➠ ❦ 𝚗𝚞𝚖𝚎𝚛𝚘 𝚍𝚞𝚎.
Emanuele alzò gli occhi, rivolgendoli al ragazzo che aveva di fronte. Questo, rideva e scherzava con gli amici come se nulla fosse, quasi a non accorgersi della sua assenza, quasi come se il suo silenzio non lo disturbasse affatto. Fissava il suo bel sorriso nella bolla del suo silenzio, come le risate degli altri fossero lontane, come se tutti fossero lontani, e rimanesse solamente quel meraviglioso ragazzo dai riccioli castani. Come incantato gli rivolgeva lo sguardo, con quel fare timido come se non fossero amici da ormai mesi, e come se dovesse parlare ad una platea di persone aveva il grappolo in gola.E poi quasi come se lo avesse chiamato per nome, il diretto interessato alzò lo sguardo, facendo contatto visivo con il moro. Gli fece un piccolo sorriso cordiale come se fossero estranei, poi tornò a ridere con gli altri ragazzi.
Appena si erano incontrati Emanuele aveva detto a Tancredi che aveva bisogno di parlargli, ma erano stati interrotti dagli altri ragazzi del loro gruppo. Dovevano solo fare dei giri sullo skate, e mai come allora il moro aveva pregato affinchè quella giornata durasse il più possibile, non volendo arrivare alla fine.Un braccio gli si avvolse attorno alle spalle, e girandosi verso sinistra vide il suo migliore amico, Diego, corrugare la fronte.
«Tutto apposto?»
Gli domandò, ed Emanuele annuì. Non gli aveva ancora parlato delle sue intenzioni, anche perché non aveva la più pallida idea di come sarebbe andata a finire, quindi in base al risultato, gliene avrebbe parlato o meno.Si staccarono dalla specie di abbraccio e alla fine il moro decise di entrare nel gruppo e prendere a scherzare insieme a loro.
Era tardo pomeriggio, qualche ora e il sole sarebbe tramontato.
Poteva reggerlo.«E quella volta che andai a finire addosso ad una ragazza?»
Rise Marco, uno dei membri della loro comitiva, facendo scoppiare tutti gli altri al ricordo. «Mamma mia, mi prese a pugni fra un po'.»«Io ricordo che uno schiaffo te lo diede.»
Aggiunse Tancredi.«Ma sai che non mi ricordo? Talmente della vergogna mi sa che ho eliminato il ricordo.»
«Meccanismo di autodifesa tipo.»
Scoppió a ridere Valerio, il playboy del gruppo.«Ma solo io ripenso alle mie figure di merda tipo, sempre?»
Domandò Tancredi. «E poi quando lo faccio mi do dei pizzicotti per non pensarci, e-.»«Non é molto sana come cosa.»
Diego lo fissò.«...Tu dici, ve'?»
Si voltò verso Emanuele. «Tipo, la mia figura di merda che porto sul podio, é quando entrai per la prima volta nel bar dove lavorava prima Lele- cioè, quello sulla strada-.»«Ma quando, scusa? Stiamo parlando di un anno fa.»
Chiese il nominato.«Sì, infatti, non ci conoscevamo ancora.»
Disse, poi si mise a ridere e si coprì metà viso con una mano. «Allora, sapete no, che quando entro da qualche parte nuova mi sale l'ansia, no? E io entro sparitissimo in questo bar, salutando con un "buonasera" alle nove e mezza di mattina.» Chiuse gli occhi, sentendo gli altri ridere. «Ecco, e va beh, fin qui, ci può stare. Io ero entrato per la coca cola e dato che non trovavo il distributore mi ero messo a fissare le patatine fingendo di guardare le calorie guardandomi disperatamente attorno alla ricerca del mio obiettivo. Al che il ragazzo vicino al bancone, mi fa: "Devi prendere qualcosa?" Io mi imbarazzo un casino e faccio "No, no, tranquillo". Quando finalmente trovo il distributore, con il cuore che esplodeva dalla gioia e carico di speranze, mi avvicino alla maniglia e provo ad aprirlo.
...Dal lato sbagliato.»
Chiuse gli occhi nuovamente, sentendo gli altri ridere. «E niente, dopo mille peripezie capisco che il ragazzo non mi aveva chiesto se io volessi una mano, ma me lo aveva chiesto perché voleva che pagassi, perché era dietro ad una cavolo di cassa. E IO NON AVEVO VISTO LA CASSA.» Alzò leggermente la voce, ridendo. «E niente, quando capii volevo morire e quello si era messo a ridere. E boh, mi saluta ancora quando ci incontriamo per strada.»
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In mille mondi. || Tankele.
Fanfic"In mille mondi" é una raccolta di one-shots Tankele da uno o più capitoli. Spero vi piacciano.