non ci scambiavamo sguardi, ma eravamo entrambi nervosi, almeno così potevo percepire la tensione che c'era tra di noi.

Poi le mie mani ricominciarono a sudare ed il mio cuore a battere più velocemente, quando una gamba mi sfiorò, era quella di Alex.

Potrà sembrare da bambini piccoli emozionarsi per una cosa del genere, quando tempo addietro abbiamo giaciuto molteplici volte assieme, ma per me, ora, ogni singolo tocco che lui poteva darmi era magico, anche se involontario.

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Corto ma buono :)
mangiatelo pure lol

-Loome

«𝙑𝙚𝙧𝙤 𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚?» 𝘚𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 2 • 𝗧𝗵𝗲𝗕𝗮𝗱𝗡𝗮𝘂𝘁𝘀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora