La morte.

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~Ho preso il tuo sorriso e l'ho legato al mio, quindi sorridi, che sorrido anch'io.~

Se solo avessi avuto la forza, la forza di dipingermi un sorriso finto sulle labbra e andare avanti. Ma non ci riuscii.
Quel tredici maggio, quella giornata dove il sole splendeva alto nel cielo, diventò il mio incubo.
Morì.
Che poi- cos'è la morte? Io riesco a guardarla solo dal punto di vista biologico, quando il cuore smette di battere. Ma non so perché mi affascina, è la mia ossessione. La morte possiede qualcosa di misterioso che mi attira, mi spinge a conoscerla. Quella sera la conobbi da vicino, la vidi sopraggiungere e portarmi via ciò che mi è più caro mentre stava tra le mie braccia, ma da quel giorno, in cui mi lasciò il suo biglietto da visita, ho sempre più voglia di chiamarla a me, farci due chiacchiere e dirle in faccia quanto è stronza, voglio conoscerla e farmi portare via. Farmi portare da lui. Pensandoci bene, infondo a chi mancherei? Nessuno si accorgerebbe della mia assenza.
E ho chiesto, ho chiesto ad una persona per me importante e così mi ha risposto:
"Mi chiedi se sentirei la tua mancanza, e quasi mi viene da ridere. È come se tu mi chiedessi se a mettere la mano sotto l'acqua bollente mi brucio la pelle. Ma non credo ti basti un 'Certo che sentirei la tua mancanza'. Quindi ti spiego meglio, anzi, mi spiego meglio.
Hai presente quando non va bene un cazzo, e sei lì a bestemmiare e a tirar giù santi dal paradiso? Ecco, forse no perchè tu sei una persona per bene, mentre io faccio veramente schifo, dal punto di vista scaricatore di porto. Ecco, ma vedi, quando va tutto male e vorresti solo stare lontana da tutti e mandare tutti a fanculo, oppure quando fai uno sbaglio e pensi che non potrai mai recuperare il tempo o ciò che qualcuno ti ha tolto? Ecco, non ne potrei parlare con nessuno, ma so che capiresti, a guardarmi, capiresti. Non posso dire che tu sia l'unica, perchè non è così, ma sei l'unica che lo fa ogni giorno della mia vita, da quando ci conosciamo. Sei l'unica che c'è, e c'è a scuola, e c'è quado sono a casa e non so che fare, ci sei per telefono e per Whatsapp, ci sei accanto a me, nella mia testa, seduta sul divano, ci sei sempre. E ci sei per prestarmi i vestiti quando macchio i miei con l'UNIPosca, e ci sei anche quando faccio la demente. Ci sei per farmi fare figure di merda e per dormirti addosso stile pelle di leone. Ora ti pare, come sarebbe tutto questo senza di te? Mancherebbe un pezzo di quello che è ormai la mia vita, da quando ti ho conosciuta. Mancherebbe qualcosa di mio, una parte di me si è legata a te, e c'è una citazione che dice 'Ho preso il tuo sorriso e l'ho legato al mio, quindi sorridi, che sorrido anch'io.' Te la dedico tutta amore mio.
Tu, tu non sei una persona, sei un angelo, magari un po' toccato nel cervello, magari un po' pazzo, ma in fondo, che gusto ci sarebbe altrimenti?
E una cosa ancora. Non voglio che tu ritenga importante quello che gli altri dicono di te. Manda affanculo tuo padre o chiunque altro, non te ne deve fregare un cazzo. Lo so io e lo sai tu, sei migliore di come dicono. Conta sempre su di me, non mi lasciare mai."
E io ora mi chiedo, oggi ventidue febbraio: come cazzo ho potuto sopravvivere in questo mondo senza di lei? Senza la mia migliore amica, la ragazza che riesce a trasformare le mie lacrime in un sorriso e i miei sorrisi falsi il lacrime di gioia.
Così oggi, dopo quasi due anni e tre tentativi di suicidio, capisco, capisco che forse il mondo non fa così schifo, che quella persona su cento con un cuore vale la pena di stare qui; quel sorriso sincero tra mille falsi; quella lacrima di gioia tra i milioni che mi prosciugano gli occhi nella disperazione e nella tristezza quotidiana. Vale la pena. Vale la pena vivere per queste piccole cose. E ringrazio Dio per avermi dato le persone che mi hanno fatto capire questo. Grazie Dio.
-disse quella atea-
Dettagli.
E quel tredici maggio che mi cambiò la vita, che mi fece tornate autolesionista, che mi portò allo stremo, che mi portò a cercare di suicidarmi e ad arrivare a perdere i sensi nel tentativo di chiamare a me la morte. Quel giorno sono stata avvolta dalle tenebre, e non ho mai più visto il sole, non l'ho più visto fino al quindici settembre dell'anno successivo, in cui una ragazza con i capelli biondi e gli occhi azzurri mi ha detto "ciao, io sono Cloe!" E un ragazzo dagli occhi color mare mi ha detto "ciao" e mi ha abbracciata e mi ha detto 'ti voglio bene', non più tramite lo schermo di un telefono.
Fino a quel giorno in cui una ragazza di nome Cloe mi ha ri-insegnato cosa significa sorridere e vivere, vivere veramente. Quel giorno in cui conobbi la mia migliore amica e finalmente abbracciai il mio migliore amico. Grazie Dio per avermi dato quel giorno.

Con tanto affetto, per Cloe.

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