-CAPITOLO 2-

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AMICI/NEMICI

Entro in cucina, mia mamma è di spalle rivolta verso i fornelli, Tara sul sofà mentre guarda i cartoni e papà a quest'ora è a lavoro.

La mia famiglia vive a Manhattan da generazioni; mio padre come mio nonno ha ereditato la nostra casa che poi chiamarla casa e un eufemismo. Viviamo in una villa a due piani con sei camere da letto, tre bagni una mega cucina ed un salone che potrebbe essere un monolocale, giardino con piscina, il tutto con una vista su tutta Manhattan.

Mio padre è Adam Rogers uno dei più importanti imprenditori della città, tutti lo rispettano e lo stimano, ma come spesso accade in questi ambienti ci sono anche dei nemici; ed è ancora più pericoloso e deludente quando il più terribile lo diventa il tuo migliore amico, come e successo a mio padre.

John Lee il miglior amico di mio padre dai tempi delle scuole, ha deciso di stroncare ogni rapporto con la nostra famiglia da quando mio padre ha vinto contro di lui l'elezione per il miglior imprenditore annuale di centomila dollari; e da quel giorno ho perso anche la mia miglior amica, Megan la figlia minore di John. Siamo cresciute insieme come sorelle, crescendo siamo diventate amiche per la pelle ; ci accomuna tutto sogni, passioni, idee anche se esteticamente siamo una l'opposto dell'altra. Io con i miei colori mediterranei ereditati da mia mamma, lunghi capelli neri ed occhi verdi; lei l'esatto opposto capelli ricci biondi ed occhi azzurri. Megan è l'unica persona con cui posso parlare senza essere giudicata, l'unica che riesce a rimproverarmi con estrema dolcezza; è l'unica che sa come fare per strapparmi un sorriso ogni volta che ne ho bisogno. Ed è tutto più difficile adesso che suo padre gli ha proibito di di vederci e di scrivermi, anche se lei trova sempre un modo ora siamo tornate in dietro negli anni ci scambiamo lettere sotto falso nome, anche se non equivale all'averla accanto a me e poterla abbracciare ma e sempre meglio di niente.

Mi ricordo della giornate trascorse in questa cucina da piccole, quando mia mamma ci insegnava a fare i biscotti per i nostri papà e di quanti guai combinavamo. Ripensando a quei momenti mi si forma un sorriso malinconico sul viso, alzo lo sguardo e mia mamma e lì che mi guarda stupita:<< Non ci credo Maya è un sorriso quello?>>. Il suo sguardo mi imbarazza. << Anzi, in realtà non posso crederci che tu sia uscita dalla tua camera, ma ne sono felice.!>>. La guardo senza risponderle.

Susan Rogers, " La donna più bella di Manhattan", così la definisce mio padre ogni volta che la guarda. Ed è vero!
Con il suo corpo da modella, i colori mediterranei, lunghi capelli neri ricci con gli occhi azzurri più belli del mondo.

Mi guarda con occhi lucidi ed il sorriso di sempre, si avvicina a me per abbracciarmi; cerco di tirarmi indietro, ma poi gli e lo lascio fare. Non l'ho ammeterei mai se me lo chiedesse ma ho proprio bisogno di sentirmi stretta e protetta tra le sue braccia, come quando ero una bambina.

Mentre mi stringe a se mi sussurra:<< Amore, non sai quanto sono felice di vederti qui e non in quella camera, vorrei che fosse così ogni giorno. Ti voglio bene!>>. Mi da un bacio sulla fronte mentre asciuga una delle lacrime che stanno rigando il mio viso. << L'ho fatto per Tara.>>

Mi guarda delusa, e prima che possa replicare suonano al campanello.

Lascio mia mamma in cucina e vado ad aprire; mi ritrovo davanti un enorme scatola bianca con un grande fiocco rosa; per un attimo resto spaesata poi mi ricordo del regalo di Tara, me ne ero dimenticata anche se la consegna era prevista per il pomeriggio. Ringrazio il corriere e noto sulla scatola un bigliettino rosa; mi volto per chiedere informazioni perché non ricordo di aver richiesto anche un biglietto ma il ragazzo è già andato via. Decido di leggerlo e resto pietrificata sulla soglia di casa.

<< Per Maya.
Un regalo per ogni volta che uscirai dalla tua camera. >> firmato S.L.

Cosa diavolo succede?? E chi sarebbe S.L poi??

Un solo attimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora