~ The Desert Beating ~ ON HOLD

Chapter ~12~

Il corpo é rigido ed ogni muscolo sembra ibernato in un pilastro di ghiaccio. Ho la sensazione che una pressione forte mi stia togliendo il fiato e cerco di fare respiri profondi per incamerare più aria possibile nei polmoni. Tento di aprire gli occhi e mi ritrovo di nuovo nell'incubo di qualche tempo fa. Ancora la via nel buio che lascia il posto alla sabbia, ancora la nebbia tanto densa che ho la sensazione di poterla toccare con le dita. Mi guardo intorno cercando la figura che sono certa apparirà tra poco e sento giá il battito accelerare indistintamente. Passano minuti o forse ore, non saprei dire, anche se non sono certa i sogni abbiano un tempo stabilito. Piuttosto, un tempo folle, irragionevole come i ritocchi dell'orologio da tasca del bianconiglio di Alice.
Sempre se questo si tratti di un sogno.
Sento passi provenire da dietro di me e l'istinto mi fa voltare ancor prima di ragionarci su. Niente, non vedo ancora nulla. All'improvviso sento il rumore di cavalli al galoppo poco lontano da me e mi si secca la gola. Li sento avvicinare, ma la nebbia non mi permette di vedere tanto. Non so nemmeno in quale direzione andare per evitare che mi vengano incontro e quando il rumore é a pochi metri di distanza, chiudo gli occhi e mi abbasso a terra. Ancora nulla, il suono di zoccoli dei cavalli sulla pietra dura scompaiono come sono apparse, improvvisamente. Non passa molto prima che sento un mormorio di voci che si fa sempre più e subito riconosco i rumori della locanda in cui avevo fatto irruzione la sera della festa. É come se mi ritrovassi in quella tenda, a differenza che non vedo nulla. Sento un tocco sulla schiena e con un urlo mi allontano da esso. Poi una mano mi tocca il braccio e di nuovo mi sposto. A questa mano se ne aggiungono altre e mi ritrovo ad allontanare con orrore mani e dita invisibili. Con i tocchi crescono, anche, le voci e mi ritrovo a sentire le conversazioni a me consce piu e più volte.
"Non....non mi toccate" urlo con tutta la voce che ho in corpo.
Sono tentata di scappare, ma le mani mi tengono ferma.
"V..vi....per favore. L..lasciatemi" provo a dire con voce rotta dalla paura.

Chi é l'artefice di tutto ciò? Puó essere il mio stesso inconscio ad aver creato tutto questo?
In tutta risposta le mani si ritraggono, come se mi avessero letto nei pensieri e, quando riapro gli occhi, mi ritrovo a guardare in due orbite verdi come mele acerbe. La sua vista mi fa sobbalzare e mi ritrovo a chiedergli
"Come fai....perché?" con un filo di voce.
Il principe di avvicina a me e si ferma solo quando é a pochi metri di distanza. Nel vedermi indietreggiare ad ogni suo passo, deve aver capito il mio rifiuto di avvicinarmi a lui, in alcun modo.
"Cosa facevi tra la mia gente? E da dove provieni, straniera" mi chiede con distacco e decisione.
Ha gli stessi abiti della sera prima e, senza bisogno di guardare i miei vestiti, sono cosciente che anche i miei lo sojo. Ignorando completamente le sue domande, cosa che ha fatto anche lui, mi astengo dal dirgli le mie intenzioni. Lui continua a fissarmi, ancora deciso nel ricevere delle risposte.

Temo di aver trovato una persona più testarda di me, penso.

"Mi stavi cercando, o erro?" si ostenta a farmi parlare. Lo guardo per un lungo momento e non trovo un motivo per mentire, in questo momento.

"Non sbagli." mi limito a dire.

"Perché? Solo per darmi piacere, come sosteneva il soldato che ti ha scortato nel mio alloggio?" per poco non scoppio a ridere per la sciocca sentenza che ha tratto da mio gesto. Lui mi guarda confuso, nel vedere la mia faccia divertita. Per quanto trovi ridicola la situazione, devo rammentare che qualcuno mi ha trascinato in questo...incubo per trovare risposte. E ho la vaga sensazione che la persona di fronte a me é più di un semplice principino.

"Non vorrei annoiare il vostro ego, vostra....maestá, ma mi creda quando dico che non era mia intenzione quella di propormi per l'intrattenimento della vostra serata" esclamo, io. Vedo la sua mandibola irrigidirsi alle mie parole e non posso trattenere un ghigno nel vedere ciò. La tensione sembra aver abbandonato il mio animo.