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ehilà! ecco la terza e ultima parte di questa os piena di cliché e cose assurde che però ogni tanto fanno bene (almeno a me..) proprio per la loro semplicità. buona lettura!!


«È carino, non è vero?» Chiese Jeongguk, incrociando le mani sul tavolo e guardandosi intorno come se fosse la prima volta che metteva piede lì dentro – e chiaramente non lo era, data la sua opinione positiva su quel posto.

Taehyung non aveva nemmeno avuto ancora la possibilità di guardare l'estetica di quel locale, l'arredamento, le eventuali decorazioni e l'atmosfera che l'insieme emanava. L'unica cosa a cui aveva prestato attenzione era stata la leggera musica jazz di sottofondo.

La sola risposta che riuscì a dare fu un «Mhmh, molto carino,» ovattato a causa della barriera fisica che il menu alzato creava, separandolo da Jeongguk e dalla sua bellezza e confidenza e dai suoi muscoli e il primo bottone della camicia aperto e il petto in mostra e tutto ciò che lo rendeva mozzafiato.

Jeongguk sembrò comunque soddisfatto da quella risposta ed entrambi si concentrarono sull'elenco di cibi e bevande che quel locale proponeva. La descrizione di ogni piatto sembrava deliziosa, la foto accanto ad ognuno di essi rendeva ogni pietanza ancora più accattivante. Jeongguk aveva ragione, c'era davvero l'imbarazzo della scelta.

Nonostante il locale fosse estremamente affollato, la cameriera di prima ritornò abbastanza in fretta da loro a prendere le ordinazioni. Fu Jeongguk ad occuparsene, ma Taehyung non poté fare a meno di aggiungere con voce timida un dolcino con tante fragole e troppa panna che aveva visto nella sezione dei dessert. Jeongguk nascose un sorriso dietro la mano.

La ragazza era giovane, i capelli lunghi e castani erano raccolti in una coda alta e sorrideva con fare accogliente. Prese le ordinazioni in fretta su un dispositivo tecnologico, il quale probabilmente era collegato a qualsiasi altro strumento nelle cucine o in quelle parti nascoste del locale.

«Vi lascio questo,» aggiunse la cameriera solo dopo essersi assicurata che il loro ordine fosse completo, e lasciò un foglietto sul tavolo, «Se guardate lì – indicò con la mano libera un angolo in particolare del locale in direzione opposta rispetto al loro tavolo – c'è uno schermo con dei numeri. Quando appare il vostro potete andarci!»

E senza fornire ulteriori spiegazioni, rivolse ad entrambi un ultimo sorriso prima di sparire nuovamente tra i tavoli per accogliere nuovi clienti, prendere altre ordinazioni e portare i tavoli ai piatti, lasciandosi alle spalle due ragazzi piuttosto confusi.

«Di che si tratta?» Chiese Taehyung, il ragazzo di fronte a lui doveva per forza sapere a cosa servisse quel numero. Afferrò comunque il foglietto, era un quadrato di piccole dimensioni. Il numero 86 era stampato al centro, all'interno di una cornice. Dei cuoricini svolazzavano intorno e Rilakkuma e Kaoura sbucavano dai lati del foglio. Taehyung sorrise, era davvero adorabile.

«Non ho idea. L'ultima volta che sono venuto qua sarà stato... dieci mesi fa? Non saprei con esattezza, ma giuro che non c'era alcun numero quella volta.» Ammise Jeongguk, aspettando che Taehyung avesse osservato il foglietto prima di sfilarglielo dalle dita per fare lo stesso. Anche lui ebbe la stessa reazione intenerita.

«Vuol dire che lo scopriremo quando apparirà il nostro numero.» Taehyung sollevò le spalle e, per quanto odiasse aspettare, si autoconvinse che non c'era altro da fare. Doveva aspettare che arrivasse il loro cibo e doveva aspettare che i numeri sullo schermo scorressero. Ce n'erano ancora una decina prima dell'ottantasei.

Jeongguk annuì per concordare con le sue parole e calò un silenzio diverso da quello che si era creato in macchina. Improvvisamente entrambi si resero conto che non conoscevano davvero la persona che avevano davanti, quella con la quale stavano per condividere la cena. Si erano appena conosciuti e c'erano mille e più cose da scoprire l'uno sul conto dell'altro, ma paradossalmente nessuno dei due sapeva da dove cominciare.

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