rosa finta

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jaemin quella sera non era stanco, a differenza di tutte le altre notti

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jaemin quella sera non era stanco, a differenza di tutte le altre notti.

era strano che riuscisse anche a camminare per bene, in qualsiasi altro giorno inciamperebbe su ogni sasso e crepa del marciapiede provando a rimanere sveglio.

ma quel giorno era diverso.

bevendo il caffè regalatogli dal ragazzo che ora sapeva chiamarsi jeno, continuò a camminare verso la casa di sua zia.

forse riusciva a camminare grazie alla caffeina, o forse grazie a jeno. non lo sapeva.

quella notte, a jaemin sembró di vedere le stelle più luminose e l'aria farsi più fredda. lasciò andare un piccolo sospiro mentre il vento accarezzava dolcemente le sue guance, quasi come se le stesse baciando.

la notte era bellissima e le luci rendevano la strada luminosa e bella, esse causavano un bagliore arancione che provocava l'inesistenza di qualsiasi spazio oscuro, era tutto molto tranquillo.

jaemin sarebbe entrato nel panico se non fossero state le tre del mattino.

cosa diavolo pensiate potessero fare delle persone, in particolare in un vicinato grande quanto quello, alle tre del mattino? festeggiare? fare sesso?

beh, forse la seconda opzione era abbastanza accurata considerando il fatto che i suoi vicini erano sempre dannatamente eccitati.

anche se continuava a ripetersi che non sarebbe potuto succedere nulla, iniziò comunque ad aumentare la velocità dei suoi passi.

ci mise un paio di minuti ma riuscì finalmente ad arrivare a casa, facendo un respiro di sollievo, il caffè ancora tra le mani.

lo guardò e sorrise dolcemente prima di avanzare ed aprire la porta con calma, venendo colpito subito dopo sulla testa con una ciotola di riso dopo che riuscì a richiuderla.

"sei in ritardo di nove minuti".

jaemin fece una smorfia di dolore, portando la mano libera sulla zona colpita.

"s-scusa... pensavo che sarei arrivato in anticipo poiché ho camminato più veloce del solito..." borbottò dolcemente prima di girarsi per poter guardare la sua sola e unica zia.

"non abbastanza veloce probabilmente" disse prendendolo in giro. jaemin si morse il labbro prima di borbottare un piccolo 'scusa', iniziando ad incamminarsi verso la sua stanza.

aveva appena appoggiato un piede sulle scale quando sentì qualcuno afferrargli il braccio, facendolo tornare indietro.

rimanendo faccia a faccia con sua zia (che non era molto più alta di lui), jaemin si assicurò di evitare il suo sguardo ad ogni costo non volendo guardare nei suoi occhi scuri e senza anima.

"dov'è la tua paga?" chiese con tono basso, facendo deglutire jaemin, sapendo che sarebbe stato picchiato per la risposta che stava per darle.

"è m-martedì... non vengo pagato fino a—"

ramen | nomin [trad. ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora