2 Ethan

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Esco da Ollivander impugnando finalmente la mia bacchetta. Nucleo di crine di unicorno, 32 pollici, leggermente flessibile.

« Mi raccomando, non fare magie prima di arrivare a scuola, neanche sul treno » mi ammonisce mia madre con tono severo.
Reprimo la mia voglia di alzare gli occhi al cielo e rispondo con un semplice « Si, madre ».

Dopo aver finalmente preso anche Ares, il nuovo gufo che i miei genitori mi hanno regalato per il mio undicesimo compleanno, torniamo finalmente a casa.

Salgo in camera mia posando tutto sul pavimento eccetto Ares. La sua gabbia la metto sul comodino mente a lui lo porto con me sul letto, cercando di fare amicizia.

« Ciao, io mi chiamo Ethan, e tu sei Ares » gli dico accarezzandogli la testolina, « Ti piace il nome che ti ho scelto? » in tutta risposta Ares mi becca piano il dito.
Sorrido, « Suppongo sia un si ».

Mi sdraio sul letto lasciandolo volare via dalla finestra, mentre io mi metto a fissare il muro.
Non vedo l'ora di andare ad Hogwarts, voglio uscire da questa casa il più presto.

Certo, esco ogni giorno con i miei amici e torno perfino la sera tardi, ma vivere con i miei genitori è soffocante.
Mia madre è una maniaca del controllo, se la lasciassi entrare in camera mia in questo momento scoppierebbe il putiferio, giusto per i libri buttati a terra.

Papa invece è... come dire...? Omofobo? Razzista?
Aspetta, sono la stessa cosa, vero?
Non ricordo, ma insomma in parole povere sostenitore di Lord Voldemort.

Fortunatamente mio padre è nato molto, ma molto tempo dopo, ma sosteneva che Voldemort avesse tanta ragione sui Nati Babbani, e che non avrebbero mai dovuto mischiarsi a noi purosangue.

Noi siamo discendenti dai Malfoy, ma fortunatamente non ho ereditato quel cognome.
Perché?
Semplicemente perché mio nonno è stato tanto intelligente da rinunciarci.

Quando conobbe la nonna, e decise di sposarla rinuncio per sempre al suo cognome e decise di farsi chiamare con quello della moglie. Mio padre è sempre stato contrario a tutto ciò, e per quanto voglia non può riprendersi il cognome di Malfoy. Fortunatamente, aggiungerei.

Non riuscirò a ringraziare abbastanza il nonno per questo.

Lo so che la nostra generazione non è sempre stata così, anzi, da quando Voldemort morì tutti quelli che vennero dopo di Draco non ebbero problemi con i Nati Babbani. Fino a mio padre.

Diciamo che mio padre è nato storto.

Mi alzo dal letto e scendo di corsa le scale, andando poi in cucina.
« Che si mangia? » chiedo ad Astra, la nostra elfa domestica. « Bel vestito, comunque » le dico prima di farla rispondere alla mia prima domanda.

Tempo fa sui libri di storia della magia avevo letto del C.R.E.P.A, fondato da Hermione Granger ai tempi dei suoi anni ad Hogwarts. Dopo ciò parlai con Astra chiedendole se le sarebbe piaciuto essere pagata per i servizi che ci sta dando, e se fosse stata d'accordo di essere trattata come una componente della famiglia e non una semplice serva. Dopo questa mia richiesta è rimasta a piangere per giorni e giorni, ma ha ovviamente accettato.

Perfino mia madre, per quanto sembri dura, ha pensato sia una buona idea. L'unico difficile da convincere è stato mio padre. Ma quando gli ho detto che l'avrei fatto a prescindere, con o senza il suo consenso, ha subito accettato.

« Oh, la ringrazio tanto Padrone » risponde con più entusiasmo del solito. « Sa, Astra ha scoperto che alla sua festa ci saranno tanti elfi domestici con i loro padroni, e Astra ha pensato... be' di vestirsi bene » sorride imbarazzata.

Scoppio a ridere prendendo un'oliva da una ciotola vicino a me, « Be' ti auguro fortuna con le tue conquiste Astra » mi mangio l'oliva e poi sputo il seme nel lavandino, « Quindi che c'è nel menù? »
« Oh mi perdoni padrone. Stasera sua madre ha richiesto uno stufato di pollo, e come secondo aragosta »
« Sono sicuro che sarà tutto delizioso » rispondo con l'acquolina in bocca « Lo sai che vado pazzo per la tua cucina »

« E per dessert c'è la torta di mele e noci » continua facendomi l'occhiolino in un buffo modo impacciato. Glie l'ho insegnato io.
Scatto verso di lei e la prendo facendole fare un giro in aria, « Sei la migliore » urlo.
« Oh, lei lusinga Astra, padrone. Astra è molto felice » risponde ridacchiando

Mi precipito subito ad aprire la finestra non appena sento il verso di una civetta. Questa entra facendo un giro della cucina e si posa vicino ai biscotti di Astra appena sfornati, lascia andare la lettera e si precipita subito a mangiarne uno.

Vedendola indirizzata a me, apro subito la lettera. È dal mio migliore amico, James, dice solo "A stasera, idiota". Sorrido.

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