Capitolo 18

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"Tobias vai via, va via." Dico supplicante. Ho la voce che trema e l'aria che mi si blocca in petto.

"Lara ti prego non piangere, se è quello che vuoi io me ne vado." Poggia la mano alla porta e istintivamente lo faccio anch'io.

"Perché fai così? Perché non lotti per noi? Non vuoi me? Dimmelo ti prego." Tiro su col naso. "Mi sono stancata, mi dai una speranza e poi la spezzi, poi me la ridai, perché? Dimmelo se stai solo giocando, io ci sto male , non voglio continuare così."

"Aprimi."

"Perché rimani?"

"Per te. Perché amo te, amo solo te, in tutta la mia vita ho amato solo te, l'unica che non potevo avere, l'unica che poteva buttarmi nel dirupo o salvarmi, l'unica che ho trattato malissimo per il bene degli altri, ma ora degli altri non mi importa, voglio far star bene te ora, anche se far star bene te vuol dire mandare a puttane tutto." Sento che si sta alzando, lo faccio anch'io. "Io mando tutto a puttane per te Lara, ora apri questa cazzo di porta."

"Prometti che non te ne andrai."

"Te lo prometto, ma ora aprimi." Giro la chiave nella serratura, lo lascio entrare e subito chiudo la porta dietro di lui. Ha gli occhi infuocati, le guance bagnate, come quella sera, con Alex. Mi porta una mano dietro la schiena, mi avvicina a lui. "Posso?" Annuisco, non ho l'aria a sufficienza per far uscire le parole. Mi alzo sulle punte e chiudo gli occhi, mi bacia delicato, per darmi sicurezza e tranquillità e sinceramente ne ho proprio bisogno. Ho un martello nella testa che non mi lascia stare.

"Scusami." Mi allontano. "Mi fa male la testa, devo, devo un attimo sedermi." Mi prende in braccio 'a principessa', poggio la testa sul suo petto tonificato, mi mancava così tanto... mi poggia sul letto. "Non voglio che la giornata finisca." Non voglio che finisca perché ho paura che lui se ne possa andare da un momento all'altro.

"Abbiamo tempo piccola, non fare qualche rito satanico per farle fermare o ripetersi all'infinito, ne possiamo passare di migliori." Oh Dio, ma come mi è mancato.

Si sfila la maglia, Tobias vuoi la mia morte? Si avvicina e si.. infila nel letto? "Che fai qui? C'è sempre mia madre di là!"

"Lo so, ma l'ha detto lei che potevamo dormire insieme." Fa spallucce. Sospiro. Mi stendo, lui mi bacia la fronte. "Buona notte piccola." Oddio, mi ha chiamata piccola per la seconda volta, sclero!! Scivola la mano sotto le coperte e me la mette sul fianco.

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"Guarda come sono carini." O Dio, la privacy! Sto per sollevare la testa quando però Toby mi preme la mano sul fianco.

"Secondo te dovremo svegliarli?" Dice Adriana.

"Non lo so, dopo tutto questo casino, mi fa piacere sapere che sono ancora legati." Si mamma, come le nostre gambe intrecciate nascoste dalle coperte. "Ma non sentiranno caldo? Ricordo che Tobias sentiva sempre molto caldo." Inizio a sudare, e se ci togliesse la coperta e ci vedessero? No, non può succedere. Toby mi accarezza il fianco con le dita, forse per tranquillizzarmi, forse per provocarmi, non lo so, mi fa agitare ancora di più.

"No, penso di no. Se avesse avuto caldo l'avrebbe tolta anche nel sonno." Ridono. Grazie Adriana, grazie. "Vabbè, dai andiamo." Si chiudono la porta alle spalle.

"Tua madre è un'impicciona." Dice divertito.

"E tu, tu sei-" Non mi lascia finire, mi fa girare verso di lui e mi bacia delicato. "Non dovresti qui." Mi lamento. "Ci potrebbero vedere."

Mugugna. "L'ultimo." Mette su broncio.

Mi mordo il labbro, non gli so resistere, come si può dire di no a una divinità greca? "Eh va bene, ok." Mi accarezza il viso col palmo della mano, lentamente. "Toby, così mi fai morire." Sorride compiaciuto. China il capo verso di me e mi bacia.

"Ok, può bastare." Si allontana, si alza e raccoglie la maglia da terra.

"Cosa?" Mi alzo sulle braccia.

"L'hai detto tu, dobbiamo stare attenti." Sbuffo.

"Si, ma stronzo che non sei altro, non puoi fare così, devi finire ciò che inizi." Faccio gli occhi dolci.

Si avvicina a me, poggia le mani sul letto, mi sussurra "No." Si infila la maglia davanti ai miei occhi.

"Ah no." Te ne pentirai amico. Iniziando da ora. Prendo un top, un pantaloncino e un reggiseno. Mi volto al lato opposto a lui. Mi tolgo il pantalone..

"Cosa? Cosa stai facendo?" Finge indifferenza, ma la sua voce lo tradisce.

"Mi sto preparando. Non è evidente?" Mi infilo il pantaloncino.

"Si, cioè è evidente, ma ci sono io." Insistente.

"Ah si, voltati." Gli da fastidio quando non gli do importanza.

"Sai che c'è, me ne vado." Prende le scarpe ai piedi del letto.

"Sai che c'è, non mi importa." Gli faccio la linguaccia, me la fa anche lui. Si sbatte la porta dietro quando esce. Mi tolgo la maglia e mi infilo il top.

Heyyyy, non è grandioso il loro ritorno insieme? Io li amo troppo!
Ditemi che ne pensate, un bacio dalla vostra Patty 💖 💋

𝑀𝑖𝑜 "𝑐𝑢𝑔𝑖𝑛𝑜" [In Corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora