Fino a che non arriviamo al 20. Precisamente ieri sera. Come sai il 20 è festa di paese, festeggiamo la Madonna di Costantinopoli, e per l'occasione in paese si invitano cantanti, si trovano bancarelle di ogni tipo per le strade, da quelle dello zucchero filato a quelle che vendono palloncini, e bar e pub sono affollati di adulti e ragazzi, pronti a dimenticarsi dei problemi reali almeno per una sera. Quella sera io e due amiche ci organizzammo per mangiare fuori e per l'occasione indossai una vestitino a fiori con un paio di tacchi neri. Credevo di essere presentabile e presto la conferma mi arrivò. In quei giorni avevo fatto un po' di indagini, volevo dimostrare che la nostra era una storia impossibile perché le parole di Letizia mi risuonavano in testa come una campana la domenica mattina. Beh qualcosa trovai, sapevo che c'era un'ex, secondo alcuni era un'"amica con benefici" (diciamo così) per altri era ancora la sua attuale ragazza. Ciò voleva dire che la mia ipotesi era confermata e che io potevo smettere di pensarci, anche se quel pensiero, quel maledetto pensiero era sempre pronto a tornare a galla, ignorando i miei tentativi di seppellirlo con tutte le forze. Quella sera non volevo preoccuparmi di questo, volevo godermi la festa con le mie amiche. Andai a locale dove dovevamo incontrarci, lì incontrai le mie amiche Elisa e Marta, e con mia sorpresa scoprii che c'era anche Loris che ovviamente non si era dimenticato della mia domanda scomoda dell'altra sera e non sprecò tempo per mettermi in imbarazzo, costringendomi a svuotare il sacco. Le mie amiche non si sorpresero quando gli raccontai della mia scoperta, "da un tipo così che cosa vuoi aspettarti" e posso dire che quell'affermazione un po' mi infastidì, ma non ci diedi troppo peso, per quella sera lui era bandito dai miei pensieri e soprattutto dalle mie conversazioni. Una volta finito di mangiare, ci dirigemmo alla piazza principale, la gente era molta, tanto che se scansavi una persona, inevitabilmente andavi a finire sopra un'altra, sicuramente non era la serata migliore per mettere i tacchi!.
Quando proprio lì di fronte a me, ma di spalle, c'era lui, non mi meravigliai alla fine il paese era piccolo e nei giorni di festa i luoghi in cui andare si potevano contare sulle dita di una mano. Lì con lui ed i suoi amici c'era una ragazza che conoscevo e che proprio in quel momento mi vide e venne verso di me per salutarmi. Il brutto di un paese piccolo era anche questo, tutti conoscevano tutti e se volevi fuggire, qualcuno ti avrebbe scorto e salutato. Sentii tutti gli occhi puntati addosso, ma soprattutto i suoi, non ebbi il coraggio di spostare lo sguardo, ma sentivo il suo come tante lame che mi pungevano la pelle, non vedevo l'ora di andare via di lì. Alla fine così fu, ma proprio quando credevo di essere riuscita a scappare Elisa venne vicino a me e mi disse:" non per farti fare strani pensieri, ma ti ha squadrato, guardandoti da sopra a sotto, ben due volte". E in quel momento, proprio in quel momento, il mio cervello esplose e quei due occhi che ero riuscita a mettere da parte, ritornarono a tormentare i miei pensieri.
Feci finta di niente, non volevo ammettere che ero contenta per questo, ma ero anche curiosa: che cosa aveva pensato di preciso? Forse che dal vivo sono peggio delle mie foto sui social? O forse che sono meglio?. Fu Elisa che mi riportò di nuovo con i piedi per terra e di questo gliene fui grata, perché la mia mente era in costante volo, si alzava sempre di più... ma come tutti sappiamo, più voli alto e più rischi di farti male, perché la caduta sarà sicuramente peggiore. Continuai comunque a fare serata, andammo al "secondo corso", chiamato così perché era l'unica via del paese dove si potevano trovare gli unici due pub per giovani. Come si può immaginare, se la piazza era affollata, la "via dei giovani" era un paese completamente diverso, c'era il doppio della gente, ragazzi di ogni età divisi in gruppetti che ridevano e si divertivano. Raggiungemmo anche noi gli altri e subito Letizia mi venne incontro e mi abbracciò e io colsi l'occasione per raccontarle ciò che mi era successo, lei ne fu più che felice e lo capii perché disse:"è arrivato il momento del primo giro di bevute" e ovviamente offrii io a tutti.
