"Hey, ci sei, ti sto parlando?"
Le parole di Letizia mi risvegliarono, non capivo che cosa era successo. Non capivo niente in realtà. I nostri occhi si erano incrociati per sbaglio e per pochissimi secondi, forse lui non se n'era neanche accorto, no anzi sicuramente non se n'era accorto. Cercai di concentrarmi sulle parole di Letizia, finché qualcuno non disse di andare a bere di nuovo, quindi ci distaccammo da quel gruppo e io ne fui più che lieta, non volevo più provare quella sensazione, una sensazione di impotenza che non mi piaceva, io volevo il controllo, bramavo il controllo. Quindi allontanai quei strani pensieri e ritornai in me stessa, ma lì nell'angolo del cervello, quell'angolo più nascosto quei due occhi continuavano a guardarmi, come se volessero vedere oltre me, all'interno, trapassandomi. Riuscii comunque a fare finta di niente, ma ci pensavo costantemente, non so che cosa mi sia preso ma ero rimasta affascinata e incuriosita da quegli occhi. Sapevo di chi erano, conoscevo lui e conoscevo anche le cose che si dicevano sul suo conto, quindi sapevo in partenza che era una cosa impossibile. Quando mi accorsi a fantasticare era troppo tardi, mi sorpresi di me stessa e mi rimproverai, è strano come alcune volte un solo sguardo possa suscitare così tante emozioni contrastanti: gioia, curiosità, terrore, passione, ansia. Cercai comunque di godermi la serata, ma quegli occhi continuavano a fissarmi, strano lui non era neanche nei paraggi, beh sicuramente aveva trovato compagnia... non resistetti, mi avvicinai a Loris, lui era un bel po' più grande di me e non era neanche del mio paese, era di un paese vicino ma era il fidanzato di una delle mie migliori amiche da circa 2 anni, quindi avevamo imparato a conoscerlo e si era rivelato una bella compagnia. Dicevo, mi avvicinai a Loris e mi ricordo solo di avergli chiesto:" Tu lo conosci?", lui in un primo momento mi sembrò spiazzato però acconsentii e subito iniziò a prendermi in giro e a dirmi che me lo avrebbe fatto conoscere se tanto ci tenevo. In quel momento mi spaventai e subito mi pentii di aver fatto quella domanda, perché in fondo io ero fatta così: mi piaceva l'ignoto ma contemporaneamente mi spaventava, tanto da farmi retrocedere.
Scacciai quei pensieri e ci riuscii anche, finché non vidi di nuovo il suo gruppo, capii che c'era anche lui lì, ma non volevo controllare, non volevo risentire quella strana sensazione, ma speravo che fosse lì e non con altre ragazze. Solo il pensiero mi infastidiva, di nuovo mi sorpresi di me stessa, ero sconcertata, mi reputavo una persona razionale ma è bastato un paio di occhi a spiazzarmi e a farmi perdere tutte le certezze che avevo acquisito in quel momento. Ovviamente scappai da lì, cercai in tutti i modi di allontanarmi, ed era la terza volta che rimproveravo me stessa:" Che cosa stai facendo? Da quando un ragazzo influenza le tue azioni, tanto da farti cambiare bar solo per un capriccio". Ma io mi conosco e so Dear che quello non era un semplice capriccio, ero spaventata e non facevo altro che pensare a quegli occhi. Banali direbbero molti, ma per me ricchi di sfumature nascoste. La serata proseguì così, non lo vidi più, non vidi nessuno dei suoi amici, quindi mi concentrai su di me e sulla mia serata. Soltanto quando mi rimisi in macchina il mio pensiero volò a lui, ai suoi occhi, mi chiedevo che cosa stesse facendo, con chi era ma soprattutto se anche lui era rimasto fulminato dai miei occhi com'era successo a me. Di scatto presi il telefono, non sapevo che cosa stessi facendo e non era la prima volta in quella serata, ma poi Letizia mi guardò e mimo con le labbra "goditi il momento", non so che cosa mi prese, presi il telefono e aprii Instangram, cercai il suo nome, ci seguivamo già sul social ma non ci avevo mai fatto caso più di tanto, allora mi venne un colpo di genio. Dear lo sai non sono una persona calcolatrice, ma sapevo farmi valere, diciamo così, allora tolsi il segui e glielo rimandai, non sapevo che cosa aspettarmi, ma decisi di vivermi il momento con il pieno appoggio della mia migliore amica, orgogliosa di me. Non smisi un attimo di pensare, non staccai per un solo attimo il mio cervello, e dopo tanto tempo, un tempo così lungo da farmi dimenticare quando fosse iniziato, andai a dormire senza quel senso di vuoto, che era diventato la mia ombra e il mio peggiore incubo. Ma ora era scomparso e aveva ceduto il posto ad un paio di occhi marroni, tanto piccoli quanto intensi.
Non ancora capisco Dear se quello che sia successo sia positivo o negativo, ma lo scoprirò, lo scopriremo insieme.
Alla prossima, V

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Questione di sguardi
Teen FictionCaro Dear, Mi sento così vuota in questo periodo, credo che la mia vita si sia trasformata in una monotona riproduzione cinematografica. Non succede niente di speciale e questo mi mette in crisi, la mia prof (ma che dico la mia mentore), mi dice di...