TERZO CAPITOLO

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                  Prologo

   Il sipario di "Mistero di Natale" si era chiuso sul primo atto, ma Antonia Bonanno, Gianlorenza Castiglioni e Mimma Ricci, collegiali del gruppo di suor Franchina, erano ancora nella quinta del palcoscenico da dove avevamo assistito allo spettacolo.
«Hai visto che non era il caso di stare in ansia, Anto' ?»
Disse Mimma, voltando lo sguardo dal palco ormai vuoto verso Antonia e la lunga coda scura nella direzione opposta.
«Ma si! Basta con queste sopracciglia aggrottate!» Aggiunse Gianlorenza.
«In platea le nostre amiche fanno il tifo per noi e anche se non fosse tutto perfetto, credi che se ne accorgerebbero?»
«E l'assessore e suor Tarcisia e le suore? Lo sai, no? Ho potuto revisionare solo i due terzi della commedia e se non l'avessi avuta già scritta a metà, non avremmo potuto mettere in scena niente!»
Rispose Antonia esasperata.
«Ufh, quanto la fai lunga!» Ribatté Gianlorenza La Rossa.
«La terza parte non revisionata l'ho riletta io e stava quasi del tutto bene.»
Aggiunse Mimma La Saggia.
«Davvero?»
Esclamò Antonia La Puntigliosa.
«Grazie, Mimma, sono più tranquilla ora. Ma quando, hai revisionato la parte, che non ho riletto io?»
«Prima dell'inizio dello spettacolo, mentre eri a fare la doccia.»Rispose Mimma.
«Ah!» Prese atto Antonia.
«Sì, lei si è dedicata al copione e io ho dato un'ultima occhiata ai costumi. Sai, non eri la sola ad essere in ansia.»
Completò Gianlorenza.
«Grazie, Caramelle, per quello che avete fatto. Mi rendo conto di essere pesante di tanto in tanto.»
«Caramelle? Ma dove li trovi questi nomignoli? Non bastavano quelli, che ci hai già affibbiato? Ti prego metti un limite alla tua immaginazione e soprattutto non ci chiamare così davanti alle altre, se non vogliamo suscitare scie di risatine.»
Disse piccata Gianlorenza.
«Dimentichi che ne ho dato uno pure a me stessa!»
Puntualizzò Antonia.
«Si, La Puntigliosa!»
Puntualizzò Gianlorenza e continuò dicendo:
«Ora possiamo scendere da qua sopra e raggiungere le ragazze prima, che si pappino tutto? Le suore hanno preparato nel refettorio un antipasto della cena vera e propria.»
«Davvero? Non vedo l'ora!»
Assentirono all'unisono le altre due, affrettandosi verso la scaletta del palco, subito seguite da Gianlorenza per raggiungere insieme il refettorio.
Dopo il gradito antipasto, tutti fecero ritorno ai loro posti. La musica di sottofondo riprese,
il mormorio anche e a poco a poco gli sguardi furono nuovamente catalizzati dall'elegante sipario rosso, dove infine si materializzò ancora Nicolò:
«Signore e signori,» esordì,
«vi vedo sorridenti e questo mi rassicura, vuol dire che lo spettacolo, per ora almeno,
è stato piacevole. Allora vi lascio al secondo atto della storia, ma non temete tornerò a deliziarvi con qualche altra mia chiacchiera.
Il sipario si aprì e mostrò la cucina che già conosciamo, illuminata dalla luce del giorno, che arrivava dalla finestra.
Il tecnico delle luci di scena aveva fatto un buon lavoro e l'illusione di essere a mattino inoltrato era proprio verosimile. La culla di Toto' era vicina al camino e con Maria e Pinuccio seduti al tavolo ecco un nuovo personaggio: Pierino il fioraio.
Al centro del tavolo su cui Maria aveva preparato i dolci natalizi, erano pronti gli stessi dolci adagiati su un vassoio e ricoperti di zucchero a velo.
In fondo al tavolo splendeva una stella di Natale, regalo di Pierino per Maria.

             Secondo Atto

            Seconda scena

   «Allora Pierino, ci vuoi dire ch'è successo?» Iniziò Pinuccio, invitando il fioraio a parlare.
«Abbiamo saputo del furto che hai avuto. Il danno è stato assai?»
«Eccome! Ero andato a fare rifornimento per il negozio in paese, al vivaio che tengo fuori da Argone. Quando sono arrivato, Andrea l'operaio che mi aiuta a coltivare le piante aveva già aperto, ma non lo vedevo. L'ho chiamato ed è arrivato con le mani in testa gridando "Sane arrubbate tutto!Stelle di natale, abeti pe' fa l'albero di Natale, le piante pa' casa, fiori... è sparito tutte!"
«So' diventato di pietra, Pinu'!
Quando mi so' ripreso un po',
ho fatto il controllo con Andrea. Ma che volevi controlla': nel capannone dove tengo le piante in vaso, non c'era più niente! Sono andato pure a fa' la denuncia ai carabinieri, ma per ora non mi hanno dato nessuna notizia.»
«Mi dispiace assai, Pierì!»
Disse Pinuccio davvero colpito dall'angoscia dell'amico.
«Figuratevi,»
continuò Pierino,
«che per la stella di Natale a Maria, so' dovuto anda' da Saverio, il collega del Convento.» Concluse con una faccia verde di bile.
«Non ti dovevi disturbare, Pierino e ti ringrazio tanto per questa gentilezza.»
Disse Maria.
«Niente disturbo pe' te.
Mi ha fatto piacere.»
«Non è che quando hai fatto il controllo al capannone hai trovato, che so, cose che non ci stavano prima.» Domandò Pinuccio.
«E che dovevo trovà? Te l'ho detto che è sparito tutto!»
Rispose Pierino sempre più turbato e depresso.
«Ma, magari nel capannone c'è qualcosa, che nel momento dello spavento appena sei entrato non hai visto.»
Continuò Pinuccio.
«Non mi pare...nel capannone niente... però, mo' che ci penso... Fuori ai lati del cancello ci sò due colonne, che tengono una base davanti per mettere i vasi per le piante. E io li ho messi i vasi là sopra! E nei vasi ho piantato le mimose e uno dei vasi dopo la visita dei ladri,
l'ho trovato spaccato in due e la mimosa a terra.»
Poi Pierino per spiegare aggiunse:
«Intorno al capannone c'è l'inferriata e il cancello che chiude.»
«Vabbè! Senti, Pieri', andiamo al vivaio tuo e mi fai vedere.»
«E come no? Per questo sò qua! Maria, grazie per i cauzuncielli, so' proprio buoni.»
«Aspettami un attimo, Pierino, vado a prendere la macchina fotografica: può essere che pò servì.»
Durante l'assenza di Pinuccio,
Pierino salutò Maria e le augurò buon Natale e al suo ritorno sul palco i due uomini uscirono.

             Terza scena

   Maria rimasta da sola si sedette sul largo gradino, che circondava il focolare e guardando il suo bambino nella culla, vide che era sveglio.
Lo prese in braccio, cominciò a camminare per la stanza e cantando una canzoncina si diresse verso la finestra, che dava sulla strada, ma prima di arrivarci si bloccò: oltre il vetro una donna guardava verso di lei. Maria ritornò rapidamente verso la culla di Totò e ve lo depose.
Il bambino contrariato cominciò a piangere. Maria ritornò verso la finestra, la aprì e piuttosto irritata domandò:
«Scusate, ma che volete? Chi siete?»
«So' Rosa, Rosa Lamberto.
Mi manda vostro marito. Dice che avete bisogno di un aiuto pe' casa.»
«Ma come ha fatto a trovare già una donna per aiutarmi?
Mo' che torna mi sente!»
Disse Maria in un "a parte", voltandosi sorpresa verso il pubblico.
Poi a Rosa :
«Vengo ad aprire la porta, girate a sinistra che la trovate.»
Ed ecco che le due donne riapparvero in cucina.
«Scusate Rosa, ma quando, mio marito, è venuto da voi?»
«Una mezz'ora fa.»
«Ho capito. Allora...Io non è che ho bisogno d'aiuto in casa tutti i giorni. Possiamo fare che venite una volta alla settimana, magari il venerdì e mi aiutate a pulire?»
«Va bene, signora, il venerdì per me va bene. Vengo venerdì prossimo, verso le otto.»
«D'accordo, Rosa, vi aspetto.»
Rosa si alzò, accompagnata sulla porta della cucina da Maria, salutò ed uscì.
Maria di nuovo rivolta al pubblico spiegò:
«Non ho potuto mandarla via senza accettare. Però queste cose alla sprovvista non mi piacciono!»

           Quarta scena

   Fu proprio in quel momento che Pinuccio ritornò sul palco:
«Ah, eccoti! Non avevamo deciso che non c'è bisogno di un'aiuto in casa, che basto io? »
«Maria cara, veramente eri tu che volevi così e io ti ho risposto, che non puoi fare tutto da sola.»
«Ma finora l'ho fatto e volevo continuare allo stesso modo! Però Rosa, la signora a cui hai chiesto di aiutarmi, si è presentata, ha detto che l'avevi mandata tu e io ho dovuto accettare.»
«Sapendo che non volevi nessun aiuto e conoscendo il tuo buon cuore, che non sa dire di no a chi chiede, te l'ho mandata direttamente.
Scusami, Mariuccia mia, ma tu non ti risparmi, pensi sempre agli altri e allora io devo pensare a te.»
«Quanto sei caro!»
I due sposi si abbracciarono.
«Pinu', non sei andato più con Pierino al vivaio?»
«Gli ho detto che avevo bisogno di una donna per un aiuto in casa a te e lui mi ha fatto il nome di una sua vicina. Sono andato a trovarla e lei ha pensato di venire subito a presentarsi e perciò l'ho accompagnata, ma non trovavo parcheggio e l'ho mandata avanti sola. Beh, un po' l'ho fatto apposta! Mo' che ho risolto con Rosa e con te,»
aggiunse Pinuccio con un sorrisetto,
«vado da Pierino, che mi aspetta al vivaio. Speriamo che tra me, lui e gli altri riusciamo a capire che sono 'sti furti. Ciao, ci vediamo all'ora di pranzo.» Pinuccio uscì.
«Hai visto, Totò, che padre che hai? Ha mandato avanti Rosa a spianargli la strada.»
E sorridendo anche lei come il marito, quando gliel'aveva confessato, si avvicina alla culla di Totò. Lo trovò sveglio e impegnato a fare i vocalizzi tipici della sua età.
«Bravo, a mamma, che belle 'ste vocali che dici! Sai che facciamo, mo' ? Facciamo il presepio e l'albero e tu mi aiuti. Stai là, non ti muovere, ché vado a prendere gli scatoloni.
Il muschio me l'ha portato tua nonna l'altro giorno. I pastori ci sono, abbiamo tutto. Come si chiama la tua nonnina, Totò? Si chiama Sisina. Di', a mamma, Si-si-na!»
«Blah !» Rispose Toto'.
Risate e applausi si levarono nella sala, mentre il sipario si chiudeva di nuovo. Agli spettatori in sala non rimase, che restare ognuno al proprio posto in attesa della ripresa dello spettacolo con il terzo atto, che Nicolò si premurò di annunciare come gli altri due.

È SEMPRE INSOLITO IL LUOGO DEL DELITTO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora