Primo colloquio.

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Capitolo4

"Hey, si può sapere perchè mi ignori?" chiede straziato Louis afferrandomi per il polso, facendomi così voltare verso di lui. Lo guardo inarcando le sopracciglia, voltando poi la testa verso l'entrata dell'enorme edificio. 

"Sto solo cercando di essere puntuale al colloquio." sorrido falsamente, liberandomi dalla sua presa. La verità è che speravo che non mi notasse, ma a quanto pare la fortuna non è stata dalla mia parte.
Diciamocelo, ultimamente la fortuna mi evita proprio.

"Alex non ti ha detto che ti avrei accompagnata?" chiede confuso, seguendomi all'interno del edificio. 

"No." mento guardando in alto. "Deve esserselo dimenticata." annuisco spostando lo sguardo sulle mie scarpe nere. Louis chiama l'ascensore al nostro piano, mentre cerco di studiare quello che mi circonda.
Persone indaffarate a fare avanti e indietro, alcune sono al telefono, altre corrono con pacchi di fogli tra le mani. E' tutto così confusionario...

"Posso sapere qualcosa sul mio prossimo, probabile, datore di lavoro?" chiedo entrando in ascensore, mentre Louis preme il tasto che porta all'ultimo piano.
Mi appoggio contro il muro d'acciaio color oro, fissando la mia esile figura nello specchio. 

"E' un tipo apposto." dice solo, portando lo sguardo su di me. Lo guardo arricciando le labbra, cercando di fargli capire che le informazioni non mi bastano. "Senti Kensy, è un tipo per bene, per quanto ne so, nessuno di noi è mai stato a stretto contatto con lui quindi non posso saperlo. Solo Mariah, la sua vecchia segretaria, era in buoni rapporti con lui." spiega aggiustandosi i capelli.
Certo, essendo la sua segretaria è normale che avesse dei rapporti con lui. C'è sempre un doppio senso nelle mie parole?

"Perchè se n'è andata?" chiedo curiosa. 

"Era ormai anziana e ha creduto fosse opportuno andare in pensione e dedicare gli anni che le rimangono con suo marito e i suoi due figli." parla spostando lo sguardo sul suo riflesso nello specchio.

"Umh..." mormoro. E io che immaginavo una segretaria alta, giovane, bionda e con occhi azzurri. La ragazza perfetta.
Il fatto che Mariah fosse vecchia, però, mi fa supporre che la persona con cui sto per avere un colloquio di lavoro non sia poi così giovane. 

"Andrà tutto bene." mi rassicura. Lo guardo stranita, chiedendomi da dove spunta tutta questa gentilezza nei miei confronti. Forse si è ricordato che un tempo eravamo amici.
Ma temo che il nostro allontanamento non sia colpa sua, bensì mia, dato che sono stata io a rendergli la vita un, quasi, inferno. Deve comunque sentirsi onorato, so fare di peggio.


Esco dall'ascensore e, quando vengo raggiunta da Louis, lo seguo attraverso un lungo corridoio. Qui, a differenza del piano inferiore, non c'è caos, bensì un rilassante silenzio e nessuno vaga disperatamente per i corridoi.
Ci fermiamo davanti ad una porta e, prima che possa leggere il nome inciso sulla targhetta d'oro, la porta si apre, facendomi sussultare.
Faccio un passo indietro, calpestando il piede di Louis, il quale si trova dietro le mie spalle. Il ragazzo si lascia sfuggire un grido di dolore, facendomi voltare verso di lui.
Lo guardo dispiaciuta, mordendomi il labbro inferiore. Scusa Lou

Giro poi la testa verso l'uomo davanti a noi, che ci guarda con un'espressione divertita. E' alto, molto più alto di me anche se indosso i tacchi, indossa uno smoking nero che fa risaltare la sua carnagione chiara e, aggiungerei, la sua corporatura muscolosa.
La sua età probabilmente vacilla sui quarant'anni, come del resto sospettavo.

"Va tutto bene?" chiede rivolto verso il mio amico, il quale annuisce addolorato. "Lei chi è?" domanda poi gentilmente, porgendomi uno sguardo incuriosito. 

"Kensy Blye, sono qui per un colloquio, signore." sorrido educatamente porgendogli la mano, aspettando che lui la stinga, cosa che non tarda a fare. 

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