È stata una serata magnifica Dear, era da tanto tempo che non mi divertivo così, pensa che Alessio (un altro ragazzo che faceva parte del mio gruppo) aveva portato una cassa gigante e aveva iniziato a mettere canzoni di tutti i generi. A noi si unirono piano piano tutti i ragazzi che ci circondavano, e man mano che le ore passavano c'erano ragazzi che ballavano, altri che cantavano in coro, ma non c'erano proprio tutti, come notai con un velo di tristezza. Vedi Dear, nonostante in quella strada c'erano i giovani di tutte le età esisteva comunque una distinzione, per cui quelli che andavano dal 1999 in su preferivano un pub, mentre quelli in giù (tra cui io e i miei amici) ci stanziavamo nell'altro. Nonostante i due pub erano a pochi metri l'uno dall'altro, c'era comunque questo filo spinato invisibile che li divideva e che divideva anche le persone delle diverse generazioni. Ma non era un peso, era perfetto per stare lontana da lui e per togliermelo una volta per tutte dai pensieri. Ma neanche questa volta fui fortunata, a passare proprio davanti al luogo in cui c'eravamo noi fu lui, con un'altra ragazza, venivano probabilmente dal tabacchino e quindi inevitabilmente erano passati davanti al "nostro pub". Conoscevo quella ragazza, era famosa in quei piccoli paesi solo per un motivo: era una ragazza più che facile, circolavano perfino storie strane su di lei. Guardai le mie amiche, una serie di emozioni contrastanti esplosero in me, ero triste ma non quanto mi aspettassi, ero arrabbiata credo, ma soprattutto ero frustrata perché era come se quella ragazza avesse una calamita per i ragazzi che piacevano a me e le mie amiche, sembrava una sensitiva. Come a noi ovviamente anche agli altri gruppi di amiche, come ti ho detto era abbastanza famosa. Tuttavia, mi concentrai sulla mia serata, mi stavo divertendo e non c'era nessuno motivo apparente per rovinarmi quella serata che fin a quel momento era andata più che bene!.
Fino a che, non lo vidi di nuovo, aveva attraversato il filo spinato invisibile insieme al suo gruppo di amici, tutti maschi come notai con soddisfazione, e veniva verso il "nostro pub". Quello che successe dopo, accadde così in fretta che non me lo ricordo nemmeno: Letizia e Elisa mi presero per le mani e mi trascinarono dentro. Una volta entrate vidi un suo amico con una ragazza e capii il motivo di quella fuga verso l'altro lato, un po' mi dispiaceva, ma di certo non potevo aspettarmi che quella fuga fosse per me, insomma dovevo essere realista. Uscii sconsolata, non so cosa avevano in mente le mie amiche, ma ero anche indignata, ogni volta che mi ripromettevo di non pensarci e godermi la serata lui era lì, come se avvertisse i miei pensieri negativi o come se il destino cercasse di farmi capire qualcosa. Beh Dear, io non credo nel destino e per la centesima volta quella sera cercai di godermi la serata, ma ovviamente qualcosa successe. Una volta uscite dal pub, infatti, io e le mie amiche eravamo rimaste all'entrata, davanti la porta, per fumare una sigaretta e senza un apparente motivo, in quell'attimo, mi voltai verso l'entrata, lui aveva appena aperto la porta. Quegli occhi mi stavano guardando di nuovo, fissi nei miei, finché le mie orecchie non captarono un saluto. "Ciao" disse con una nonchalance mentre a me il mondo crollava addosso di nuovo, per la seconda volta in quella settimana. Non ebbi neanche il tempo di ricambiare il saluto, i suoi amici lo trascinarono via probabilmente perché il suo amico, Giuseppe, aveva già finito con la sua ragazza.
Il mio cervello si è bloccato lì, a quel "ciao" e tutte le altre cose belle di quella sera sono svanite in una nube di fumo. "Ciao" un parola tanto insignificante che però nel momento giusto è capace di sconvolgerti la vita, non credi?.
Comunque stasera un ragazzo della mia classe ci ha invitati a mangiare per festeggiare il suo compleanno e devo iniziare a prepararmi altrimenti farò tardi, la vera domanda è: riuscirò a vivere una serata in maniera normale? "Lo sapremo soltanto vivendo", alla prossima Dear!
-V

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Questione di sguardi
Fiksi RemajaCaro Dear, Mi sento così vuota in questo periodo, credo che la mia vita si sia trasformata in una monotona riproduzione cinematografica. Non succede niente di speciale e questo mi mette in crisi, la mia prof (ma che dico la mia mentore), mi dice di...