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Il rumore di una matita che venne abbandonata sul tavolo fu l'unico suono udibile nel silenzio di quell'aula studio, improvvisamente spezzato da uno studente universitario fin troppo annoiato per poter continuare a leggere e sottolineare le parole di un libro che pareva utilizzare termini a lui sconosciuti.

Forse era dovuto alla stanchezza, in fin dei conti quella notte era rimasto a scorrere la home di Instagram fin quando i suoi occhi, arrossati e irritati a causa della luminosità fin troppo elevata del suo schermo, non si erano posati sull'orario indicato dal cellulare: le quattro e mezza. 

Studiare durante il giorno non era un'opzione, la luce del sole durante una bella giornata era troppo invitante per potersi chiudere in una stanza con la testa sui libri. La sera è l'ideale. Quando le luci del giorno si sono ormai abbassate definitivamente, fino ad esaurirsi e lasciare alla luna e ai lampioni il compito di illuminare le strade. 

Ma a Taehyung il buio non era mai piaciuto e la notte altrettanto. Il solo pensiero che, una volta spenta la luce della sua scrivania dopo aver finito di studiare, sarebbe rimasto al buio per le ore successive lo terrorizzava. Nessun mostro sarebbe venuto a divorarlo, ma l'atmosfera misteriosa dell'ignoto che aleggiava intorno al concetto della notte lo spaventava non poco.

Studiare fino a tardi era l'alternativa – o la scusa – migliore per poter tenere la luce accesa finché poteva, d'altronde la paura non lo avrebbe messo nelle condizioni di poter riposare pacificamente in ogni caso. Avrebbe fatto meglio a impiegare quelle ore studiando, piuttosto che scattare al minimo rumore e guardarsi intorno con occhi sbarrati, come se davvero potesse vedere qualcosa nel buio.

La lucina notturna che aveva comprato a mo' di conforto durante quelle poche ore in cui si costringeva a chiudere occhio pareva essersi fulminata all'improvviso e non aveva ancora avuto il tempo di comprarne una nuova, per quanto la necessità di avere quella piccola fonte di illuminazione fosse prioritaria. 

Ma la stanchezza non poteva essere l'unico fattore da accusare. 

Taehyung non era mai stato il tipo da chiudersi nell'aula studio della sua università. Per quanto fosse moderna e dotata persino di un piccolo bar che offriva degli squisiti pasticcini e delle gustose bevande zuccherate alla frutta, rimaneva comunque un'aula studio, un luogo per topi da biblioteca. E Taehyung era tutt'altro che un topo da biblioteca.

L'odore dei libri lo attirava, ma non quando si trattava di dover studiare le materie noiose a cui aveva deciso di dedicare gli anni della sua carriera universitaria. Il silenzio e la calma gli piacevano, ma non quando era costretto a non poter nemmeno sbadigliare per non disturbare chi invece trovava l'aula studio il luogo migliore dove poter studiare.

Quella mattina aveva fatto un'eccezione solo perché qualcuno glielo aveva chiesto. E quel qualcuno era guarda caso il ragazzo su cui aveva posato gli occhi da qualche settimana.

Lo aveva visto per la prima volta durante una lezione. Seduto alla sua solita postazione vicino la finestra, il più lontano possibile dal docente e il più vicino possibile allo spettacolo che il giardino fiorito e curato del suo campus universitario offriva, si era lasciato distrarre dal rumore delle porte dell'aula che si aprivano.

Un ragazzo con i capelli biondi, sicuramente tinti, era entrato e si era scusato educatamente per il ritardo. Poi si era richiuso la porta alle spalle e aveva preso posto in una delle prime sedute. Taehyung non sapeva che ci si potesse innamorare di una nuca e di un paio di spalle, eppure quel giorno non era riuscito a guardare il solito albero di ciliegio. 

La seconda volta, invece, era stato Taehyung il ritardatario della situazione. Seppur spesso trascorresse la maggior parte delle ore della notte in bianco e la mattina facesse fatica ad alzarsi e cominciare la giornata, non si era quasi mai presentato in ritardo a lezione. Anche quelle poche volte, in ogni caso, aveva avuto la fortuna di entrare a lezione ancora non del tutto cominciata.

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