Chapter ~5~

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La mela che stringo tra le dita cade a terra con un tonfo e la vedo rotolare giù per i gli scalini bassi che portano fuori dal villaggio. Guardo Ayub e leggo la paura sul sup volto, cosí come gli altri bambini che hanno gli occhi su di me. Hanno sentito storie orribili sul nostro passato, alcune vere, altre raccontate per rincuorare i loro giovani cuori. Non hanno conosciuto il terrore nella loro breve vita, ne hanno visto la causa del nostro isolamento dal resto del mondo. E spero con tutto il cuore che non ne facciano mai la conoscenza. É qualcosa che non posso permettere che succeda nuovamente. Per risparmiar loro delle cicatrici che si porteranno per tutta la loro vita. Come sto facendo io. Come flashback, mi tornano in mente le urla della gente, costretta ad abbandonare la propria casa per salvare i figli dalla ferocia di quegli uomini sui cavalli. Uomini armati si spade ed ordini superiori. Non é tanto a loro che va il mio odio. Piuttosto alla persona che ha conosciuto ogni volto di questo villaggio e che ha mangiato il pane offerto da questa gente. Nonostante ció, non si é accontentato della nostra misera vita. Gli uomini sanno essere così avidi. Mi inginocchio per arrivare all'altezza dei bambini e metto le mani sulle spalle di Ayub. "Ascoltami attentamente. Corri da Malakez e informalo di quello che hai visto. Digli che io lo sto aspettando alla vedetta, chiaro?" Lui annuisce ed inizia a correre verso casa, con i bambini appresso. Inizio a correre, anche, io ed accorcio le distanze tra me e quegli uomini. Avevo bisogno di risposte ed era indispensabile riceverle subito. Era come se dovessi svelare il segreto di un mistero impossibile da svelare. Si, potevo capire se avevano il nostro villaggio come meta o se stanno cercando qualcos'altro, ma come potevo sapere se Rudrah centrasse qualcosa o meno?

L'ansia di capire cosa avesse terrorizzato tanto Ayub mi porta ad affrettare il passo. Sento il battito del cuore rimbombare nelle orecchie, ma ci sono quasi. La vedetta non é altro che un edificio dalle pietre chiare che torreggia su Daghiar e ci permette di vedere tutt'intorno alle mura. Faccio le lunghe scale che portano alla piattaforma che porge dal tetto dell'edificio e su cui vi sono tutti i mezzi per vedere, anche, a chilometri di distanza. Vado verso il cannocchiale nell'angolo esterno della piattaforma e lo indirizzo verso es, dove aveva visto gli uomini a cavallo, Ayub. Guardo attraverso il vetro e provo a focalizzare la vista su ciò che é in movimento sulla sabbia del deserto. In un primo momento non vedo nulla di sconcertante, ma dopo aver mosso la canna del cannocchiale verso nord-est, vedo quel di cui parlava Ayub. Uomini con vesti nere e corpo protetto da placche metalliche che brillano sotto i raggi del sole cocente. Cavalli robusti come i padroni che li galoppano. Si muovono sicuri nei loro passi ed inizio a temere che sappiano bene cosa cercano. Potrei contarne quindici di uomini, in tutto. Uno di loro si è portato più avanti rispetto agli altri, come per far loro da guida. Dalla quantitá di armi che portano con loro, capisco che hanno una cosa in testa. Essere pronti a sbarazzarsi di qualsiasi cosa intralci il loro passo sicuro. Per volere di chi? E perché si stanno dirigendo proprio verso il nostro villaggio. Potrebbero, anche, cercare un luogo dove riposare. Anche, questo é possibile, ma il ritmo del cuore rimane frenetico. Non distinguo bene le loro figure, ne i loro volti. Potrei intuire, almeno, la loro terra d'origine, se solo ne vedessi i lineamenti. Come posso fare per vederli da vicino? Fosse facile come bere un bicchier d'acqua...acqua. Potrei usare l'acqua per vedere da vicino. In fondo, perché dovrebbero sospettare di una pozza d'acqua. Non sono rare in questa parte del deserto, dove la vegetazione é abbastanza presente. Mi guardo intorno in cerca di una brocca o un secchio d'acqua e, per fortuna, i bambini ne avevano portato con se. Probabilmente, era loro intenzione giocare a fare le sentinelle, per poi fare un pasto veloce. Questa volta, per fortuna o sfortuna, hanno avuto quel che volevano. Hanno avvistato qualcosa. Poggio la brocca a terra e mi metto in piedi. Chiudo gli occhi e porgo le mani verso la brocca. Lascio fluire la mia energia fino alle punte delle dita e le muovo come se stessi cercando di raccogliere, realmente, dell'acqua dal secchio. In realtà non tocco l'acqua, ne mi avvicino ad essa. Semplicemente, faccio un movimento rapido ed ecco che, sospesa in aria, si é formata una palla d'acqua cristallina. A questo punto, mi concentro sul punto dove dovrebbe apparire l'acqua, a pochi metri dagli uomini a cavallo. Pochi istanti e vedo, attraverso la palla, zoccoli di cavallo che si avvicinano a gran passo. Appena arrivati alla pozza d'acqua a terra, i cavalli si bloccano ed iniziano a bere dall'acqua.

"Perché si sono fermati?" Chiede una voce roca. I brividi che sento sulle braccia mi fanno gelare.

"I cavalli sono assetati, amir. Hanno affrontato un lungo viaggio, senza bere" ha risposto un'altro, di cui vedo il profilo. Pelle ambrata e mento coperto da una folta barba. Un viaggio lungo. Quindi, non sono uomini di queste terre. Se solo avessi una visione migliore attraverso la sfera di acqua, ma vedo solo le cavitá delle bocche dei cavalli. Non una grande visione, lo ammetto. Ad un certo punto, il cavallo color miele viene spintonato forte e quest'ultimo si tira indietro, senza protestare. Di chiunque siano questi destrieri, sono stati istruiti a seguire gli ordini umani.

"Avete 5 minuti per riposare. Dopodiché continueremo il nostro cammino. Dobbiamo trovarlo.".L'uomo che ne tiene le briglie guarda verso l'orizzonte, alla ricerca di non so cosa. L'unica mia speranza è che il villaggio passi inosservato ai suoi occhi. Almeno, la sabbia del deserto dovrebbe essere un buono scudo.

Mi concentro sull'uomo che ha dato l'ordine e ne studio i lineamenti. Cosa difficile,visto che un velo scuro ne nasconde la bocca ed il naso. Nonostante ciò, riesco a vedere la linea netta della sua mandibola ed i suoi lineamenti duri. Decisamente non di terre a noi vicine. Ha i lineamenti troppo marcati per esserlo. Poi, come se avesse sentito il mio sguardo su di se, i suoi occhi cadono sulla pozza d'acqua, di cui, ora, è rimasto poco o niente.

Ed é li che mi si gela il sangue nelle vene...

~ The Desert Beating ~ ON HOLDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora